mercoledì 30 gennaio 2008

- giochi di parole,di potere e di (ingenua) incredulità..

“Il testo di Repubblica online di oggi riporta la news:Caso Sme, assolto Berlusconi falso in bilancio non è più reato I giudici della I sezione penale del Tribunale di Milano lo hanno prosciolto, accogliendo la tesi della difesa: "I fatti non sono più previsti come reato". Applicata la legge varata dal governo del Cavaliere” Pudicamente Berlusconi è citato nel titolo e diventa Cavaliere nella news. Che siano due persone diverse? Che la legge l’abbia fatta un terzo ? Io rimango incredulo (non tanto per la notizia quanto per il potere della pudicizia…) eppure sono molto lontano dal V-Day quotidiano e-o massimalista. Uno sfogo ci può però scappare, ma mi evito anche quello.. Chissà che diranno i “moderati” che dovessero incappare nella notizia ? Non è che si girano da un’altra parte con gli occhietti … sbarrati o chiusi ?!
-Aggiunta un giorno dopo
ps. Dal passato … il presente (a quando un diverso futuro)
"Milan e Inter prosciolte dall'accusa di falso in bilancioSecondo il Giudice per l'udienza preliminare "il fatto non sussiste". Nessun procedimento contro Adriano Galliani, Ghelfi e l'ex dirigente nerazzurro Gambaro"
Le motivazioni sono simili a quelle del paragrafo precedente. Il legale difensore del Milan , che è anche difensore di Berlusconi ha dichiarato …e cosi “siamo 2 a zero”. Non disperarsi ma sperare ?

martedì 29 gennaio 2008

- Tutto in una volta

Tutto in una volta
i bambini li trovi ragazzi
i figli guardano ai papà come nonni
un’azione precedente viene a compimento

Tutto in una volta
l’ingovernabilità si fa minaccia di catastrofe e insopportabile
ci vengono in mente i troppi conflitti aperti
la violenza della guerra (urlata dai bush !) può degenerare

Tutto in una volta
viene fatto il primo esperimento per rendere la vista ad un cieco
ci troviamo nella condizione di poter vedere i movimenti interni ai nuclei
passiamo in rassegna –via infrarossi- mondi e galassie insospettabili

Tutto in una volta
sembra tornare urgente la “teoria delle valutazione di impatto decisionale”
le ricerche sulle nanotecnologie diventano pratiche con diffusioni operative

Tutto in una volta
è venuto a casa nostra un amico di Maxi che ha come progetto di ricerca minimo l’immortalità
e ne abbiamo parlato pacatamente

Tutto in una volta
sembra di essere “realisti” se si pensa di vivere all’incrocio
tra
qualche forma di finale
e
qualche forma di creazione

Tutto in una volta
dobbiamo tifare per fare progredire la speranza
siamo incerti tra idee di futuro e scomparsa della memoria

Tutto in una volta serve ancora una volta

Servono : intelligenze, pratiche e idee di futuro
piuttosto che del potere qualsiasi
piuttosto che il semplice e banale potere del e sul contingente
piuttosto che il potere sugli altri

Tutto in una volta
Fermarsi.
Per poter volare nell’immaginario e nel futuro

domenica 27 gennaio 2008

- Rabbie (schierate)

Rabbia
nessuna concessione alla indifferenza
verso la balbuzie distruttiva
del momento-sistema politico

rabbia
per la sfiducia espressa verso un governo
che perseguiva (.. pur con troppo “realismo”)
risanamento economico
rapporti sociali di maggiore qualità
servizi pubblici efficaci
merito vs nepotismo
trasparenze vs corruzione

rabbia
per una comunicazione
del governo sfiduciato
assolutamente inadeguata :
“insipienza comunicativa”

rabbia
per una squadra dirigente
caduta sulla sua “incompetenza”
professionale e rappresentativa

rabbia
per i processi e le scelte
dei rappresentati che esprimiamo
(volenti o nolentemente indotti..)

rabbia
per quelli come me
che (se) la cantano
ma a cui manca
una adeguata massa critica
x incidere significativamente per andare altrove

rabbia
per la reiterata riproposizione mediatica
del gongolante quanto intollerabile stile
del saltimbanco – pagliaccio multifacce
che prova a rinascere

rabbia
per la profonda difficoltà delle relazioni sociali
per la carenza di qualità “culturale” che circonda
per le difficoltà a vedere la competitività e produttività economica
passare dalla costruzione e utilizzo delle conoscenze
per le difficoltà di far “prevalere”
l’espressione della pace piuttosto che il conflitto

rabbia
a favore di chiunque proponga e organizzi l’adesione
a nuove regole sociali e politiche
a favore di regole adeguate alla nostra “società delle decisioni”

rabbia
a favore di nuovi diritti e doveri :
pluralismo strutturato oltre al formale
pluralismo culturale operativo oltre il formale
diritto all’attraversamento libero tra forme organizzative e culturali
sopravvivenza (almeno) minima x tutti coloro che lo desiderano
equo rapporto tra contributi e conseguenze esistenziali

rabbia
da tenere in serbo per proiettarci velocemente
nello spazio e nel tempo
con viaggi interplanetari
con staminali e nanotecnologie applicate sul nostro “dominio possibile”

rabbia
che sappia proiettarci
nelle direzioni da noi preferite
in un equilibrio corrispondente
alla “potenza e bontà” delle nostre decisioni

sabato 26 gennaio 2008

- Crisi: un concetto da "manovrare con intelligenza"

