giovedì 31 luglio 2008

- Basta il sarcasmo? anche se di Diamante?

Oggi, è uscito un articolo di carattere e con considerazioni sociologiche da parte di E. Diamante su un aspetto alla base di qualsiasi società : il sistema educativo. Il tono è sarcastico. Il tema è quello dei “contenuti e delle relazioni” educative nella scuola d’oggi. Dopo una disanima della situazione (catastrofica?!) odierna, l’opinionista la butta sul sarcasmo. E sviluppa quindi le seguenti considerazioni (urla al cielo con le mani nude..) :… dalla società si leva il grido

…“ Maledetti professori. Responsabili di questa generazione senza qualità e senza cultura. Senza valori. Senza regole. Senza disciplina. Mentre i genitori, le famiglie, i predicatori, i media, gli imprenditori. Loro sì che il buon esempio lo danno quotidianamente. Partecipi e protagonisti di questa società (in)civile. Ordinata, integrata, ispirata da buoni principi e tolleranza reciproca. Per non parlare del ceto politico. Pronto a supplire alle inadempienze e ai limiti della scuola. Guardate la nuova ministra: appena arrivata, ha già deciso di attribuire un ruolo determinante al voto in condotta. Con successo di pubblico e di critica. “
I.D. (Repubblica,28 luglio,08)
Mi chiedo : basta il sarcasmo? Magari bastasse un può di sano distacco, un po di ironia o anche del sarcasmo. Ma, come giustamente osserva il nostro opinionista, la situazione è molto grave, quasi “non prendibile”. … “Maledetti professori. Non servono più a nulla. Meglio abolirli per legge. E mandarli, finalmente, a lavorare.” E invece va presa dalla parte che si vuole. O meglio dalle parti che la si vuole. Un “soggetto qualsiasi” si chiede : che mai ho a che fare con gente che “ha un’altra cultura”,.. “fa altre scelte” .. “ha altre preferenze” ? Non basta più chiederselo: servono risposte operative sia a livello istituzionale che sociale. Facciamo un passo indietro. Le risposte organizzative – per dirimere le opzioni - storiche sono state : a- il conflitto fino alla guerra e alla prevalenza di qualcuno b- il tentativo di melting pot c- la democrazia della maggioranza d- forme locali diverse (che qui rispettiamo ma la cui trattazione qui ci porterebbe lontano,fuori tema) che hanno alla base le loro altrettanto diverse e non sempre condivisibili motivazioni.
Allora? Allora ,si tratta di diventare “realisti” e – sapendone la fattibilità – prendere in seria considerazione l’organizzazione pratica delle differenze. Oltre alla “democrazia della maggioranza” ci sono altre forme istituzionali possibili (?!). Un livello minimo generalizzato di istituzionalizzazione va garantito : le garanzie sui diritti generali (da concordarne un po i confini) dell’uomo. E poi, l’organizzazione delle differenze , delle decisioni “impegnative” (per volume,incidenza … ) con le relative conseguenze. Esempio pratico. Se “un soggetto” sta in una comunità e paga le tasse per avere pensioni e sanità sociale non può essere assimilato a chi ha una idea e una pratica che lo porta a non pagare le tessa (e magari pure volere sanità e pensioni…). Qui c’è uno spartiacque, una nuova forma organizzativa che va attivata : la organizzazione della democrazia delle decisioni ! Su questo dobbiamo e possiamo andare a costruire il nostro futuro e con esso il nostro farci e disfarci - comprensivo dell’espressione delle strutture dirigenti. Perché mai chi accetta il valore dell’organizzazione per merito, impegno e socialità dovrebbe avere le stesse “azioni e le stesse conseguenze” di chi rifiuta l’organizzazione sulla base del merito, preferisce la disuguaglianza dei contributi, la gerarchizzazione (diversa) delle relazioni e una comunità dei furbini ?
Non è più tempo di indugi. La società delle decisioni implica conseguenze diverse per preferenze e decisioni diverse. Poi, il tema - di come organizzare l’attraversamento tra il nostro essere multiformi e multifacce e le forme istituzionalizzate delle diversità - rimane una questione aperta importante da non sottovalutare. Ma non si può che partire dalla costruzione della istituzionalizzazione delle diverse preferenze! Questa volta (purtroppo,forse..) senza troppo sarcasmo !

martedì 22 luglio 2008

- Fais moi mal, Johnny (ancora un po ...??...)

