mercoledì 27 febbraio 2008

- del dialettale e delle lingue

- del dialettale (bassa comasca, laghè e lombardia) e delle lingue

L’uscita del libro “L’ingegnere in blu” di A. Arbasino (Adelphi 2008), dove l’ingegnere è (ovviamente) C. Emilio Gadda ,suggerisce una pausa di attenzione sulle forme del dire dialettale, sulla loro perdita,trasformazione e scomparsa. Propongo,qui, delle memorie linguistiche dell’area comasco. Alcuni ricordi diretti e una poesia di un comasco famoso dei nostri giorni.


Suranom
Soprannomi
Senzoss
Senza ossi
Tutoss
Tutto ossi
Marnash
Dei “marnasch” (marne)
Bushinat
Vitello
Bocia
Ragazzino
Paspapol
Pollaiolo
Albesin
Di albere
Appellativi
Epitteti
Pelabroc
Pela rami
Bushin
Vitellino
Tarlucc
Tontone
Taroc
Taroccatore-contraffatore
Pistola
Scicco
Pistulot
Grandone ingenuo
Salam
Salamone
Sbrudulun
Chiaccherone smodato
Va a cagà
Vai in bagno
cagun
Cagone
Ciuculatè
Cioccolataio
Grata cu
Sciocco attivo
Lunghignun
Troppo alto
Margniffun
Sciocco truffaldino
Landenun
Troppo alto
Piagnun
Piagnone
Testun
Testa calda
Faciun
Faccione
Prevenuu
Prevenuto
Rachitic
Magrissimo
Baushiun
Sbruffone
Cagadubi
Iper dubbioso – indeciso
Ciula
Pisquano
Ciulandari
Facilone
Stupidot
Stupido
Schisciaball
Schiaccia palle
Sifilitic
Ammalato
Vilan
Villano
Pulastrun
Ingenuo
Pisa in lec
Bambinone debole
Balbetun
Chiacchierone
spapulaa
Spappolato – insensato
vejun
Secchione
pistuleta
Piccolo sciocco
sfrusadur
Contrabbandiere
papagal
papagallo
lazarun
Pigro, lazzarone
pultrun
poltrone
Vari
Varie
Gain
Galline
Pulaster
Pollo
Piviun
Piccione
Manza
Bue
Manzeta
Piccolo bue
Salam
Salame
Cuscienza
Coscienza
Cuscienzius
Coscienzioso
Cicip e ciciapp
Chiacchiericcio
Siusia bubu
Da leccare
Sparapanza
Sdraiato mollemente
Strascè
Raccoglitore di stracci
Pedrioo
Imbuto
Murusa
fidanzata
Bargili
Venditore di cloro
Verb
Verbi
Crudà giò
Caduto /ere (per maturazione)
Burla giò
Caduto /ere (per inciampamento..)
Stria - striare
Stregato /are


- Ecco il testo di una canzone/poesia di un artista comasco – “un laghe” : " href="http://www.parolesmania.com/paroles_davide_van_de_sfroos_4035.html">Davide Van De Sfroos

Akuaduulza

Akuaduulza akuaduulza ma de un duulz che nissoen el voe beev
Acqua stràca e acqua sgunfia sciùscia i remuj e i gaamb di fiulìtt…
Lavandèra in soe la riva cul tò ass per pugià giò i genoecc
El savòn e la camìsa, sfrèga i pàgn e’l riflèss di muntàgn
E quest’unda vagabunda l’è una lèngua che bagna i paròll,
lèngua che rànza e lèngua redùnda, prema l’è timida e poe sbròfa tucc…
Akuaduulza akuaduulza troppa vòlta per fàss carezzà
Acqua ciàra o spurcelènta, tropa vègia per tràss foe i mudaand,
suta el ventru de ogni barca e sura la cràpa de ogni sàss
sura el rusàri de ogni memoria…ma sura de te resterà nissoen pàss..
gnanca el suu che te frusta la schèna o la loena che pucia giò i pee,
gnanca la spada de ogni tempesta riussirànn a lassàtt un disègn…
Akuaduulza akuaduulza acqua che scàpa e che poe turna indree
Acqua vedru e acqua perla prunta per tucc ma che spècia nissoen
Gh’èmm una fàcia de tartaruuga e gh’èmm una fàcia de pèss in carpiòn
Gh’èmm una fàcia che paar roba tua e urmai te vedum senza vardàtt
Quajvoen l’è scapaa da la spuzza dell’alga e poe l’è turnaa per lavàss i soe màn
Quajvoen l’ha spudaa in soe la tua unda e poe le turnaa cun ‘na lacrima in pioe
Akuaduulza akuaduulza quanta acqua impienìss questi oecc
Acqua negra e senza culpa, acqua santa senza resònn
E passa un batèll e passa un invernu e passa una guèra e passen i pèss
Passa el veent che te ròba el mantèll e passa la nèbia che sàra soe i stèll
Pescaduu che te làsset la spunda ne la brèva che càgna i vestii
Rèma i pee soe sta foeja che dùnda cun la canzòn che te voett mai


- Articolazione del discorso linguistico : Lingue in estinzione – creazione di lingue

Lingue in estinzione

“Secondo il linguista Gunter Senft, ricercatore all’Istituto Max Planck ed uno degli iniziatori del progetto DOBES sarà una corsa contro il tempo: "Oggi esistono – dice - circa seimila lingue in tutto il mondo. I linguisti pensano che nel giro di trenta cinquant’anni non ne resteranno che duemila. E questa è una previsione ottimistica. La causa dovrebbe essere attribuita alla mondializzazione ed alla diffusione dell’inglese. Gli uomini parlano la lingua che permette loro di muoversi nel mondo, non quella che li confina nei villaggi".
"Questo è il peso della realtà economica", commenta Peter Wittenburg, che dirige con Gunther Senft la realizzazione dell’archivio. “
Fonte http://www.ecplanet.com/canale/varie-5/societa-57/1/0/3295/it/ecplanet.rxdf