La parola “crisi” fa ormai parte del discorso quotidianamente. In questi giorni, dopo la messa in crisi del Governo Prodi (2) vale la pena fargli un giro attorno. Diciamolo subito : “crisi” ha valori semantici anche molto diversi tra loro. Crisi è concetto che ogni disciplina scientifica (o ambito prammatico) riprende a modo suo. Qui vorrei esaminare il concetto di crisi riferendomi alla sua evoluzione concettuale nella matematica del novecento e - in parallelo - nelle prassi del soggetto politico e del soggetto individuo. Partiamo dal concetto di crisi in matematica nell’otto - novecento. Con una bella e sintetica ricostruzione ci viene in aiuto Marco Pivetta in un articolo intitolato “Una crisi per la matematica” pubblicato su Ulisse. “…David Hilbert (1862-1943) pone all'attenzione dei matematici dell'epoca ventitrè questioni ancora irrisolte della matematica. Tra queste, la seconda risulta particolarmente interessante. .. Hilbert è il fondatore e il maggior esponente del formalismo, corrente di pensiero che nasce tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento e che per sua natura si contrappone ad altre due scuole di pensiero, nate pressoché nello stesso periodo: l'intuizionismo, i cui maggiori esponenti sono Kronecker e Brower, e il logicismo, fondato da Frege e Russell. Le tre correnti si differenziano tra loro per la diversa concezione della matematica. Secondo Hilbert la matematica deve la sua validità agli aspetti formali dei suoi teoremi e dei processi che ne regolano lo sviluppo, per cui un sistema matematico è valido se non presenta contraddizioni al suo interno, cioè se è coerente… Il progetto hilbertiano, che prevedeva la completa formalizzazione della matematica, crolla sotto i colpi del matematico e logico Kurt Gödel (1906-1978) che con i suoi teoremi di incompletezza, pubblicati nel 1931 distrugge il programma formalista di Hilbert. Nel primo teorema egli dimostra che se un sistema assiomatico, abbastanza ricco da contenere l'aritmetica, è coerente allora è incompleto, cioè esiste una proposizione all'interno di tale sistema che non può essere nè provata nè confutata. Gödel chiama indecidibile tale proposizione….” Ovvero, per Godel c’è una crisi di coerenza del sistema , formale o sostanziale considerato.
Il concetto di crisi può essere guardato anche in un altro modo, sempre dall’osservatorio della matematica, come “catastrofe”. Lo fa Renè Tom con la sua “teoria delle catastrofi” attorno alla metà del novecento. Per lui “L'universo è piu' un cosmo che un caos e la teoria delle catastrofi cerca di spiegare le sue forme, prescindendo dai substrati: qualsiasi forma deve la sua origine ad un conflitto. Thom ricorda brevemente le tappe principali della genesi matematica della teoria delle catastrofi: le ricerche in topologia algebrica sul concetto di "bordo" (il tipo più naturale di forma), i "gruppi di cobordismo", lo studio delle "singolarità" stabili (ad esempio la cuspide o "punto di inversione" di una caustica). Alla base della scelta del termine "catastrofe" c'è l'idea che certe discontinuità naturali sono associabili a dei processi conflittuali…..”
Thom intende rispondere a domande di questo tipo : Perché, all'improvviso, un terremoto? Perché, all'improvviso, uno scatto d'ira? Perché, all'improvviso, il crollo di un impero? Il suo percorso è strettamente morfogenetico e il suo punto di vista è multidisciplinare ma “determinista”.
“Thom non nutre ammirazione per la filosofia analitica, trova interessante il primo Wittgenstein, ma non il secondo; sottolinea invece il ruolo di Kuhn, soprattutto in relazione al problema del progresso scientifico, mentre esprime i suoi dubbi su Feyerabend, caratterizzando poi come una vera sciagura l'idea popperiana della falsificabilità come criterio di demarcazione tra la scienza e la pseudo-scienza; la visione popperiana del progresso scientifico come una crescita per prove ed errori, secondo Thom, è una visione romantica. Nel manifestare il suo scetticismo rispetto alla pretesa crisi delle grandi ideologie dei secoli scorsi, Thom affronta il problema del progresso, distinguendo tra progresso scientifico e progresso dell'umanità, tra progresso nella conoscenza e nel pensiero. La classificazione delle catastrofi è in fondo scientifica se nell'accezione del termine si accetta anche la speculazione…” E per finire il confronto sul determinismo lo portò ad una differenziazione profonda e sostanziale da Sartre.
“L'unica cosa che non possiamo scegliere, diceva Sartre, è la nostra libertà. Eh, no. Rispondeva Thom. C'è un'aporia irriducibile tra la necessità delle leggi fisiche e la libertà dell'uomo. E poiché le prime sono vere, ne deriva che l'altra è falsa. Non ci illudiamo di essere liberi. In realtà rispondiamo come ogni altro sistema al determinismo delle leggi fisiche.”
Non risolveremo certamente qui ed oggi questo confronto culturale e metodologico. Torniamo a noi, torniamo ad oggi. La crisi ,in questi giorni, può essere vista come “miseria” se guardiamo il funzionamento del sistema politico –rappresentativo (l’esempio italiano della messa in crisi del Governo Prodi e delle conseguenze oggi in primo piano ...). Ma possiamo anche vedere che questa “crisi” è la rappresentazione dell’onda lunga e del tracciato che dalla misera arriva fino alla bellezza e alla gioia che come individui sappiamo esprimere,vivere. Questi concetti di crisi ci hanno poi portati alla messa a punto dei concetti dei sistemi complessi e delle loro dinamiche. Noi, individui complessi ad ampio spettro non possiamo che mettere a disposizione tutte le nostre pulsioni. Alcuni le portano più frequentemente e con più determinazione verso la qualità, altri vanno altrove. Sta di fatto che ogni crisi ci piacerebbe che fosse frutto più di intelligenza che d’altro. Ma nei sistemi complessi si partecipa in tanti e non sempre la direzione è quella desiderata. Anche questo va accettato con “determinismo sistematico”? No, almeno queste piccole libertà prendiamocele scegliendo intelligentemente le crisi da favorire e preferire.

links
http://ulisse.sissa.it/biblioteca/recensione/2006/Ubib060419r001
http://ulisse.sissa.it/biblioteca/recensione/2006/Ubib060419r002
Teorema dell'incompletezza di Godel
http://www.emsf.rai.it/interviste/interviste.asp?d=282

venerdì 25 gennaio 2008

- parlare

In “Godel,Escher e Bach”,Adelphi,1990 D. Hofstadter inizia il capitolo sul tema dei “Livelli di descrizione e sistemi di calcolo” con questo incipit :”La Stringa G di Godel e una fuga di Bach hanno la possibilità di essere interpretate a livelli diversi. Tutti abbiamo dimestichezza con questo genere di cose…”. L’autore continua al paragrafo sulla “..mirmecofuga” con il seguente dialogo :
“…Achille: mi riesce difficile immaginare che io magari grido qualche cosa nella foresta, e sento un formicaio che mi risponde!
Formichiere: spiritoso, non è quella la loro forma di linguaggio. I formicai non conversano ad alta voce ma si servono della scrittura …
A. : …
F. : In realtà alcuni tracciati contengono informazioni in codice. Conoscendo il codice, vi si può leggere ciò che dicono come proprio come in un libro.
A. : C’è modo di farsi capire?
F. : Senza alcuna difficoltà. Di fatto, Furio e io conversiamo per ore. Usando un bastone disegno dei tracciati nel terreno umido e osservo le formiche che li seguono. Ad un certo punto viene iniziata una nuova pista. Provo una grande gioia a guardare il suo sviluppo. Via via che avanza io faccio anticipazioni sul suo percorso (e sbaglio più di quanto non indovini). Quando la pista è completata io so cosa pensa il barone di Monteformica e , allora, anch’io traccio la mia risposta..”

giovedì 24 gennaio 2008

- "La parola è un'ala del silenzio..."