- Fais-moi mal, Johnny

Oggi leggiamo, da internet, delle “pratiche del potere” in carica (per altro prevedibili) questo : “Sì definitivo al Lodo Alfano immunità per le alte cariche” (ovvero : il salva “uno” è un dado tratto!)
Consoliamoci con un po di francese condanna, protesta e ironia d’altri tempi. E ringraziamo Boris Vian.
- Paroles: Boris Vian. Musique: Alain Goraguer 1956

Il s'est levé à mon approche Debout, il était bien plus p'titJe me suis dit c'est dans la pocheCe mignon-là, c'est pour mon litIl m'arrivait jusqu'à l'épauleMais il était râblé comme toutIl m'a suivie jusqu'à ma piauleEt j'ai crié vas-y mon loupFais-moi mal, Johnny, Johnny, JohnnyEnvole-moi au ciel... zoum!Fais-moi mal, Johnny, Johnny, JohnnyMoi j'aim' l'amour qui fait boum!
Il n'avait plus que ses chaussettesDes bell' jaunes avec des raies bleuesIl m'a regardé d'un œil bêteIl comprenait rien, l'malheureuxEt il m'a dit l'air désoléJe n'ferais pas d'mal à une moucheIl m'énervait! Je l'ai gifléEt j'ai grincé d'un air faroucheFais-moi mal, Johnny, Johnny, JohnnyJe n'suis pas une mouche... zoum!Fais-moi mal, Johnny, Johnny, JohnnyMoi j'aim' l'amour qui fait boum!


Voyant qu'il ne s'excitait guèreJe l'ai insulté sauvagementJ'y ai donné tous les noms d'la terreEt encor' d'aut's bien moins courantsÇa l'a réveillé aussi secEt il m'a dit arrête ton charreTu m'prends vraiment pour un pauve mecJ'vais t'en r'filer, d'la série noireTu m'fais mal, Johnny, Johnny, JohnnyPas avec des pieds... zing!Tu m'fais mal, Johnny, Johnny, JohnnyJ'aim' pas l'amour qui fait bing!

Il a remis sa p'tite chemiseSon p'tit complet, ses p'tits souliersIl est descendu l'escalierEn m'laissant une épaule démisePour des voyous de cette espèceC'est bien la peine de faire des fraisMaintenant, j'ai des bleus plein les fessesEt plus jamais je ne diraiFais-moi mal, Johnny, Johnny, JohnnyEnvole-moi au ciel... zoum!Fais-moi mal, Johnny, Johnny, JohnnyMoi j'aim' l'amour qui fait boum!

Lui s’è alzato e m’ha abbordato
Dritto, era così piccolo
Mi son detta “Me lo faccio”
Che bocconcino, giusto per il mio letto

M’arrivava giusto alla spalla
Ma per il fisico era ok
M’ha seguito nella stanza
E gli ho urlato “Vai mio lupo!”

“Fammi male, Johnny, Johnny, Johnny
Portami in cielo… zum!
Fammi male, Johnny, Johnny, Johnny
Amo l’amore che fa bum!”
Falle male, falle male, falle male, falle male

Non aveva più che solo i calzini
Di un bel giallo a righe blu
M’ha guardato con uno sguardo ebete
Aveva capito qualcosa, l’infelice
E m’ha detto con l’aria desolata
“Io non farei male neanche ad una mosca”
M’innervosiva!
L’ho schiaffeggiato
E ho digrignato con aria feroce
“Fammi male, Johnny, Johnny, Johnny
Io non sono una mosca… zum!
Fammi male, Johnny, Johnny, Johnny
Amo l’amore che fa bum!”

Falle male, falle male, falle male, falle male

Vedendo che non s’eccitava per niente
L’insultai selvaggiamente
Gli dissi tutti gli insulti della terra
Anche di quelli che tu non sai

Lì s’è svegliato quasi di botto E m’ha detto:
“Frena la tua furia Mi prendi veramente per un poveretto?
Io ti rovino, come non mai!”

“Mi fai male, Johnny, Johnny, Johnny
Non con i piedi… zing! Mi fai male, Johnny, Johnny, Johnny

Non amo l’amore che fa bing!”
Falle male, falle male, falle male, falle male

S’è rinfilato la camicina
Il suo completino, le scarpettine
Ha disceso le scale
E m’ha lasciata una spalla rotta

Per ragazzacci di questa specie
Vale la pena diventar far le spese

Ora, ho le chiappe tutte blu

E d’ora in poi non dirò più

“Fammi male, Johnny, Johnny, Johnny
Portami in cielo… zum!
Fammi male, Johnny, Johnny, Johnny
Amo l’amore che fa bum!”