Per accedere alle specificità delle 33 lingue parlate in italia ecco il link:

http://www.ethnologue.com/show_country.asp?name=IT

Altri links

http://www.mpi.nl/DOBES/

http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_in_pericolo

http://www.grammatiche.com/inestinzione.htm


http://www.tesionline.it/default/tesi.asp?idt=16009 - una tesi sulle lingue in estinzione

Link correlati alla tesi:
la più completa catalogazione delle lingue, a cura del SIL.
http://www.ethnologue.com/
La rete europea per la tutela delle lingue minoritarieUfficio europeo per le lingue meno diffuseL'immersione linguistica in maoriL'immersione linguistica in hawaianoLa lingua samiIl tribunale di Waitangi: un tribunale governativo al servizio degli indigeniLa minoranza Vòro in EstoniaLe scuole Calandreta: l'istruzione in occitanoSurvival international: dalla parte dei popoli tribaliIstituto Cimbro / Kulturinstitut Lusèrn
Links internazionali
American Sign Language Browser
Animated American Sign Language Dictionary
A Web of Online Dictionaries and Grammars
Electronic Texts, Dictionaries and Data
European Centre for Minority Issues
Free Online Language Courses
iLoveLanguages formerly the Human-Languages Page
Library of Congress: Country Studies
LinguaGuide Language learning resources portal
List of Dictionaries
Native Web: Resources for indigenous cultures around the world
Online Language Dictionaries and Translators
Online language resources
TerraLingua Language Endangerment, Survival, and Revitalization
United Nations Population Information Network
The World Wide Web Virtual Library: INDIGENOUS STUDIES
Yamada Language Guides

- Invenzioni di nuove lingue

“John Ronald Reuel Tolkien nacque nel 1892 in Sudafrica e trascorse la sua vita ad Oxford dove tra il 1925 ed il 1945 insegnò Lingua e Letteratura Anglosassone all'Università. Specializzato in dialetti medievali dell'Inghilterra Centro-Occidentale, tradusse svariati testi.Ebbe una esistenza riservata e quieta, ma divenne famoso in tutto il mondo pubblicando la Saga fantastica del Signore degli anelli (LA COMPAGNIA DELL'ANELLO, LE DUE TORRI, IL RITORNO DEL RE).
L'inventore delle lingue
Noi vogliamo qui ricordarlo però per la sua passione raffinata e complessa per l'invenzione di linguaggi, che lo ha accompagnato tutta la vita, a partire dall'infanzia: l'invenzione dei linguaggi. Nel saggio del 1931 "A secret vice" (il vizio segreto) dedicato all'invenzione dei linguaggi, Tolkien racconta di aver iniziato ad interessarsi di questo hobby durante l'adolescenza quando ebbe occasione di ascoltare un gruppo di bambini che si esprimevano in Animalico. “
Fonte : http://www.syllabos.com/people/tolkien/tolkien.html

LINKS
http://space.tin.it/clubnet/dcomas/Ardalambion/vice.htm
il vizio segreto tradotto in molte lingue
http://www.liberonweb.com/Bompiani/tolkien.htm
http://www.geocities.com/Heartland/Meadows/2488/biografia.html
http://www.uib.no/People/hnohf/
lingua elfica
http://www.dcs.ed.ac.uk/misc/local/TolkLang/
http://www.tolkien-ent.com/new/index.html
http://www.tolkien.co.uk/index_flash.htm
http://www.ilsignoredeglianelli.it/

sabato 23 febbraio 2008

- durante il viaggio

- Durante il viaggio

Durante il viaggio sono stato in compagnia:
meraviglia, curiosità, proposte, relazioni, lotte e speranza


Nota : ….. ecco altri soggetti,percorsi e discontinue (momentanee) compagnie

- Durante tutto il viaggio

Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse come la mia ombra
mi stava accanto anche nel buio
non dico che fosse come le mie mani o i miei piedi
quando si dorme si perdono le mani e i piedi
io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno.
Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse fame o sete o desiderio del fresco nell'afa o del caldo nel gelo
era qualcosa che non può giungere a sazietà
non era gioia o tristezza
Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
e del viaggio non mi resta nulla, se non quella nostalgia.

Nazim Hikmet

- Sensazione


"Nelle azzurre sere d'estate, andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a pestar l'erba tenera:
trasognato sentirò la frescura sotto i piedi
e lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.

io non parlerò, non penserò più a nulla:
ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,
e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,
nella Natura, lieto come con una donna."

Rimbaud

venerdì 22 febbraio 2008

- mischia quotidiana

perché (spesso) stiamo ciechi nella mischia quotidiana ?

la retorica ha molte risposte
le motivazioni personalizzate si sfumano,
… anche se a gruppi

un attento silenzio,
un time-out (frequente) dalla mischia,
(forse) ci fa(rebbe) capaci di maggiore influenza
sullo scorrere della nostra vita

lunedì 18 febbraio 2008

- schizzi di gioia improvvisi

… schizzi di gioia improvvisi
percepiti dopo un sorriso incosciente
intercettati dopo emozioni incontrollate
… attimi .. attimi di schizzi di gioia,… benvenuti !