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o
della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicita'.
P. Neruda

(nota : E’ tragico (per il contesto ) ma anche un poco comico (per chi l’ha letta)che una poesia di questa suggestione sia stata letta in senato a motivazione di un voto contro il governo Prodi che oggi chiede la fiducia. Nota :La poesia,comunque, è di : Martha Medeiros )

mercoledì 23 gennaio 2008

- Politiche per la costruzione del sapere (baronie e/o creatività)

Il conoscere parte dalla curiosità, dal trasferimento del conosciuto in modo competente e dalla creatività qualitativa del “pensatore”? Sul trasferimento della “conoscenza” il metodo è tutt’altro che univoco e sono poco garantite le componenti di merito. Il tutto non scandalizza ma almeno lo si ritenga una “brutta cosa”, una pratica che non deve avere il sopravvento. Per quel che mi riguarda preferisco un altro tipo di pratiche. Nel sistema anglo americano la raccomandazione è d’obbligo : garantire è (però) una responsabilità e una conferma della qualità del raccomandato. Altrove, come in italia, non è cosi chiara la situazione. Il problema diventa enorme quando il “troppo diverso” dal sistema americano (ma anche nel sistema americano esistono casi anomali : le facoltà di filosofia sono l’esempio più conosciuto…) diventa “Baronia”. Ovvero diventa organizzazione del disprezzo del merito e disprezzo della “gara non truccata”. Viviamo nel civile e tutti sappiamo essere un po santi e un po peccatori. Ma la tendenza, la propensione deve essere, deve voler essere positiva e comunque esplicita. Ma tantè. Ecco un caso, tuttaltro che insolito e isolato: “NON riesce proprio a farsene una ragione, l'oncologo Massimo Federico. "E' come se un calciatore avesse vinto la coppa Davis", dice. A Modena è accaduto di recente un fatto assai curioso: un professore associato in dermatologia è diventato ordinario in una prova bandita dal corso di laurea in odontoiatria. L'idoneo ha 36 anni e si chiama Giovanni Pellacani. E' il figlio del rettore, Giancarlo Pellacani (che ha anche un altro figlio docente a Giurisprudenza).” Si legga tutto l’articolo sul sito - Fonte: www.Repubblica.it - 2008-01-23
Nulla da commentare, tutto chiaro o meglio evidente ed abbastanza conosciuto. La questione va comunque posta e va superata questa “quasi unica o comunque prevalente” pratica, per il bene di (quasi) tutti. Questo può avvenire con nuove regole, con nuove pratiche e con sistemi che competono in modo diverso. Chi vuole “la moglie vuota e la botte ubriaca (J)” se la tenga ma chi vuole una sobrietà creativa della tensione al sapere e alla costruzione del futuro ha il diritto di vivere in un altro modo le sue tasse e le loro conseguenze.
Non saranno siti come quelli che qui sotto citiamo che cambieranno la situazione , ma in assenza di altre forme di “resistenza e nuova progettazione attiva” li segnaliamo :
http://www.ateneopulito.it/
http://malauniversitas.blog.tiscali.it/
http://it.wordpress.com/tag/luniversita-degli-orrori/
http://www.ateneopalermitano.it/

lunedì 21 gennaio 2008

- nebbie d'uffficio

nebbia
inizio in minuscolo
ma mi chiedo se converrebbe farlo
in maiuscolo
Non saprei decidermi, ora

nebbie
quegli andirivieni diversi del
bianco
visto
oscurato
tras-formato
quasi-nascosto
ri-emerso

nebbie
che non sempre si vedono
che spesso si cercano
che a volte si incontrano
che all'improvviso si trovano,
s' impattano

nebbie
da me amate
materia del poeta
odiate dai precisi
odiate dal guerriero risolutore
che frequentate con continuità
i posti di lavoro

nebbie
in presenza di buoni motivi
siete il rifugio

nebbie
grazie per la vostra forma,
grazie d'esistere



(da : Poesia dal lavoro)

domenica 20 gennaio 2008

- Parole

Parole (nov-2007)

Intuite in francese
Ed amate
Dette in inglese
E mal masticate
.. sono parole

Ascolto lo spagnolo
e vedo giallo
con il portoghese
c’è odor di pesce
attorno a me
.. sono parole

Sto zitto
E ascolto le parole
Del silenzio
Sgomento..
Sgomento ??

Parlo in italiano
E non mi capisco
Figuriamoci cosa capiscono
..altri
… sono parole

Parole
Ci guidano, le guidiamo ..
Basta prenderle un po meno che seriamente … !!

giovedì 17 gennaio 2008

- Come pensare ? Non è una domanda retorica: ecco 10 regole.

Pensare
non è facile come evocare
un qualche pensiero,
una qualche “concetto” preso a prestito

Pensare
È questione complessa
Un po incosciente
Un po ricercata
Ma anche – a volte e per qualcuno - vanitosa

Pensare
Come sinapsi che si formano qua e la
Tra vagonate di “modelli di pensiero” precostituiti
Tra segni e modelli di pensiero in formazione
Tra vagonate di interscambi cellulari

Pensare
Non è una priorità per molti
Ma può essere un piacere a disposizione
a volte dà molto

Pensare
È anche tecnica

Nota Qui propongo un decalogo del ricercatore Boyden che suggerisce un processo di organizzazione dei lavori di pensiero “tecnicamente ottimizzante”. Usare per credere e provare a verificare J