Oh, Johnny Che bestia
"Oh Johnny che male oh"

domenica 20 luglio 2008

- scusa (senza appello)

Oggi – potrei anche dire di averlo fatto senza volerlo (ma questa è una aggravante) -sono stato decisamente scostante, sciocco e intollerabile causando inutili irritazioni (e forse sofferenze) in una giovane ragazza incontrata perché “amica” di un ragazzo con cui lavoro .

- L’evento

Una collina sul fianco sinistro del Lago maggiore tra Arona e Meina. Un ambiente visivamente piacevole che mi rimanda alla prefazione di “At home in the universe “ dove Kauffman dice che parlando con Smolin gli venne l’idea di un diverso approccio alla fisica.

Io non sono interessato a discutere di teorie e neppure i miei interlocutori. Ma la ragazza con cui pranzo dice di interessarsi alla psicologia. Io “Semplifico” (troppo) : “la psicologia ha dato il suo contributo importante lo scorso secolo… “ … “… forse è meglio la psichiatria … che entra nel merito di questioni più biochimiche…” … “.. meglio un po di scienze della natura che discorsi sul sociopsicologico…”. Insomma , una serie di frasi fatte, molto banali e semplici che provocano dolore e mettono a nudo la mia “stupidità scientifica” applicata malamente.

Il tutto degenera in una imbarazzante gestione del resto del pranzo nel modo meno piacevole possibile. Non ho neppure la forza per provare a riprendere un po di “punti della dignità”. Gli altri sono giustamente infastiditi dalla mia rozzezza precedente.

Fortunatamente dobbiamo tornare a lavorare e il periodo di sofferenza interattiva finisce abbastanza in fretta. Ma il dolore per l’accaduto perdura (almeno in me).


- La condanna

Due azioni finalizzate come condanna : 1- richiesta pubblica di scuse e evidenziazione della mia stupidità interattiva e culturale e 2- “ripasso” privato sulle tendenze attuali della “psicologia”.


- Le conseguenze (immediate) dell’autocondanna

1- Le pubbliche scuse sono qui
2- Lo studio e l’aggiornamento è in due tappe (qui di seguito i titoli delle teorie psicologiche più interessanti nel tempo) e l’impegno ad approfondire il tema.

- Allegato : teorie e riferimenti ragionati sulla psicologia


Le principali teorie psicologiche (brevissima sintesi)

- S. Freud

Sigmund Schlomo Freud (Příbor, 6 maggio 1856Londra, 23 settembre 1939) fu un neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco, fondatore della psicoanalisi, una delle principali correnti della moderna psicologia, ha elaborato la teoria dell'"Iceberg", secondo la quale l'inconscio governa il comportamento e il pensiero degli esseri umani e delle interazioni tra individui.

“L’interpretazione dei sogni”. Per convenzione si usa datare la nascita della psicoanalisi con la prima interpretazione esaustiva di un sogno scritta da Freud: si trattò di un suo sogno personale della notte tra il 23 e il 24 luglio 1895, e riportato anche ne L'interpretazione dei sogni come "il sogno dell'iniezione di Irma". La sua interpretazione rappresentò l'inizio dello sviluppo della teoria freudiana sul sogno.

L'influenza di Freud fu determinante in due campi correlati ma distinti. Sviluppò simultaneamente una teoria della mente e del comportamento e tecniche cliniche finalizzate all'apporto terapeutico nella risoluzione delle nevrosi. Molti sostengono che abbia influenzato solo il primo campo.
Secondo alcuni, il contributo forse più significativo di Freud al pensiero moderno fu la sua concezione dell'inconscio.


- Jung e la Psicologia Analitica

Carl Gustav Jung fu uno dei più noti e influenti seguaci di Freud. Nato nel 1875 a Kesswil, in Svizzera, figlio di un pastore protestante,Jung si laurea in Medicina e nel 1900 entra a lavorare nell' ospedale psichiatrico di Zurigo, diretto da Eugen Bleuler (1857-1939).
Venuto a conoscenza delle teorie di Freud, intrattiene con lui scambi epistolari ed entra a far parte del movimento psicoanalitico, ma con la pubblicazione del suo volume Trasformazioni e simboli della libido (1912) vengono alla luce i suoi dissensi teorici con Freud e nel 1913 il loro rapporto si interrompe.