- autoritratti diversi tra dissonanze,assonanze e colori diversi

Oggi sono interessato ad una rappresentazione di un umore diverso da ieri e da domani. Un umore abbastanza ironico, assistito da un poeta musico e da un suo mentore. L’autopresentazione e il gioco di specchi e diversificazione dei soggetti sono “lo strumento”. Poi, attraverso una citazione di Terzani, ecco una proposta di lettura sul racconto di una vita.

- Autopresentazione di Boris Vian

Sono nato, casualmente, il dieci marzo 1920 sulla porta di una clinica ostetrica che era chiusa per uno sciopero contro il calo delle nascite. Mia madre era rimasta incinta non ricordo se per via delle opere o proprio per opera di Paul Claudel (da quel tempo non lo reggo e non lo leggo), comunque la mamma era al tredicesimo mese e non poteva certo aspettare il concordato. Un prete, un sant'uomo che passava di lì, mi raccolse e immediatamente mi riposò: in effetti pesavo un casino!! (è da allora che soffro della mia ben nota aspersoriofobia). Fortunatamente una lupa affamata, che aveva appena dato la luce a Pierre Hervé (ho, quindi, esattamente la sua stessa età, cosa in perfetto accordo con le teorie di Einstein relative alla simultaneità) la lupa mi prese sotto la sua protezione e mi diede qualcosa da bere. Crescevo in forza e saggezza ma rimanevo molto brutto benché adornato da un sistema pilifero discontinuo, ma sempre molto, molto sviluppato. Infatti avevo la testa della Vittoria di Samotracia. A sette anni, entrai alla Scuola Centrale e ne uscii tre anni più tardi, nel 1942 completamente fuori di testa per l'idrodinamica del corso del sig. Bergeron.
Certo allora non prevedevo che dodici anni dopo, nel 1946...
Ma non anticipiamo i fatti.
Nel 1938 cominciai a studiare la trombetta a rosolio e immediatamente raggiunsi il livello di Armstrong, la mollai subito per non privare il poveretto della pagnotta: a causa dei soliti pregiudizi razziali ero avvantaggiato, la mia pigmentazione verde offriva un effetto piacevole.Poi, tutt'a un tratto, la mia fisionomia prese a trasformarsi e mi misi ad assomigliare a Boris Vian, da ciò il mio nome.
Senza entrare nei dettagli, vi segnalo che in un'epoca indeterminata della mia vita sono stato tre anni e mezzo rinchiuso all'Associazione Francese di Normalizzazione, distrutta, in seguito, da un incendio provocato dalle cure di Jacques Lemarchand, nascosto tra due parentesi.Raimond Queneau mi incontrò mentre pescavo con la lenza, sport che per altro non pratico, e sedotto dal mio drive mi propose una battuta di caccia. Cosa che feci. Il resto appartiene alla storia. Sono un metro e ottantasei a piedi nudi e peso molto e metto al primo posto le opere di Alfred Jarry, la fornicazione, Un Rude Hiver e la mia beneamata sposa. Non dimentico, anche se vengono dopo: la musica di New Orleans, Dube Ellington, Lana Turner, Ann Sheridan, le sinfonie del Commodoro W. Spotlight per doppia campana e petroletta d'armonia, la pittura a olio che pratico con felicità rara, i baffoni del mio venerato Jean Rostand. Le ragazze dei Jazz-Club universitari (soprattutto quella bionda col vestito verde... va beh, lasciamo stare). Mi piace anche il Two-Beat (e questa non è un'allusione sessuale) e anche la Mere Chaput. Detesto Paul Claudel (l'ho già detto, ma è piacevole ripeterlo ed è per questo che non ho mai letto nulla di suo), aborrisco anche le Grand Meaulnes, Alain (non mio fratello, che è un tipo completamente fuori), Peguy, il violoncello jazz come lo suonano i francesi, le opere di immaginazione, le bugie, gli apparecchi di piccolo formato, Ivan il Terribile, Leonard Father, Edgar Jackson, Le Dictateur, Dumont d'Urville (esagero. In fondo non me ne frega niente di lui). Odio anche: Monseigneur Suhard e il papa. Barbotin, mi piace molto. Invece non mi piace il davanti piatto (questo nelle donne), poi l'invidia e la merda salvo quando son ben preparate. Inoltre sto cercando un appartamento di cinque stanze con tutti i confort. Ho avuto una vita movimentata ma sono pronto a ricominciare!!!
Boris Vian
http://www.marcosymarcos.com/autopresentazione_di_boris_vian.htm


ma ecco il ritratto dello stesso personaggio proposto dal suo mentore, da un suo ammiratore


"Boris Vian è una persona istruita ed educata, viene fuori dal Politecnico, hai detto niente, ma non è tutto:Boris Vian ha suonato la cornetta come nessun altro, e ha contribuito a rinnovare le Caves di Francia; ha difeso lo stile New Orleans, ma non è tutto:Boris Vian ha difeso anche il bebop, ma non è tutto:Boris Vian ha affrontato la giustizia degli umani per aver scritto Sputerò sulle vostre tombe, con il nome di Vernon Sullivan, ma non è tutto:Boris Vian ha scritto altre tre pseudoepigrafi, ma non è tutto:Boris Vian ha tradotto dei veri scritti americani assolutamente autentici, e anche con certe difficoltà linguistiche da non credersi, ma non è tutto:Boris Vian ha scritto un dramma teatrale, Lo squartamento per tutti, che è stato recitato da attori veri su un palcoscenico vero, però questo non gli ha impedito di darci dentro di brutto, ma non è tutto:Boris Vian è tra i fondatori di una delle società più segrete di Parigi, il Club dei Sapienturieri, ma non è tutto:Boris Vian ha scritto alcuni bei libri, strani e patetici, La schiuma dei giorni, il più straziante fra i romanzi d’amore contemporanei: Le formiche, il più termitante fra i racconti di guerra;L’autunno a Pechino, opera difficile e sconosciuta, ma non è tutto:Perché tutto questo non è ancora niente:Boris Vian si prepara a diventare Boris Vian."Raymond Queneau