“1. Synthesize new ideas constantly. Never read passively. Annotate, model, think, and synthesize while you read, even when you're reading what you conceive to be introductory stuff. That way, you will always aim towards understanding things at a resolution fine enough for you to be creative.
2. Learn how to learn (rapidly). One of the most important talents for the 21st century is the ability to learn almost anything instantly, so cultivate this talent. Be able to rapidly prototype ideas. Know how your brain works. (I often need a 20-minute power nap after loading a lot into my brain, followed by half a cup of coffee. Knowing how my brain operates enables me to use it well.)
3. Work backward from your goal. Or else you may never get there. If you work forward, you may invent something profound--or you might not. If you work backward, then you have at least directed your efforts at something important to you.
4. Always have a long-term plan. Even if you change it every day. The act of making the plan alone is worth it. And even if you revise it often, you're guaranteed to be learning something.
5. Make contingency maps. Draw all the things you need to do on a big piece of paper, and find out which things depend on other things. Then, find the things that are not dependent on anything but have the most dependents, and finish them first.
6. Collaborate.
7. Make your mistakes quickly. You may mess things up on the first try, but do it fast, and then move on. Document what led to the error so that you learn what to recognize, and then move on. Get the mistakes out of the way. As Shakespeare put it, "Our doubts are traitors, and make us lose the good we oft might win, by fearing to attempt."
8. As you develop skills, write up best-practices protocols. That way, when you return to something you've done, you can make it routine. Instinctualize conscious control.
9. Document everything obsessively. If you don't record it, it may never have an impact on the world. Much of creativity is learning how to see things properly. Most profound scientific discoveries are surprises. But if you don't document and digest every observation and learn to trust your eyes, then you will not know when you have seen a surprise.
10. Keep it simple. If it looks like something hard to engineer, it probably is. If you can spend two days thinking of ways to make it 10 times simpler, do it. It will work better, be more reliable, and have a bigger impact on the world. And learn, if only to know what has failed before. Remember the old saying, "Six months in the lab can save an afternoon in the library."
Cite as: Boyden, E. S. "How to Think." Ed Boyden's Blog. Technology Review. 11/13/07. (
http://www.technologyreview.com/blog/boyden/21925/).

mercoledì 16 gennaio 2008

- un po di scienza e un po di sdrammattizzazione

Max è in visita al King’ College di Londra per verificare se andarci a studiare. Cosa è normale fare da parte di un padre a Como: andare sul sito del college e farci un giro, tra l’altro.
E in che cosa ti imbatti oggi nella home page del sito : con la news sulla costituzione di un gruppo specializzato per lo studio delle interazioni tra sangue e componenti operative del cervello. Sembra di essere perseguitati dalla riflessione sul nostro pensare. Sembra di essere perseguitati dall’ordine del giorno dell’eterna giovinezza. E’ ancora una questione che si nota, ma dobbiamo familiarizzarci al più presto. La centralità delle biotecnologie, e quelle applicabili sull’uomo in particolare sono una convergenza non “frenabile”. Neanche dagli urli dei creazionisti estremi, fodamentalisti. Certo che da osservatori e potenziali utenti sentiamo un po di smarrimento. Da operatori della ricerca e progettisti di nuove azioni sulle forme biologiche in generale e dell’uomo sentiamo l’eccitazione del fare, l’eccitazione del progetto di potenziale intervento. Bisogna fare incontrare queste distanti e distinte sensazioni e posizioni. E lo si potrà fare quando il tutto sarà più esplicito; quando la pratica degli interventi di biologia innovativa a livello rigenerativo diventerà ordinaria. Da qui a la ci sono tanti sbalzi ma è eccitante stare sulla giostra. E speriamo di starci in prima persona in modo soddisfacente.


- riferimenti e incipit dell’articolo

“Challenges of drug delivery to the brain - 14 Jan 2008, PR 11/08 An international group of scientists, including a team from King’s College London, has launched a new scientific society and coordinated reports on challenges in treating brain disorders, as summarised in an article published in Lancet Neurology this month. The new International Brain Barriers Society (IBBS) has been set up to act as a focus, reference point and forum for the field, and to fast-track discoveries related to the blood-brain barrier. Wherever blood in blood vessels comes into close contact with nervous tissue, in the brain, spinal cord and peripheral nerves, specialized barrier membranes are found. “

http://www.kcl.ac.uk/news/news_details.php?news_id=716&year=2008

- IBBS website: http://www.ibbsoc.org/- the Lancet article is available online:
http://www.ibbsoc.org/Lancet.pdf

- Blood Brain Barrier Group research page

lunedì 14 gennaio 2008

- quando si è stanchi è meglio tacere

o forse semplicemente
si tace,
ci si quieta,
alcuni si riposano.

Riferimenti post-post : da http://www.blogscope.net/?q=tacere
Searched for tacere in 3.6 secs. Total 6009 results, showing 1-10.
TACERE
28-Dec-2007 in stayfemale.blogspot.comTacere - Finland Website Myspace Last.fm Orkut Fotolog Metal + Tacere - A Voice In The Dark (2006) + Tacere - Beautiful Darkness (2007)...
(no title)
30-Aug-2007 in sipeisms.blogspot.com Taco, Tacere, Teci, Tactum- to taco...
sergio falcone, Tacere per non ferire...
8-Jan-2008 in sergiofalcone.blogspot.com Tacere per non ferire è la peggior forma d'ipocrisia. sergio falcone ...
Tacere...
4-Sep-2007 in thoughtsbymadrigal.blogspot.com Tacere e in jurul meu Tacerea sufletului tau Iubirea ta demult uitata Inima mea indurerata Tacere ai fost... ...vei fi mereu... Un gand pierdut in gandul meu... Tacere esti... ...tacerea mea... Tacere ce...
Meglio Tacere
25-Jan-2008 in nuovesinergie.blogspot.com Meglio tacere e passare per idiota che parlare e dissipare ogni dubbio. ...
o luna de tacere[continuarea la zile albe]
15-Jan-2008 in inethos.blogspot.com o luna de tacere. pentru cuvintele care le`ai spus si`n mijlocul soselei apoi le`ai pus iti dau o vesnicie de tacere. pentru... mele in loc tacere iei si nu e joc. pentru ale tale...
Tacere I devour (live)
22-Jun-2007 in samuraidebarrio.blogspot.com Tacere I devour (live)...
Adieu, Marcel (É bene tacere ogni tanto)
24-Sep-2007 in zonerarefatte.blogspot.com 20-Dec-2007 in royblog-myworld.blogspot.com Essere , dovere , piacere, tacere, volere, verbi persi nel niente se manca lei....
È bene tacere ogni tanto.
22-Sep-2007 in stregatadallaluna.blogspot.com (Marcel Marceau)... …….e via a seguire

domenica 13 gennaio 2008

- la fatica o le fatiche di vivere ?

su questo sito si trovano diverse poesie http://www.ilfiloonline.it/poesie.asp. Segnalo il sito e propongo una poesia. Nota : Non condivido l’impianto della comunicazione di questo testo - che ritengo troppo pieno di luoghi comuni un po vecchi e facilmente assemblati – cosi propongo un altro approccio al “tema” con "Le fatiche di vivere" : avanti con il confronto plurale.