- A. Freud: La Psicoanalisi Infantile

Anna Freud, figlia di Sigmund Freud (Vienna 1895 - Londra 1982). Psicoanalista si occupò fin dall'inizio di psicoanalisi infantile, ponendosi in contrasto con le posizioni cliniche e teoriche di M.Klein; quest'ultima aveva ipotizzato che era possibile estendere anche ai bambini la psicoanalisi applicata agli adulti, mentre la Freud riteneva che tale trasferimento non fosse possibile. Altra divergenza, riguardava le tecniche analitiche utilizzate: per la Freud gli strumenti più utili erano il ricorso ai disegni, l'interpretazione dei sogni e, a volte se necessario, la libera associazione


- W.Reich : L'analisi del Carattere

Wilhelm Reich psicoanalista austriaco naturalizzato statunitense (Galizia 1897 - Pennsylvania 1957) fu il più noto tra i dissidenti freudiani della seconda generazione (dopo A.Adler e C.G.Jung). Il suo nome è legato al tema della liberazione e rivoluzione sessuale. La teoria sull'orgasmo, la teoria del carattere e la tecnica di analisi del carattere sono le componenti fondamentali della sua psicologia. La sanità psichica dipende dalla potenza orgastica che però viene inibita dalla società moralizzatrice (del suo tempo) producendo così effetti di stasi e resistenze che contribuiscono a costituire l'armatura del carattere.


- B.F. Skinner : La Teoria del Rinforzo (comportamentista)

Burrhus Frederik Skinner psicologo statunitense (Pennsylvania, 1904 - Massachusetts 1990). Fu uno dei principali rappresentanti contemporanei del comportamentismo, incarnando l'ortodossia di J.B. Watson. Secondo Skinner l'unico criterio di scientificità è il metodo sperimentale e valutò come unico oggetto dell'indagine psicologica il comportamento direttamente osservabile dall'esterno . Egli indicò l'essenza della ricerca nella descrizione delle risposte e studiò anzitutto il «comportamento verbale»; poi estese l'interesse ai problemi psicologici dell'istruzione programmata, fino ad approdare alla teoria della «tecnologia del comportamento».

- M. Wertheimer : Percezione del movimento (gestalt)

(New york, 1943) fu il capostipite della psicologia della Gestalt fondando nel 1921 insieme a Koffka, Kohler e Goldstein la rivista “Psychologische Forschung”. A lui si deve la formulazione iniziale del concetto di insight (“visione dall'interno”) e la teoria dell' isomorfismo , teoria secondo la quale vi sarebbe identità di forma tra le nostre esperienze e i processi fisiologici che ne sono alla base. Tutti questi principi e concetti che furono poi meglio ampliati e sviluppati da Kohler e Koffka. Un importante suo articolo ( Studi Sperimentali sulla percezione del movimento, 1912 ), raccoglie tutti i risultati degli esperimenti che effettuò sul movimento apparente.


- W. Kohler: Il concetto di Insight

Wolfgang Kohler psicologo tedesco (Reval, Estonia 1887 - Enfield, New Hampshire, 1967). Con M. Wertheimer e K. Koffka, è uno dei massimi rappresentanti della teoria della forma (Gestalt). Condusse particolari esperimenti di psicologia animale su scimmie antropoidi e i risultati di questo studio lo spinsero a contrastare le teorie formulate dagli psicologi a lui contemporanei che vedevano i processi d'apprendimento e di pensiero come una semplice sequenza di tentativi effettuati per caso. Kohler osservò, invece, come le scimmie, possono utilizzare anche strategie non casuali, ossia atti intelligenti ( insight) , i quali permettono agli animali di ristrutturare il proprio campo cognitivo.

- Il modello di Hierachy of Needs di Abraham Maslow

I bisogni molto di base sono aria, acqua, alimento, sonno, il sesso, ecc. Quando questi non sono soddisfatti possiamo ritenere la malattia, l'irritazione, il dolore, il disagio, ecc. Queste sensibilità li motivano per alleviarli appena possibile per stabilire il homeostasis. Una volta che sono alleviate, possiamo pensare ad altre cose.

- Teoria dello Sviluppo Percettivo di Gibson

Esseri umani come percettori attivi .I bambini e gli adulti scoprono, esplorano, prestano attenzione, estraggono informazioni e differenziano gli oggetti Gli esseri umani sono intrinsecamente motivati ad esplorare il loro mondo e ad apprendere .La percezione è sempre motivata dagli scopi che si ritengono importanti.