Autoritratto provvisorio (prova di supersintesi semiseria , 2008)

Mi chiamano per identificarmi. Io rispondo e mi riconosco. Mia madre, poveretta, forte e indimenticata, si è tanto dannata per avermi, tirarmi su e assistermi. Lo fa ancora che è trapassata. Mio padre era più serioso ma altrettanto supportivo. Mi hanno viziato , se si può dire. Mi hanno mandato in (e mi sono fatto il ..) collegio “per educarmi”. Ho sempre inseguito l’indipendenza sociale “al più presto”. Mi sono ribellato un po decidendo di lavorare prima di pensare : anche da li, la mia lunga odissea, spesso pesante. Anche dopo aver operato il “ribaltamento” concettuale e pratico di pensiero e lavoro sono – a lungo – rimasto pesante, sono rimasto appiccicato al “sodo che produce sudore”. Ma ho ancora un po di tempo per rifarmi, alleggerendo, alleggerendo. Oggi (però) devo essere un poco supportato da pratiche mediche e omeopatie per tenermi insieme il mente-corpo. Pratiche curative che vorremmo migliorate tanto, presto e nel più vicino futuro. Nel frattempo, la volontà di essere determinato non mi manca ma spesso mi concedo alle piacevoli pratiche quotidiane e soccombo alla monotonia dell’abbuffata e di qualche buon bicchiere di vino. Questo succede quando sto bene. Se sto male invece sogno diete e staminali miracolose ma … me ne dimentico appena la condizione fisica svolta l’angolo. La curiosità mi ha sempre fatto da guida. No, questa non la voglio abbandonare x nulla. Mi piace la musica ma ho letto più libri che orecchiato con competenza. Mi piace la musica , ma quella jazz la preferisco. Sono sempre stato per la solidarietà ma anche e contemporaneamente per la poliformità e centralità del ruolo e della forma individuale. Ho creduto/ceduto al concetto della solidarietà di lotta più che a quello della “compassione-condivisione” del bisogno. In questo (forse) sono stato e sono un po egoista. Di relazioni (amici e donne) ho avuto una discreta frequentazione, ma avrei potuto addestrarmi meglio. Poi ho trovato l’amore, che esiste (se ci vedi e se sei visto!, forse). Li mi sono un po “immerso e perso” e ho avuto anche tutte le montagne russe della vita quotidiana (in pochi) anche degli innamorati. Ho vissuto anche una vita “in comune”: è stato molto stimolante. Anche se alla lunga diventa pesante la continua stimolazione che viene e dai al gruppo (ma … il gruppo, se troppo stabilizzato, diventa anche monotono per la sua reiterazione di temi e preferenze). Giunto ad una età mentale giovane ma in un corpo abbastanza assestato mi guardo allo specchio. Ma mi progetto – proietto anche. Più con la testa che nella pratica,per ora. La gotta e la tachicardia sono delle belle scatole cinesi in cui si è costretti se ci vai dentro. Di avere un figlio me ne sono accorto in passato e non è stato per nulla male, anzi è stata una piacevole scoperta e frequentazione (Anche se, il ragazzo, è venuto fuori dopo mille dubbi e resistenze attive da parte mia). Bella esperienza! L’ho seguito, curato, addestrato e vissuto intensamente. Oggi so che ho un figlio il sabato pomeriggio quando gioca a calcio. Ma anche questa situazione durerà ancora poco. Fra un po volerà nel mondo (quasi..) da solo.. Si soddisferà durante il suo percorso esistenziale ? Questo lo posso solo sperare. Sono ritornato a guardare con intensità al centro di me stesso e vivrò diviso tra attenzioni verso di me e verso il mio amore (.. sento che la corda dell’esistenza tira in quella direzione..) Sarà paura, bisogno, o magari è ancora e semplicemente amore ?! Un piano chiaro del prossimo futuro l’avrei ma non è facile operativamente , quindi mi costruisco anche un piano di “seconda scelta”. Per ora metto in fila le preferenze di un quotidiano non imbronciato, di un gioco con le parole, di una ricerca di accompagnamenti musicali di qualità. Ma sono aperto anche a nuovi amici e mi motivano pure nuove idee socio culturali. Vorrei “darmi alla ricerca scientifica” (prima scelta) con maggiore intensità e con rinnovata base conoscitiva e strumentazione tecnica operativa. Se poi le staminali mi dessero di più mi prometto di non disdegnare la finestra dello spazio tempo che si aprirebbe e la forza che ne potrei ricavare. Questo futuro di spazio tempo rinnovato lo riempirei (almeno) con una preferenza : spostando la mia attenzione quotidiana e strategica dalla gestione del “peso della fisicità” alla leggerezza del sperimentazione conseguente al “fare pensieri operabili” prima della perfetta conoscenza. Pensieri di futuri mondi benedettamene immensi e “meravigliosi” da esplorare e plasmare anche con determinazione. Mondi dove, come dice il poeta, “.. solo il meraviglioso è bello”, e sarà ancora più bello!.