La fatica di vivere (di gidi)

La fatica di vivere

si legge ogni mattina

quando con mano dolorosa s

i solleva il peso della propria anima,

si legge nel volto dello studente

tutto teso a carpire

la sua fetta di immensità,

nei calli del contadino pronto,

quale benefica nutrice,

a cibare la nostra anima affamata.

Essa è là perennepresente

a render onore come ancella alla speranza,

che sì appare più bella.

La fatica di vivere

sotto un sole che ti brucia,

sotto un vento che lacrimevole ti percuote.

La fatica di vivere

tra il male e l'indifferenza della gente,

superficialmente interessata ai tuoi mali.

La fatica di vivere una falsa vita,

che non serba gioia nel suo cuore,

ma solo la sua falsa ignobileipocrita dannazione.

Ma credetemi,la vita è solo un gioco !

Se non lo credete,se non volate sulle ali

di un pensiero felice,

di un'emozione positiva,

se non cercate di costruire

il mondo inseguendo i vostri sogni,

la vita sarà allora solo fatica !



- Le fatiche di vivere

le fatiche di vivere
sono diverse
per ognuno di noi

forse c’è un linguaggio
che accomuna “il senso”
delle fatiche di vivere
(ma è solo un modo di dire)

certamente la fatica di vivere
è univoca e irriducibile
è collegata
all’unicità dell’esistere
alla unicità dinamica del singolo aggregato
che chiamiamo soggetto

la fatica di vivere
a volte “prende il soggetto”
ma non può inglobarlo,
non si esaurisce in lui
se si evita di andare al suicidio, se si rimane soggetti
(anche nel caso della fatica di vivere
interrotta e interattiva
della depressione … “anche autopilotata”)

la fatica di vivere
non può inglobare
il soggetto
dinamico,provvisorio,
decisamente mutante

la fatica di vivere colpisce di più
alcuni soggetti
alcune personalità
alcune condizioni economico e sociali
alcune situazioni di aggregazione politica
in alcune aree del pianeta

la fatica di vivere è
diversamente pesante
diversamente distribuita
diversamente dannosa nel tempo spazio

la fatica di vivere
non si può neppure evitare
ti passa sopra
e quindi bisogna viverla
pur provando
a tenerla lontana
ad andarci “contro” :
Ognuno a modo suo !!
Ognuno con alleanze sociali particolari !!
Ognuno costruendo le sue preferenze organizzate di socializzazione!!
Ognuno tollerando (spero) le altre pratiche !!
Ognuno garantendo (c’è bisogno di nuove regole e diritti) la facilità di attraversamento!!

sabato 12 gennaio 2008

- da “i cinesi ad Harvard” ai processi formativi e scientifici reali - oggi : guardare bene per vedere meglio e agire di conseguenza

in un blog del “Corriere della sera” Cavalera propone un articolo dal tono “ammiccante" : I cinesi ad Harvard. (http://lanostracina.corriere.it/ ) L’idea espressa è la seguente : non sottovalutiamo la cultura della nuova classe dirigente Cinese; frequentano le scuole americane. E porta dei dati : “Pechino ormai da tempo favorisce l'espatrio (per fini di studio) dei suoi ragazzi per poi stimolarli al ritorno in posizioni professionali di peso. Una conferma di questa tendenza si ha dai dati pubblicati dalla agenzia Xinhua che riprende le cifre rese note da Harvard. Nel prestigioso centro universitario Usa la Cina è al secondo posto, dopo il Canada, per numero di giovani non americani iscritti (terza la Corea del Sud, quarta l'India: ennesima dimostrazione di quanto l'Asia e non solo la Cina sia un continente dinamico). Sono 400 su 3913 (il 10, 22 per cento degli immatricolati stranieri). Qualcuno sosterrà che sono comunque pochi. Non è vero: perchè ad Harvard vi è il numero chiuso e perchè c'è un secondo dato che fa riflettere. Nel 2007 la Cina ha spedito negli Stati Uniti (fonte l'Ambasciata Usa a Pechino) la bellezza di 51.500 giovani, il 40 per cento in più che nel 2006. Tutti a studiare. Possiamo essere molto critici nei confronti della Cina e del suo regime (e lo siamo a ragion veduta) ma di fronte alla lungimiranza che il Dragone dimostra nella formazione e nella cura dei suoi talenti dobbiamo solo inchinarci.”La considerazione che voglio fare è la seguente. I dati sono significativi ma la questione oggi è un’altra, diversa. Sono le università Cinesi che oggi formano e cominciano ad attirare studenti dal resto del mondo. Sono i Journal scientifici cinesi che cominciano a incidere sulla direzione della ricerca scientifica. Sono le università Cinesi che fanno e decidono le politiche di alleanza con le Università americane. Sono le Università Americane che provano a insediarsi in Cina. Allora? Quello che voglio evidenziare è che se si continuano a vedere i fenomeni socio-economico-culturali in ritardo non si fa un buon servizio né professionale né sociale. Per i riferimenti a sostegno di questa mia “tesi”, oltre alla mia esperienza diretta di contatti internazionali e storie relative, rimando ad analisi della letteratura e ai dati di merito. Ma chiedete pure – direttamente - a quei professori e ricercatori che frequentano il livello della ricerca e della conoscenza di livello internazionale (non quelli che la san già tutta…,ovviamente..) Provate a sfogliare i Journal con le ricerche di avanguardia anche americani : non ce ne sono molti senza un co-scrittore Cinese o orientale (India etc…) . Basta guardare bene. Dobbiamo interiorizzare che il processo di internazionalizzazione , anche a livello formativo e scientifico, è molto, molto vanti e plurale. Non è sufficiente guardarsi allo specchio per vedere il bello.