- Gustav Le Bon e la Psicologia delle folle

Gustav Le Bon(1841-1931) Etnologo e psicologo (fu uno dei fondatori della "Psicologia sociale") nato in Francia a Nogent-Le Retrou, fu il primo psicologo a studiare scientificamente il comportamento delle folle, cercando di identificarne i caratteri peculiari e proponendo tecniche adatte per guidarle e controllarle. Per questa ragione le sue opere vennero lette e attentamente studiate dai dittatori totalitari del novecento, i quali basarono il proprio potere sulla capacità di controllare e manipolare le masse

- La Teoria dell'attaccamento di John Bowlby

John Bowlby e Mary Ainsworth hanno contribuito a dimostrare come lo sviluppo armonioso della personalità del bambino dipenda da un adeguato attaccamento alla figura materna, e, influenzati dal contesto culturale e scientifico degli anni ‘50-’60, fortemente impregnato dai progressi della biologia evoluzionistica, dell’etologia e della cibernetica, hanno fissato le radici del futuro sviluppo del "costrutto dell’attaccamento".Partiamo dalla definizione di attaccamento che lo stesso Bowlby offre in uno dei suoi libri più conosciuti "Una base sicura" (1989): "il comportamento di attaccamento è quella forma di comportamento che si manifesta in una persona che consegue o mantiene una prossimità nei confronti di un'altra persona, chiaramente identificata, ritenuta in grado di affrontare il mondo in modo adeguato".

- Il complesso di Edipo

La struttura psichica in cui si organizzano i sentimenti amorosi e ostili che il bambino avverte nei confronti dei genitori e dal cui superamento dipende, secondo S. Freud, il futuro profilo psicologico del soggetto.


Nota : In aggiunta a questo bigino delle teorie principali della psicologia voglio richiamare i tre punti citati da Fiorangela Oneroso (in : Realtà e rappresentazione nella psicologia cognitiva. Alcuni spunti di riflessione ) in un lavoro di ricostruzione della teoria psicologica analitica ad oggi e riporto la bibliografia che cita in cui compaiono importanti ricercatori che hanno lavorato sulla linguistica incrociando la problematica della psicanalisi

“……… Talune linee programmatiche emerse dalla ricerca in questi ultimi anni offrono perciò, a mio avviso, l'opportunità di individuare alcuni nuclei di discussione intorno ai quali vorrei centrare l'attenzione, e che sono:
1) La dimensione linguistico-simbolica che, in quanto interna e costitutiva della teoria delle rappresentazioni sociali, impone una riflessione di carattere teorico metodologico sul linguaggio e sulle produzioni discorsive.
2) La riproposizione problematica del paradigma causalistico nelle scienze psicologico-sociali e lo stato della sua applicazione nelle teorie e nei modelli che la nuova prospettiva propone.
3) Il problema del sociale inteso come nucleo problematico fondamentale nei procedimenti di ricerca e nelle elaborazioni delle teorie che fanno capo al costruttivismo-interazionismo. ..”

Bibliografia (selezionata)

1. UGAZIO V. (a cura di) (1987), La costruzione della conoscenza, Milano.
2. AMERIO P. (1988), "Un punto di vista cognitivo-costruttivistico in psicologia sociale: lineamenti teorici e percorsi di ricerca" in Psicologia oggi: paradigmi e metodi, ricerche e applicazioni, a cura di A. MASSUCCO COSTA e L. PEIRONE, p. 133.
3. Cfr. ad esempio il materiale di lavoro dell'incontro su "Costruttivismo e interazionismo in psicologia sociale" a cura di A. QUADRIO, tenutosi a Milano il 7-8 Aprile 1989.
4. MOSCOVICI S. (1988), "La costruzione della conoscenza come fenomeno collettivo", in La costruzione della conoscenza, a cura di V. UGAZIO, p. 259.
5. LE BOUEDEC G. (1986), "Implicazioni metodologiche degli studi sulle rappresentazioni sociali", in Psicologia e società, I, p. 8-16.
6. DE SAUSSURE F. (trad. it. 1970), Corso di linguistica generale, Bari, p. 26.
7. PIAGET J. (trad. it. 1968), Lo strutturalismo, Milano.
8. JACOBSON R. (trad. it. 1972), Saggi di linguistica generale, Milano.
9. BACHTIN M. (1929; trad. it. 1978 con il nome di Volosinov V. N.) Marxismo e filosofia del linguaggio, Bari, p. 85.
10. UGAZIO V. (1987), cit.
11. MOSCOVICI S., cit., p. 291.
12. Ivi.
13. MASSUCCO COSTA A., PEIRONE L. (1988), "Considerazioni sull'approccio sistemico in psicologia", in Psicologia oggi, paradigmi e metodi, ricerche e applicazioni, cit., p. 44.
14. LUHMANN N. (trad. it. 1979), Potere e complessità sociale, Milano.
15. LUHMANN N. (trad. it. 1978), Stato di diritto e sistema sociale, Napoli.
16. DONOLO C. (1982),"Sociale", Laboratorio politico, I, 103-120.