- Tiziano Terzani (ecco una citazione di una grande autobiografia messa in un libro (LA FINE E’ IL MIO INIZIO)) Qui un padre racconta al figlio il grande viaggio della vita.


… “Tiziano Terzani, sapendo di essere arrivato alla fine del suo percorso, parla al figlio di cos'è stata la sua vita e di cos'è la vita: "Se hai capito qualcosa la vuoi lasciare lì in un pacchetto", dice. Così racconta di tutta una vita trascorsa a viaggiare per il mondo alla ricerca della verità….”

… Dal dialogo tra Tiziano Terzani e il figlio Folco. Parlando del "Potere".
” … Tiziano: Adesso sono curioso. No, non sono curioso, sono sereno, Folco. Sono sereno. Non mi aspetto assolutamente più niente.
Folco: Allora puoi finalmente riposarti.
Tiziano: La puoi mettere così, se vuoi.
Folco: Non devi più correre.
Tiziano: Questo è vero, perché un po' ho sempre sentito che avevo delle responsabilità. Quel senso del dovere, poi, che avevo sempre addosso, quel senso che, insomma, era giusto fare certe cose o non farle. Trovavo bello quello che ha detto Martin (Woollacott, del "Guardian" n.d.R.) l'altro giorno, che io avevo un senso della moralità. Ma non ero io... era che non c'era niente di più importante nella mia vita, non c'era niente di più grande, sai... sono uno che non ha mai fatto compromessi. Non ne ho avuto forse un grande bisogno, ma avevo una ripulsione per i compromessi e se questa la vuoi chiamare moralità, sì. Ho fatto questo mio mestiere proprio come una missione religiosa, se vuoi, non cedendo a trappole facili. La più facile, te ne volevo parlare da tempo, è il potere. Facendo questo mestiere la frequentazione del potere è necessaria, indispensabile. Di ogni tipo di potere: il potere assassino, il potere giusto, il potere... il Potere. Perché è quello che determina le sorti del mondo e tu che sei lì a descriverle devi andare dal potere a chiedergli come stanno le cose. Ecco, di nuovo senza che io me lo sia detto una mattina facendo un voto, senza che io ci sia arrivato attraverso constatazioni altrui, io ho sempre provato una ripulsione per il potere. Forse, nel fondo sono un anarchico, ma a me vedere un presidente, un ministro, un generale, tutti con la loro aria tronfia, tutti con la loro pillola da rivenderti, mi ha sempre fatto ribrezzo. Il mio istinto è sempre stato di starne lontano. Proprio starne lontano, mentre oggi vedo tanti giovani che godono, che fioriscono all'idea di essere vicini al Potere, di dare del "tu" al Potere, di andarci a letto col Potere, di andarci a cena col Potere, per trarne lustro, gloria, informazioni magari. Io questo non lo ho mai fatto. Lo puoi chiamare anche una forma di moralità.(La sua voce si abbassa)
Perché il potere corrompe, il potere ti fagocita, il potere ti tira dentro di sé! Capisci? Se ti metti accanto a un candidato alla presidenza in una campagna elettorale, se vai a cena con lui e parli con lui diventi un suo scagnozzo, no? Un suo operatore. Non mi è mai piaciuto. Ho sempre avuto questo senso di orgoglio che io al potere gli stavo di faccia, lo guardavo, e lo mandavo a fanculo. Aprivo la porta, ci mettevo il piede, entravo dentro, ma quando ero nella sua stanza, invece di compiacerlo controllavo che cosa non andava, facevo le domande. Sono stato uno dei giornalisti che alle conferenze stampa del mondo era proverbiale per fare sempre le domande più provocatorie, quelle che non vedi più fare oggi. Quelle che non vedi rivolgere alla Condoleezza Rice che l'altra sera diceva "Le Nazioni Unite ora ci stanno bene a mano". Bastava che uno si riprendesse i giornali di due anni fa "Un momento! Lei il 14 maggio, alle cinque e quaranta alla CBS ha detto «Le Nazioni Unite sono irrilevanti, sono piene di assassini e sono piene di dittatori». E ora le Nazioni Unite sono il toccasana? Ma ci piglia per il culo?!"
(Rido)Questo è il giornalismo. I giornalisti più orribili sono quelli che stanno nel Pentagono, nel ministero degli Esteri, sempre lì, pronti a pigliare il caffè. Si annuncia "Conferenza stampa!" e loro accorrono…. “

sabato 16 febbraio 2008

- una serata malinconica attraversata nel surrealismo (surreale) di Breton,Queneau


Stasera ho un po di incertezza generale. Mi sembra di essere (molto) vicino all’espressione surrealista, a modo mio. Domani sarà diverso, sarò diverso. Vi propongo un giro – con questa mia condizione serale come proposta di sguardo – con qualche citazione plurale del surrealismo. Metto le versioni in italiano e in francese, solo il loro accoppiamento mi sembra produrre una pienezza di “comunicazione”, o forse no.

Frasi di André Breton

- L'ultima cosa che mi preoccupi è di essere coerente con me stesso.

- L'amore, è sempre davanti di voi. Amate!

- Nessuna verità merita di rimanere esemplare.

