sabato 5 gennaio 2008

- pensieri trasparenti (?) : individui e istituzioni

come non segnalarci questo esperimento scientifico
“PITTSBURGH (USA) - La «macchina che legge il pensiero» sembra destinata ad uscire dai libri di fantascienza e a diventare realtà.
A Pittsburgh negli Stati Uniti un gruppo di ricercatori della Carnegie Mellon University ha fatto un primo, cruciale passo in avanti: con l'aiuto di un sofisticato scanner e di uno speciale computer ha trovato il modo di scoprire se il cervello sta pensando ad una cosa o all'altra.
LA RICERCA - Per il momento - riferisce il tabloid londinese «Daily Mail» - i ricercatori di Pittsburgh possono individuare, con un'accuratezza del 97%, soltanto se il soggetto sta pensando ad un dato oggetto presentato in precedenza tra dieci diverse immagini di edifici e di utensili. Infatti sono in grado di identificare le attività delle zone del cervello corrispondenti alle immagini di alcuni oggetti e al loro uso. Contano però di poter fare rapidamente dei progressi sulla scia di questo importante successo. «Speriamo - ha detto la dottoressa Svetlana Shinkareva - di poter identificare non soltanto i pensieri associati a immagini ma anche quelli connessi a parole e poi a frasi».”
… e come non riflettere e commentarlo?
La direzione di questo esperimento - oltre che interessante - “propone” la necessità urgente di nuove visioni per affrontare il futuro in modo rinnovatamene e adeguatamente “consapevole”.
La questione è urgente sia per noi come individui che come soggetti appartenenti a comunità attive e strutturate.
Il pensare letto da uno scanner e quindi privo di - individualità,riservatezza e distinzione tra prova /esperimento concettuale e esperienza operativa / esternalizzazione – richiede di ripensare alle forme stesse del soggetto ma ancor più radicalmente alle forme delle collettività. Un “pensiero sempre pubblico” trasforma l’idea di soggetto. Un pubblico che “legge il privato” trasforma l’idea e la pratica aggregativa di ogni organizzazione pubblica.
Mi fermo alle soglie dell’immaginazione delle future visioni proponendo almeno la necessità di pensare e organizzare praticamente istituzioni che consentano un reale “pluralismo strutturato” che operino in forme diversificate e attraversabili sulla base delle mutanti opzioni dei singoli.
Queste opzioni sociali strutturate potrebbero consentire sia libertà maggiori ai singoli che efficacia di funzionamento alle istituzioni/organizzazioni stesse. Ri-Pensarci singolarmente e collettivamente è urgente.

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