domenica 13 luglio 2008

- ritratti in poesia : due amici (V&M)

In sintesi : dolcezza,durezza e aspirazioni

Si, dolcezza

Dolcezza
dello sguardo sociale che
- seppur in modi diversi –
vorrebbe abbracciare tutti

Dolcezza
dello sguardo reciproco
che incontrandosi dice
“home sweet home”

Dolcezza
della memoria, degli affetti
Vicini : verso i gioellini biologici prodotti e riprodotti
Storici : verso le famiglie e i luoghi d’origine
pur nella discrezione delle poche pubbliche evocazioni

Durezza, anche

Durezza
verso le forme dell’ipocrisia
durezza
verso l’intolleranza persin razzista più che bigotta
di parti consistenti di queste terre comasche

Durezza
nel prendere di petto le avversità della vita
Durezza
Verso le stupidità che si trovano sempre ai bordi di ogni strada

Durezza
nello sguardo intenso e fin troppo a fuoco
dei momenti del disaccordo


Aspirazioni : le vere vocazioni comuni nella vita

Basta guardarvi e si vedono le aspirazioni latenti

Dolcezza, durezza ma anche :Aspirazioni


Aspirazioni
al buonbel vivere
… come se fossimo in un mondo tardo borghese
che invece evapora
.. ma che vorreste far rivivere
almeno un po nelle sue forme “migliori”

Aspirazioni
alla costruzione di mondi armonici

Seppur consapevoli della frammentarietà
del mondo disadorno e cinico che circonda

Aspirazioni
chi alla scienza e chi alla poesia
comunque
Del fare e del sognare

Aspirazioni
mai abbandonate,
mai abdicate
che
– come anche per i sogni dei meschini ma lontani da loro –
fanno dell’evoluzione dell’essere
nelle nostre forme biologiche
una motivazione aggregante,
forse la motivazione per vivere

Aspirazioni
che
anche se si infittiscono dalle nove alle dodici del sabato sera
le riscontro
e le vedo rotolare
- anche se un poco imbavagliate -
anche nel disteso scorrere del quotidiano

sabato 12 luglio 2008

- Sguardi attorno a noi : da Fiorin , a Permani, Croazia


Ognuno si cerca (o semplicemente usa o crea) i suoi strumenti di misura: chi il termometro, chi l’indagine qualitativa, chi i censimenti, chi altre forme di misura sociale o scientifica in funzione e relazione con l’obiettivo da raggiungere. Io per la lettura socio economica della Croazia mi trovo bene con il mio strumento rilevatore : il ristorante di Fiorin a Permani. Da Fiorin è poco meno di dieci anni che ci ritorno con una certa continuità. Prima casualmente, poi come obiettivo logistico -alimentare infine come consuetudine globale. Da Fiorin misuro la temperatura delle relazioni sociali ed economiche di questo paese. Sono passato dal rilevare l’ incertezza del muoversi dei primi tempi (segnalato da una quasi eccessiva ricerca del consenso alla qualità proposta dal gestore – e questo rispecchiava un poco l’atteggiamento generale della comunità locale incerta sui passi in atto) al consolidamento dell’impresa (con parallela rassicurazione dell’intera comunità) , alla stanchezza della gestione (comunicataci dal gestore.. ma anche spia di un assestamento sociale ed economico in atto). Un paio d’anni fa la qualità qui risultò incerta e la spia era rivolta al negativo. Oggi no : la qualità del cibo è molto buona. Il ristorante bar è pieno di gente del posto (per uno spuntino alimentare ma anche per una chicchera al bar tra artigiani e operai a fine giornata ),di turisti di varie nazioni e di turisti locali. Il prezzo è “onesto” e competitivo con le altre comunità europee. La Croazia da Zagrabia al mare è una intera zona alberata punteggiata da pochi e piccoli paesini : una risorsa da tutelare e valorizzare. Di ritorno da Budapest l’ho attraversata –con piacere – per andare a fare la mia verifica nel mio osservatorio locale. E qui vi ho proposto una semplice sintesi dello stato di fatto riscontrato. Una situazione che anche nel viaggio a Split di un paio di anni fa si evidenziava in Croazia dal lato dell’offerta turistica: anche questa di qualità e competitiva.