- Il meraviglioso è sempre bello, anzi, solo il meraviglioso è bello.


di


André Breton

«Vanno le tue membra spiegando intorno a te lenzuola verdi»
Vanno le tue membra spiegando intorno a te lenzuola verdi

E il mondo esterno A puntini Non gioca più
le praterie si sono scolorite i giorni dei campanili si ricongiungono

E il rompicapo sociale Ha rivelato la sua ultima combinazione

Stamani ancora quelle lenzuola si sono levate hanno veleggiato con te da un letto prismatico

Nel castello offuscato dal salice dagli occhi di lama
Per il quale a capo chino Un giorno me ne sono andato

Lenzuola mandorla della mia vita
Quando tu cammini il rame di Venere
Innerva la foglia viscida e senza bordi
La tua grande ala liquida Batte nel canto dei vetrai

traduzione di Pasquale Di Palmo


«Il vont tes membres déployant autour de toi des draps verts»
Il vont tes membres déployant autour de toi des draps vertsEt le monde extérieurEn pointilléNe joue plus les prairies ont déteint les jours des clochers se rejoignentEt le puzzle socialA livré sa dernière combinaisonCe matin encore ces draps se sont levés ont fait voile avec toi d’un lit prismatiqueDans le château brouillé du saule aux yeux de lamaPour lequel la tête en basJe suis parti jadisDraps amande de ma vieQuand tu marches le cuivre de VénusInnerve la feuille glissante et sans bordsTa grande aile liquideBat dans le chant des vitriers

L’air de l’eau (1934)


di

Raymond Queneau

«L’erba: sull’erba non ho niente da dire»
L’erba: sull’erba non ho niente da dire ma ancora che sono queste botte
queste botte del giorno e della notte
Il vento: sul vento non ho niente da dire
La quercia: sulla quercia non ho niente da dire ma chi dunque canticchia a mezzanotte
chi dunque rosicchia il piede del letto
Il topo: sul topo non ho niente da dire
La sabbia: sulla sabbia non ho niente da direma cos’è che cigola? è l’usciochi dunque ansima?
se non lui La roccia: sulla roccia non ho niente da dire
La stella: sulla stella non ho niente da dire
è un suono agro come un frutto è un mormorio che vuole tutto
La luna: sulla luna non ho niente da dire
Il cane: sul cane non ho niente da dire è un sospiro è un grido
è uno spasimo uno strido
La città: sulla città non ho niente da dire
Il cuore: sul cuore non ho niente da dire
del silenzio per sempre fatto a pezzi il sordo scopa via i resti
Il sole: o mostro, o Gorgone, o Medusa
o sole.
traduzione di Marco Munaro

«L’herbe: sur l’herbe je n’ai rien à dire»
L’herbe: sur l’herbe je n’ai rien à diremais encore quels sont ces bruitsces bruits du jour et de la nuitLe vent: sur le vent je n’ai rien à direLe chêne: sur le chêne je n’ai rien à diremais qui donc chantonne à minuitqui donc grignote un pied du litLe rat: sur le rat je n’ai rien à direLe sable: sur le sable je n’ai rien à diremais qu’est-ce qui grince? c’est l’huisqui donc halète? sinon luiLe roc: sur le roc je n’ai rien à direL’étoile: sur l’étoile je n’ai rien à direc’est un son aigre comme un fruitc’est un murmure qu’on poursuitLa lune: sur la lune je n’ai rien à direLe chien: sur le chien je n’ai rien à direc’est un soupir et c’est un cric’est un spasme un charivariLa ville: sur la ville je n’ai rien à direLe cœur: sur le cœur je n’ai rien à diredu silence à jamais détruitle sourd balaye les débrisLe soleil: ô monstre, ô Gorgone, ô Méduseô soleil. Chêne et chien (1937)



Dal “MANIFESTO DEL SURREALISMO”:
"SURREALISMO, s.m. Automatismo psichico puro per mezzo del quale ci si propone di esprimere, o verbalmente, o per iscritto, o in qualsiasi altro modo, il funzionamento reale del pensiero. Dettato dal pensiero, in assenza d'ogni controllo esercitato dalla ragione, al di fuori d'ogni preoccupazione estetica o morale”
“Il surrealismo si fonda sull'idea di un grado di realtà superiore connesso a certe forme di associazione finora trascurate, sull'onnipotenza del sogno, sul gioco disinteressato del pensiero. Tende a liquidare definitivamente tutti gli altri meccanismi psichici e a sostituirsi ad essi nella risoluzione dei principali problemi della vita”
“Fatevi portare di che scrivere, dopo esservi sistemato nel luogo che vi sembra più favorevole alla concentrazione del vostro spirito in sé stesso. Ponetevi nello stato più passivo, o ricettivo, che potete ..."


..e .. concediamoci una (odierna) Libera interpretazione

-El di de la "confusion" linguistica

in dal Di de la confusion
mi me svegli visin a com
ma me lavuri,
je travail a milan

We love freedom
and ... or ...
What about tomorrow?
.
.
Parliamo e pensiamo come possiamo
Preferibilmente creativamente
ma : quanto conta questa preferenza ?


mercoledì 13 febbraio 2008

- di uno sforzo diverso (?)

La notizia è stata ufficializzata persino sul New York Time ed è questa : lo sforzo muscolare può essere messo sotto controllo attraverso il rallentamento della produzione di calcio. Come? Finora lo sforzo muscolare sembrava essere segnalato sotto forma di dolore a seguito dalla produzione di acido lattico. Un gruppo di ricercatori ha dimostrato che cosi non è. Il dolore deriva dalla eccessiva produzione di calcio. Che sia uno sforzo diverso? J

Ps. Fra qualche mese dovrebbe iniziare la produzione di farmaci che controllano l’eccessiva produzione di calcio e sarà più facile a- non sentire dolori muscolari ma – ancor più importante – b) curare e prevenire disfunzioni cardiache.