Ps.
Dati semplici da interpretare.
Prendiamo una università – quasi a caso - http://www.shisu.edu.cn/ - ed ecco alcuni dati.
“SISU has a full-time enrolment of over 1100 postgraduate students, 5300 undergraduate students, 1000 college students, and 900 international students.” Ovvero circa il 15% sono studenti internazionali.
.... “SISU has entered into partnership with more than 100 renowned universities in over 30 countries and regions. Quite a few foreign government leaders have visited SISU and many world celebrities are appointed as part-time professors. Every year, SISU sends its outstanding students to study abroad. Students of SISU have been invited to many important academic forums held home and abroad.”

giovedì 10 gennaio 2008

- Frontalieri si e frontalieri no

Oggi ho fatto la spola tra Como e Lugano
Accompagnando un frontaliero

In verità era una frontaliera
E i due laghi erano incorniciati
Da bianche montagne :
molto piacevole l’interazione

Ma chi sono mai i frontalieri?

Frontalieri
Chi sta di qua e va di là … a lavorare

Frontalieri
Chi pensa una cosa oggi e … un’alta domani

Frontalieri
Tra opportunità e … necessità

Frontalieri
Ma chi non è frontaliero
verrebbe da chiedersi

Frontalieri si, ma..
la questione si definisce però
nelle sue forme strutturali e concettuali

Frontalieri no
Bloccati da
Frontiere e steccati,
da confini,
regolamenti discriminanti,
da “culture falsamente autoctone” e di fatto chiuse …

Frontalieri si
Domani vorrei vedere
Un frontalierato dinamico
A sostegno ed a strutturazione
Di un pluralismo efficace e reale
non chiuso
non contro
non monoculturale
non provincialmente discriminatorio
ma vivacemente
pluriculturale
pluriesistenziale


Ps- Riferimenti per chi vuole saperne di più operativamente
- I trasnsfrontalieri ufficiali dell’Europa sono stati circa 400 mila da indagini statistiche europee nel 1995Al sito : http://www.europarl.europa.eu/workingpapers/soci/w16/summary_it.htm trovate uno studio sul tema dei frontalieri in Europa

mercoledì 9 gennaio 2008

- attimi apparentemente vuoti

attimi
attimi di attenzione lasciano spazio
ad attimi di disallineamento
e a d altri di abbandono

attimi
che si concentrano
sulla ruota del mouse
meccanicamente
senza muoversi nel web

attimi
che guardano vuoti nel cubo TV
senza vedere
l’ennesimo scorrere di immagini di nonsens

attimi
apparentemente vuoti
lasciano sempre un po stupiti
anche gli attimi vuoti
vanno un po gustati

- Hillary deve proprio far paura

Hillary Clinton sta soffrendo per perseguire la sua candidatura e la sua Presidenza degli Stati Uniti. E’ una donna che guarda alla politica e fa poca tenerezza, se si vuole. Ma ricordiamoci : Hillary guida due campagne concomitanti contro due grandi lobbies nei primi anni novanta. Vuole promuovere la sanità sociale – all’europea per intenderci – e il controllo e riduzione delle armi. Due obiettivi civili rilevantissimi e umanamente solo condivisibili. Ma non aveva fatto i conti e le due lobbies alleate si ribellarono con forza. I repubblicani recuperarono dopo 40 anni il controllo del Congresso americano. E tra scandali e ritirate impongono a Hillary di stare dietro le scene e a Bill Clinton di “ammorbidire” le spinte sociali. Hillary si ripresenta ma ha subito una forte sconfitta nel primo stato e si profila una sua ulteriore sconfitta nel secondo. Si parla della promessa “Obama” . La mia opinione – che prescinde da una idea su Obama- è che le lobbies siano al lavoro e sembrano ottenere, anche questa volta, qualche successo. Speriamo che non l’abbiano vinta! La sanità pubblica, anche se plurale, e la riduzione della diffusione delle armi sono due pilastri per una società civile se si vogliono fare progetti grandi : siano essi nelle nanotecnologie, nelle biotecnologie o nella esplorazione di nuovi mondi e di nuove forme della materia.Hillary , buona fortuna!