- Sguardi attorno a noi : Budapest la bella


Il Danubio come guida

Il Danubio accarezza la città di Budapest e la distingue in Buda e Pest. Il Danubio la ricongiunge però rispecchiandola tra le due rive e la ricongiunge con la sua origine e il suo divenire. Budapest non è solo localizzata in un punto strategico sul Danubio è localizzata al centro della cultura austroungarica e alla cultura mittel-europea che tanto ruolo ha svolto negli ultimi secoli nell’occidente. E a Budapest questa storia si vede. Si vede nel disegno dei bordi del fiume : strada di servizio per contatti con il fiume, argine di secondo livello, marciapiede ampio e strutturato, pista ciclabile e pista pedonale quindi ancora strada di scorrimento : e questo lungo tutto il distendersi della città!
Seduti al bar della piazza Nagy, di fronte al Parlamento, si sorseggia buona birra, in pace e tutti sono belli (non sembrano belli : sono belli!). A Budapest un po tutti camminano con un libro in mano. E i mezzi pubblici sono pieni, continuativi e funzionano.

Anche il taxista fa la differenza.

Chi non ha avuto un’esperienza di taxi a Milano, Roma e non trascuriamo Fiumicino e Malpensa ; diciamo : scostante (cosa vuoi? Dove vai? Non so..) , disgustoso (se si fa una qualche domanda.. e ci serve una indicazione), senso della rapina (vieni che ti spolpo .. senza tassametro..) e noia dell’interazione “povera” … usando eufemismi.
Entro a Budapest da ovest e sono senza una idea chiara della mia posizione e della localizzazione dell’hotel che dobbiamo raggiungere. Mi accosto e chiedo direzione ad un Taxista. Molto chiara e gentile è la risposta (in inglese ma anche in francese).
Torno in macchina e mi avvio quando vengo superato dal taxista che mi “guida” all’hotel. Sono incerto, perplesso e stupidamente arrivatii all’Hotel gli faccio segno di fermarsi e gli chiedo se gli devo dei soldi. Un po la sua faccia si rattrista ma poi (spero) mi perdona. Ecco a Budapest anche i taxisti fanno una differenza di qualità che si inserisce bene nell’insieme.

Il ritmo del paese

Dall’’ultima volta che sono stato qui sono passati tre anni. I cambiamenti più evidenti mi risultano – a vista – cosi : dalla frenesia dello sviluppo si sta arrivando ad una certa stabilizzazione dello sviluppo evidente (immobili e nuove insegne per intenderci). L’inflazione è stata significativa anche qui : un bel trenta per cento di costo in più per fare le stesse cose da “attraversatore”. La struttura sociale è pacata e la musica stabilizzata , positivi ma non da “movida”.

- Sguardi attorno a noi : in viaggio verso l'Ungheria


L’occasione è ricorrente : quando c’è un convegno del WIP (World Internet Project) in Europa io accompagno una sua animatrice - parte costituente fin dalla sua origine - e cosi mi guardo in giro. Questa volta parto ad ora tarda per un insieme di inconvenienti (perdita/furto di telefonino; permessi per la macchina sostitutiva; chiarimenti sul da fare a collaboratori ..) e mi trovo a fermarmi per la notte in un paesino vicino a Palmanova, Friuli. Cerchiamo un ristorante nella campagna buia, deserta ma talmente “naturale” e in mano agli animali da suscitare qualche piccola paura. E’ Lunedì ed è ora tarda : si fa fatica a trovare una soluzione logistica per cena e alloggio. Quando, ecco spuntare uno strano immobile, in mezzo al nulla: un ristorante ampio, grande, strano e “di massa”. L’immobile è difficilmente definibile dal punto di vista delle caratteristiche architettoniche. Un mix di Capannone per feste della birra tedesche; un luogo di incontri da vecchio socialismo reale dei paesi dell’est ; un rimando alle mense universitarie americane (ma anche italiane). Questo dal lato dell’ambientazione e della struttura dell’immobile. I contenuti e il servizio diverso: efficiente e con ottimo rapporto prezzo qualità. Mi siedo con un po di incertezza. Poi tutto scorre abbastanza liscio. Nel grande spazio capace di ospitare almeno sei - settecento persone alla volta ci sono due o tre gruppi di sei sette persone che si perdono nell’ampio spazio; un paio di persone alle prese con birre grandi ed altri con boccali di vino, infine non più di tre coppiette. Gli addetti al servizio ancora presenti e numerosi, ma sostanzialmente inattivi, si stanno preparando alla chiusura del locale. Non ci premono e noi consumiamo l’abbondate e calorico pasto : tra wuster, pollo e una zuppa fredda casareccia. Poi via all’alberghetto del paese vicino. Una locanda con la nostra camera che ha la vista sulla piazza. Silenzio. Silenzio interrotto solo da qualche scambio di battute tra due uomini che sorseggiano del vino seduti sulle sedie del bar sottostante. Pochi altri passi, giù in strada, ed è notte assolutamente silenziosa. Un contrappunto alla frenesia e ai rumori degli insediamenti della Milano - Como. Di mattino i ritmi sono pacati, la gente serena, quasi allegra : sembra già di essere in un altro “paese”. Poi via verso l’Ungheria. Poche altre annotazioni (ma significative) : in Slovenia l’atteggiamento generale verso gli “italiani” è ruvido, irridente e distanziato. E’ come se una vecchia mitteleuropa Viennese (trasportata li nello spazio -tempo) guardasse all’Italia come ad una malconcia provincia dell’impero. Ma siamo proprio in Slovenia e non c’è più l’impero austro ungarico da tempo (mi dico!). Ma non erano diversi e opposti i posizionamenti dei “luoghi comuni delle percezioni sociali di gruppo” fino a qualche decennio fa? “Come si cambia.. “. Di nuovo sulla Slovenia devo aggiungere la segnalazione di una trentina di kilometri al confine con l’Ungheria con una serie di piccoli paesini con case ad un piano ed una armonia architettonica, ambientale e sociale da piccola area del “bengodi”. Piccole comunità si moltiplicano, piccole comunità del passato , piccole comunità che si proiettano nel futuro prossimo. Bisogna fare più attenzione alle micro zone, alle piccole comunità e alle loro specificità in questo mondo globalizzato.