Per l’articolo (tradotto in italiano) si veda :

lunedì 11 febbraio 2008

-gener-azioni e conflitti

trasformare,guardare diversamente,
creare significati o cose e nominarle :
ecco una generazione di materie e significati
- parte ricorrente dell’esistente percepito (visto in positivo)

le materie si confrontano e si ricompongono
i pensieri li creiamo e li usiamo attivamente
le pratiche relazionali si trasformano a vista :
ecco una generazione di materie, significati e relazioni
- parte ricorrente dell’esistente percepito (visto in positivo)

le cellule si formano e poi invecchiano e degenerano
i pensieri dei giovani sono volatili e nuovi
i pensieri e i giovani si stabilizzano dopo la loro comparsa
i pensieri degli adulti tendono alla saggezza stabilizzata:
ecco una generazione di motivazioni al conflitto
- (potenzialmente ambigue)

non può ancora darsi una qualche gener-azione senza conflitti:
la creazione, l’impazienza, la sfida fa parte della propensione del giovane,del composto
il controllo della fretta,del passo, il governo del confronto
è il modo di pacificare la generazione da parte dei maturi,dei “saggi” , del materiale stabilizzato
- (tutto e tutti dannatamente irriducibili)

Ps. : Per facilitare la speranza di coccolarci con un po di musica ecco una canzone /poesia che ci dà minuti di potenziali addolcite relazioni. Che si possa addolcire l’irriducibilità del conflitto? Tifiamo..

Let It Be(Lennon-McCartney)
When I find myself in times of trouble, mother Mary comes to me, speaking words of wisdom,
let it be
And in my hour of darkness she is standing right in front of me, speaking words of wisdom,
let it be.
Let it be, let it be, let it be, let it be
Whisper words of wisdom,
let it be
And when the broken hearted people living in the world agree, there will be an answer,
let it be
For though they may be parted there is still a chance that they will see,there will be an answer
let it be.
Let it be, let it be, .....
And when the night is cloudy, there is still a light, that shines on me,shine until tomorrow,
let it be.
I wake up to the sound of music, mother Mary comes to me, speaking words of wisdom,
let it be
Let it be, let it be, .....

E per ascoltarla : http://it.youtube.com/watch?v=67J_66hdN-I

domenica 10 febbraio 2008

- organismo glocale (nella forma.. ma anche..)

dentro di noi ci sono diversi microsistemi
in cui ci articoliamo
ma anche
l’interazione tra questi sistemi
che percepiamo come organismo globale
(soggetto individuo)

fuori di noi ci sono e si articolano dei microsistemi
politici, economici, sociali..
ma anche
l’interazione tra questi che forma l’istituzione sociale
(soggetto .. ancora statale..)

guardando la politica vediamo il microcosmo
che compatta le preferenze di quelli come noi
ma anche
la strutturazione di sistemi di preferenze distanti da noi

pensiamo alla politica di questi giorni
(Febbraio 2008, Italia) e soffriamo,peniamo
sia per il microsistema preferito
che per le forme di quelli più distanti
ma anche
guardiamo avanti
e speriamo(… ma quanto?)

- della "geografia incerta"

Mi è capitato di assistere più volte , sia via contatto diretto che attraverso i media, al profferimento di strafalcioni geografici. Con il processo di globalizzazione si amplia certamente il campo delle conoscenze geografiche minime necessarie e di conseguenza la potenziale mancanza di conoscenze di dettaglio. Ma a volte l’”incertezza geografica” diventa un po comica. Tra due italiani in gita ,meglio tra un veneto e un lombardo, ho sentito apostrofarsi in questo modo: “… siamo a Venezia ,amico mio. Questa bella capitale della Lombardia….”Insomma l’incertezza geografica trascina facilmente un sorriso pacatamente saputello ...

sabato 9 febbraio 2008

- "... semplicemente cottimista"

D: ma tu sei ottimista o pessimista ?

R: io sarei ..oggi… ” semplicemente cottimista”

PS: performance linguistica dal postmoderno che ... ci piace e che .. discontinuamente ..odiamo

giovedì 7 febbraio 2008

- tra scilla e cariddi (da una centralità positiva ma stanca/ da un riferimento pratico e uno mitologico)


ieri sera ho brindato a champagne
domani entrerò in un mondo di altri piacevoli interazioni
stasera (nel frattempo) sono maledettamente scarico


- dall'Odissea, libro XII, trad. di Rosa Calzecchi Onesti


Là dentro Scilla vive, orrendamente latrando:

la voce è come quella di cagna neonata,

ma essa è mostro pauroso,

nessuno potrebbe aver gioia a vederla, nemmeno un dio, se l'incontra.

I piedi son dodici, tutti invisibili:e sei colli ha, lunghissimi:

e su ciascuno una testa da fare spavento;

in bocca su tre file i denti, fitti e serrati, pieni di nera morte.

Per metà nella grotta profonda è nascosta,

ma spinge le teste fuori dal baratro orribile,

e lì pesca, e lo scoglio intorno intorno

frugando delfini e cani di mare e a volte anche mostri più grandi afferra,

di quelli che a mille nutre l'urlante Anfitrìte.


...


L'altro scoglio, più basso tu lo vedrai, Odisseo,

vicini uno all'altro, dall'uno potresti colpir l'altro di freccia.

Su questo c'è un fico grande, ricco di foglie:

e sotto Cariddi gloriosa l'acqua livida assorbe.

Tre volte al giorno la vomita e tre la riassorbe paurosamente.

Ah che tu non sia là quando assorbe!





lunedì 4 febbraio 2008

- Fuga dal significato (della lingua) presente

Sono giorni che uno vorrebbe evitare
(almeno ..) in “italiano” il significato delle parole..