martedì 8 gennaio 2008

- previsioni di futuri : una griglia

Each year since 1985, the editors of THE FUTURIST have selected the most thought-provoking ideas and forecasts appearing in the magazine to go into our annual Outlook report. Over the years, Outlook has spotlighted the emergence of such epochal developments as the Internet, virtual reality, and the end of the Cold War.Here are the editors' top 10 forecasts from Outlook 2008:
1. The world will have a billion millionaires by 2025. Globalization and technological innovation are driving this increased prosperity. But challenges to prosperity will also become more acute, such as water shortages that will affect two-thirds of world population by 2025. --James Canton, author of "The Extreme Future," reviewed in THE FUTURIST May-June 2007, p. 54
2. Fashion will go wired as technologies and tastes converge to revolutionize the textile industry. Researchers in smart fabrics and intelligent textiles (SFIT) are working with the fashion industry to bring us color-changing or perfume-emitting jeans, wristwatches that work as digital wallets, and running shoes like the Nike +iPod that watch where you're going (possibly allowing others to do the same). Powering these gizmos remains a key obstacle. But industry watchers estimate that a $400 million market for SFIT is already in place and predict that smart fabrics could revitalize the U.S. and European textile industry. --Patrick Tucker, "Smart Fashion," Sep-Oct 2007, p. 68
3. The threat of another cold war with China, Russia, or both could replace terrorism as the chief foreign-policy concern of the United States. Scenarios for what a war with China or Russia would look like make the clashes and wars in which the United States is now involved seem insignificant. The power of radical jihadists is trivial compared with Soviet missile capabilities, for instance. The focus of U.S. foreign policy should thus be on preventing an engagement among Great Powers. --Edward N. Luttwak, "Preserving Balance among the Great Powers," Nov-Dec 2006, p. 26
4. Counterfeiting of currency will proliferate, driving the move toward a cashless society. Sophisticated new optical scanning technologies could, in the next five years, be a boon for currency counterfeiters, so societies are increasingly putting aside their privacy fears about going cashless. Meanwhile, cashless technologies are improving, making them far easier and safer to use. --Allen H. Kupetz, "Our Cashless Future," May-June 2007, p. 37
5. The earth is on the verge of a significant extinction event. The twenty-first century could witness a biodiversity collapse 100 to 1,000 times greater than any previous extinction since the dawn of humanity, according to the World Resources Institute. Protecting biodiversity in a time of increased resource consumption, overpopulation, and environmental degradation will require continued sacrifice on the part of local, often impoverished communities. Experts contend that incorporating local communities' economic interests into conservation plans will be essential to species protection in the next century. --World Trends & Forecasts, Nov-Dec 2006, p. 6
6. Water will be in the twenty-first century what oil was in the twentieth century. Global fresh water shortages and drought conditions are spreading in both the developed and developing world. In response, the dry state of California is building 13 desalination plants that could provide 10%-20% of the state's water in the next two decades. Desalination will become more mainstream by 2020. --William E. Halal, "Technology's Promise: Highlights from the TechCast Project," Nov-Dec, p. 44
7. World population by 2050 may grow larger than previously expected, due in part to healthier, longer-living people. Slower than expected declines of fertility in developing countries and increasing longevity in richer countries are contributing to a higher rate of population growth. As a result, the UN has increased its forecast for global population from 9.1 billion people by 2050 to 9.2 billion. --World Trends & Forecasts, Sep-Oct 2007, p. 10
8. The number of Africans imperiled by floods will grow 70-fold by 2080. The rapid urbanization taking place throughout much of Africa makes flooding particularly dangerous, altering the natural flow of water and cutting off escape routes. If global sea levels rise by the predicted 38 cm by 2080, the number of Africans affected by floods will grow from 1 million to 70 million. --World Trends & Forecasts, July-Aug 2007, p. 7
9. Rising prices for natural resources could lead to a full-scale rush to develop the Arctic. Not just oil and natural gas, but also the Arctic's supplies of nickel, copper, zinc, coal, freshwater, forests, and of course fish are highly coveted by the global economy. Whether the Arctic states tighten control over these commodities or find equitable and sustainable ways to share them will be a major political challenge in the decades ahead. --Lawson W. Brigham, "Thinking about the Arctic's Future: Scenarios for 2040," Sep-Oct 2007, p. 27
10. More decisions will be made by nonhuman entities. Electronically enabled teams in networks, robots with artificial intelligence, and other noncarbon life-forms will make financial, health, educational, and even political decisions for us. Reason: Technologies are increasing the complexity of our lives and human workers' competency is not keeping pace well enough to avoid disasters due to human error. --Arnold Brown, "'Not with a Bang': Civilization's Accelerating Challenge," Sep-Oct 2007, p. 38All of these forecasts plus dozens more were included in the report that scanned the best writing and research from THE FUTURIST magazine over the course of the previous year. The Society hopes this report, covering developments in business and economics, demography, energy, the environment, health and medicine, resources, society and values, and technology, will assist its readers in preparing for the challenges and opportunities in 2008 and beyond.The Outlook 2008 report was released as part of the November-December 2007 issue of THE FUTURIST magazine.
http://www.wfs.org/Nov-Dec%20Files/TOPTEN.htm
- Annotazioni
Le previsioni sul futuro andrebbero ricavate dalle visioni che portano poi ad azioni e scoperte che vanno a forgiare i futuri. Senza visioni di futuro non si riesce a spostarsi in una qualche direzione, si è semplicemente sospinti.
Ma poi, le guardi e le riguardi e queste “previsioni” :
- ti sembrano fin troppo famigliari
- vorresti posizionarti nei trends e sembra un lavoro inutile
- ti provocano scetticismo sulle priorità da darti x il tuo agire prossimo venturo
(Forse non erano queste le previsioni più interessanti x il prossimo futuro – ma anche queste danno materiale x riflessioni oltre il telegiornale)

domenica 6 gennaio 2008

- del provvisorio (triste)

Del provvisorio (triste)

Di provvisori ce ne sono molti

Provvisorio è il dolore fisico che segnala l’anomalia biologica
Provvisorio è il pensiero fugace che si forma e si dissolve
Provvisorio è la forma del nostro essere materializzato ed in controllo apparante
Provvisorio è il nostro punto di vista “culturale”

Di provvisori ce ne sono molti

Il provvisorio può essere
Allegramente ricordato
Difficilmente spiegato
Facilmente intuito

Il provvisorio su cui mi fermo oggi
È quello della tristezza incolmabile

Oggi una giovane donna
È passata ad altra forma,
lascia due giovani marmocchi
e una serie di relazioni
lascia le sue speranze

Noi la possiamo solo accompagnare
Alla sua nuova provvisorietà

- i colori dell'intimità a Narbolia

I colori dell’intimità a Narbolia

Non è “stagione”
Né mezza stagione
E’ comunque splendido
È meraviglia naturale
È il colore del verde : nelle sue sfumature

Impatto esaltato
Dalla macchia mediterranea,
dalle acacie,
dai fichi d’india

Questo è il contesto,
l’ambiente dell’intimità.

Passi,
passi nel verde chiaro,
passi con a fianco il cane,
Passi,
nella pineta a scendere verso il mare,
con Kelly a rincorrere il sottobosco

Lo sguardo si sfuma all’orizzonte
E lascia spazio all’introiezione

Tu guardi,
sguardi.

Sguardi:
tra i colori dell’intimità.

Si, Sfumature
ma anche improvvise e profonde crepe
scissioni.
Il blu scuro lascia il posto al rosso,quindi il nero tagliente della paura,
dell’intensità emotiva,
delle più diverse paure.

Poi, riprendono le successioni sfumate
e l’intimità,
lo sguardo dentro,
si placa,calma.
Si può tornare a guardare il paesaggio,
il verde chiaro che scivola via verso futuri sconosciuti., futuri incoscienti.

Apparentemente in controllo della situazione,
in realtà a interagire con l’intimità,
sterminata, incalzante, continuamente diversa.

Intimità,
preferisco guardarti da qui,
immerso in questi colori sfumati.
È anche illusione,
lo so,
lo sappiamo,
ma ci si consenta almeno questo.