domenica 6 luglio 2008

- ritratto di "Amore" (solo apparentemente lezioso)

intelligenze
bellezze
rinnovamenti


intelligenze
quelle che ti sono riconosciute e che esibisci nell’apprendere
quelle dimostrate nella tua creatività teorica
quelle trasmesse attraverso l’insegnamento a terzi

intelligenze
come quelle espresse via dolcezze di attenzione sociale
(anche in tempi di egoismi, oscurità e chiusura soggettivistica)

intelligenze
nel leggere l’importanza del “sentimento / modello culturale”
nel dare conseguenze all’agenda , alle agende di volta in volta proposte o imposte

intelligenze
nel leggere quel mondo in rete
oggi diventato famigliare a tutti (e forse anche un poco pericolosamente..)

intelligenze
che esprime il tuo corpo nel suo continuo rimodellarsi e riproporsi

bellezze
come quella passeggera della ragazzina magra, sgambettante e ammiccante

bellezze
come quella che emanano i tuoi occhi e le tue parole
quando guardano e quando discutono

bellezze
come quella che la tua maturità porta in giro con una certa ostentazione
appena dimentichi che anche qualche chilo di troppo fa parte della vita

bellezze
come quella che hai trasmesso alla tua prole

intelligenze e bellezze :
ma è il rinnovamento
che ha caratterizzato questi plurali
ma è il rinnovamento che ha evitato le reiterazioni sciocche del “conosciuto” del “detto”
e del “fatto”

rinnovamenti
come quello che ti portava a fare indigestione di nuovi libri
mentre arricchiva le case editrici

rinnovamenti
come quello che portavi nelle condizioni e nei posti di lavoro
dove alcuni bevevano e altri rubavano la ricchezza e la freschezza del tuo pensiero

rinnovamenti
come quello che ti ha portato nelle mie braccia
e che ci lascia ancora avvolti nei misteri dell’indicibile “amore”

rinnovamenti
come quello che stai sviluppando con la gestione dei tuoi giardini
(apprendimento agricolo vivaistico..)
come quello che stai sviluppando per i cessi e le terrazze
(che rinnovi e o aggiungi nelle tue case)
- qui – con la speranza di un ritorno semi improbabile anche economico

Oggi la pittura non è più espressione romantica delle tonalità del blu,giallo rosso e via

Oggi la pittura è una forma espressiva che vagola tra letteratura e materia

Anche noi vagoliamo : nel caso tu vagoli tra intelligenze, bellezze e rinnovamenti

Ma quale sarà mai la prossima forma del nostro divenire ?

Del tuo io sono sicuro : si tratterà di un divenire – comunque – intelligente, bello e dinamico

Del tuo divenire siine sicura!

Ma, please,
porta anche me :
fai in modo che continuiamo assieme
anche nelle prossime forme !
Grazie