Una sciocchezza (mediatica)
insegue con ansia
quella dell’interlocutore competitivo (… dell’altro..)

Resta a farne le spese lo spettatore.

Quest’ultimo,
Disarmato e/ma anche sovvenzionatore
Non (si) sa più “da che parte girarsi”
Non (si) sa più “a che santo votarsi”
per accedere a qualche cosa
di (mediamente / mediaticamente ... ) “sensato”

Pensa e ripensa,
una soluzione (.. magari poco nobile) c’è :
fuggire dalla intercettazione / comprensione del significato

Dopo Frege , Saussure
e altri nobili padri della ricerca
sulla generazione dei pensieri e dei significati
dobbiamo farci piccoli, piccoli e sperare

Viene proprio la voglia di sperare
… di confonderci con la /nella “lingua”
più incomprensibile possibile.

… Che non si riesca, in questo modo,
a risolvere (positivamente) l’aggancio mancante
alle comunicazioni interplanetarie.. ??

Se c’è spazio,
(e un po di spazio fuori da qui c’è,…. ci deve essere..)
e .. se troviamo la forza necessaria dentro di noi:
possiamo provare a non disperarci..

Magari,
un domani, ritorneremo a fruire
… con gioia … del significato
… della ricerca (semantica o generativa..) del significato
… della capacità di interagire con le parole
tra persone e significati …. Comprensibili
ma anche un poco desiderabili..

ps. Nella confusione generale (in italia) ci si avvia a nuove elezioni.

domenica 3 febbraio 2008

- "liberi tutti"!

Oggi sono andato al Lago d’Endine per un pranzo di lavoro. Mi aspettavo (anche) di incontrare un amico che guida una cooperativa sociale che tra le altre attività gestisce il ristorante a lago. Il mio amico non c’era, era all’ospedale. Una vicenda che mi ha rattristato. Un problema non proprio gravissimo : ha avuto una infiammazione ad un polmone ed è stato ricoverato. Probabilmente il guaio gli è insorto per eccesso di lavoro, di fatiche e in parte di trascuratezza verso il proprio corpo. Epilogo probabile : sarà dismesso in un paio di giorni. La sventura dell' amico oltre alla tristezza mi ha però aperto una finestra bella e positiva. Ho visto che (al di là della solidarietà partecipata alla disavventura del loro leader ...) i ragazzi che gestiscono operativamente il ristorante erano “rilassati, positivi e precisi” nello svolgere i loro ruoli e nel fornire le loro prestazioni. Una condizione di serenità che la severa presenza dell' amico spesso interrompeva durante ogni santo e successivo giorno. Con l’intenzione di qualificarli e responsabilizzarli di fatto li “sottoponeva” a continue ed eccessive attenzioni e precisazioni. Tutto “per il loro bene”… ovviamente. Oggi però ho visto un “liberi tutti” responsabile. Il mio amico uscirà nei prossimi giorni dall’ospedale. Speriamo che la situazione non torni a prima del suo ricovero. Spero che da questa spiacevole e assieme piacevole situazione di “liberi tutti” ne esca riconosciuto sia il buon lavoro di formazione che l’avvenuta e conclamata maturità dei ragazzi. Che si prosegua a liberare risorse. Auguri a tutti.


PS: Un suggerimento poetico –musicale

Dei Subsonica - Liberi tutti

Mani in alto fuori di qua
Non resteremo più prigionieri
Ma evaderemo come steve mc queen
O come il grande clint in fuga da alcatraz
Senza trattare niente con chi
Ha già fissato il prezzo al mercato
Nei nostri sogni e dentro ai nostri giorni e per la nostra vita
Liberi tutti ….
Dai virus della mediocrità
Dai dogmi e dalle televisioni
Dalle bugie, dai debiti, da gerarchie, dagli obblighi e dai pulpiti
Squagliamocela
Nei vuoti d'aria della realtà
Tracciamo traiettorie migliori
Lasciando le galere senza più passare dalla cassa
Liberi tutti…
Da ciò che uccide te e tutto ciò che ho intorno
Liberi tutti …
Da ciò che uccide te e tutto ciò che ho intorno
Dall'uomo che non è padrone del suo giorno
Da tutti quelli che inquinano il mio campo
Io mi libererò perché ora sono stanco

sabato 2 febbraio 2008

- Ambienti (quotidiani) diversi

Ambienti
un concetto variabile, elastico e differenziato
che contiene elementi e significati plurali:
ambienti plurali

Ambienti
che avviciniamo
con predisposizione diversa
con preparazione diversa
con animo diverso:
ambienti a distanze variabili

Ambienti
anche quello più stabile e conosciuto
all’improvviso può presentarcisi
ostico,ostile e lontano :
ambiente che ci – si sconvolge

Ambienti
che appena entri
è come se ci fossi sempre stato:
ambienti facili

Ambienti
Che familiarizzi solo dopo un po di frequentazione

Ambienti
ambienti preferiti del pranzo di mezzogiorno :
“a prezzo fisso”
“con il menu della casa”
“a 10 euro”

Ambienti
ambienti diversi del pranzo di mezzogiorno:
“per discutere di business”
“perché c’è il cuoco giusto”
“per fare i fighi”
“per evitare la noia del pranzo da soli”
“per le cerimonie aziendali”
“per incontri amorosi più o meno furtivi”

Ambienti
quando sono formali : li evito
quando sono inospitali : evitiamoli o trasformiamoli
quando sono sconosciuti : esploriamoli con curiosità attiva
ambienti “vuoti”: costruiamoli a nostro piacimento