(una riproposizione - da un file di vecchie poesie)

sabato 5 gennaio 2008

- pensieri trasparenti (?) : individui e istituzioni

come non segnalarci questo esperimento scientifico
“PITTSBURGH (USA) - La «macchina che legge il pensiero» sembra destinata ad uscire dai libri di fantascienza e a diventare realtà.
A Pittsburgh negli Stati Uniti un gruppo di ricercatori della Carnegie Mellon University ha fatto un primo, cruciale passo in avanti: con l'aiuto di un sofisticato scanner e di uno speciale computer ha trovato il modo di scoprire se il cervello sta pensando ad una cosa o all'altra.
LA RICERCA - Per il momento - riferisce il tabloid londinese «Daily Mail» - i ricercatori di Pittsburgh possono individuare, con un'accuratezza del 97%, soltanto se il soggetto sta pensando ad un dato oggetto presentato in precedenza tra dieci diverse immagini di edifici e di utensili. Infatti sono in grado di identificare le attività delle zone del cervello corrispondenti alle immagini di alcuni oggetti e al loro uso. Contano però di poter fare rapidamente dei progressi sulla scia di questo importante successo. «Speriamo - ha detto la dottoressa Svetlana Shinkareva - di poter identificare non soltanto i pensieri associati a immagini ma anche quelli connessi a parole e poi a frasi».”
… e come non riflettere e commentarlo?
La direzione di questo esperimento - oltre che interessante - “propone” la necessità urgente di nuove visioni per affrontare il futuro in modo rinnovatamene e adeguatamente “consapevole”.
La questione è urgente sia per noi come individui che come soggetti appartenenti a comunità attive e strutturate.
Il pensare letto da uno scanner e quindi privo di - individualità,riservatezza e distinzione tra prova /esperimento concettuale e esperienza operativa / esternalizzazione – richiede di ripensare alle forme stesse del soggetto ma ancor più radicalmente alle forme delle collettività. Un “pensiero sempre pubblico” trasforma l’idea di soggetto. Un pubblico che “legge il privato” trasforma l’idea e la pratica aggregativa di ogni organizzazione pubblica.
Mi fermo alle soglie dell’immaginazione delle future visioni proponendo almeno la necessità di pensare e organizzare praticamente istituzioni che consentano un reale “pluralismo strutturato” che operino in forme diversificate e attraversabili sulla base delle mutanti opzioni dei singoli.
Queste opzioni sociali strutturate potrebbero consentire sia libertà maggiori ai singoli che efficacia di funzionamento alle istituzioni/organizzazioni stesse. Ri-Pensarci singolarmente e collettivamente è urgente.

giovedì 3 gennaio 2008

poesia e politica : un punto di vista

Appunti su alcuni caratteri della poesia politica, con alcuni esempi a me cari.
di Gianna Montanari

Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!

Quando cerco qualche esempio di poesia politica, il primo testo che mi viene in mente è il sesto canto del Purgatorio. Mi chiedo se ci sia stata epoca nella storia italiana, da Dante in avanti, in cui questi versi immortali non abbiano perfettamente rispecchiato la situazione del momento. E particolarmente attuali, nel seguito dell’invettiva, sono i versi in cui Dante bolla con sdegno i capipopolo:
Ché le città d’Italia tutte pieneson di tiranni, e un Marcel diventaogne villan che parteggiando viene.In quanto a Firenze:Molti rifiutan lo comune incarco;ma il popol tuo sollicito rispondesanza chiamare, e grida: ‘I’ mi sobbarco!’
Parole pesanti come pietre, che possono ricordarci il linguaggio dei profeti biblici, e che ancora ci fanno partecipare dell’indignazione del sommo poeta, intrise come sono di sdegno e insieme di amore, amore per l’Italia e per la sua città. Una miscela altamente tonica.



http://www.kore.it/caffe/poesia/montanari.html

poesia e politica : un punto di vista

Appunti su alcuni caratteri della poesia politica, con alcuni esempi a me cari.
di Gianna Montanari


Ahi serva Italia, di dolore ostello,

nave sanza nocchiere in gran tempesta,

non donna di province, ma bordello!


Quando cerco qualche esempio di poesia politica, il primo testo che mi viene in mente è il sesto canto del Purgatorio. Mi chiedo se ci sia stata epoca nella storia italiana, da Dante in avanti, in cui questi versi immortali non abbiano perfettamente rispecchiato la situazione del momento. E particolarmente attuali, nel seguito dell’invettiva, sono i versi in cui Dante bolla con sdegno i capipopolo:
Ché le città d’Italia tutte pieneson di tiranni, e un Marcel diventaogne villan che parteggiando viene.In quanto a Firenze:Molti rifiutan lo comune incarco;ma il popol tuo sollicito rispondesanza chiamare, e grida: ‘I’ mi sobbarco!’
Parole pesanti come pietre, che possono ricordarci il linguaggio dei profeti biblici, e che ancora ci fanno partecipare dell’indignazione del sommo poeta, intrise come sono di sdegno e insieme di amore, amore per l’Italia e per la sua città. Una miscela altamente tonica.



http://www.kore.it/caffe/poesia/montanari.html

mercoledì 2 gennaio 2008

del dire Poesia

del dire “poesia”

è facile tirarsi fuori
da una disputa cosi impegnativa
è ancor più facile essere superficialmente
inutili

diciamoci la storia
dell’espressione poetica :
1- semantica più musicalità
2- creatività totale

diciamo il mio punto di vista
POESIA è
Dire con …. almeno ...
passione,competenza e libertà (+o- interattiva)
dopo …. adeguata
ricerca, riflessione - creazione immaginativa
e
immersi nell’azione


- LIBRI
Tutti i libri del mondo
non ti danno la felicità,
però in segreto ti rinviano a te stesso.

Lì c'è tutto ciò di cui hai bisogno,
sole stelle luna.
Perché la luce che cercavi vive dentro di te.
La saggezza che hai cercato a lungo in biblioteca
ora brilla in ogni foglio,
perché adesso è tua.

Hermann Hesse da La felicità, versi e pensieri

in festum

bicchieri inseguon bicchieri

auguri
fanno da sfondo
di qualche cosa che si fatica a percepire

auguri
impercepibili e senza senso
o sfondo impercettibile e senza senso ?

di auguri
non è mai morto nessuno
verrebbe da dire
ma è proprio cosi?

il tempo ,
anche se passa vuoto
passa
e si dà che qualche assenza
venga lasciata indietro

anche se "in festum"
si rischia
che il vuoto sia dietro, in corso
e ancor più tristemente
davanti

Ma poi arriva il calice pieno
e spumeggiante
e tutto va oltre,
va verso il verso ..
ma non interroghiamoci troppo...

inizio

la Mandel mi dice, dai il template è pronto: ora puoi dire quello che vuoi.
Ma è davvero cosi?
E come la mettiamo con i modelli di pensiero, con i pensieri già pronti, con i limiti del dire,
con le parole che non sai e quelle che inventerai?
Come la mettiamo?
meglio un po di dubbi che troppe o anche poche certezze: cosi ... puoi (forse) dire (un po di) quello che vuoi