domenica 18 maggio 2008

- sapori (diversi), personalità (plurali) e coscienze



sul tema della differenza di percezione, di differenze dell’esistente, sulle conoscenze e sulle pratiche plurali di ognuno e delle diverse forme associative - e quale introduzione ad un filone di riflessione (di mio forte interesse) quale quello relativo al concetto e alla pratica di “soggetto” - mi piace proporre la seguente citazione :

“Ogni momento del quotidiano è esperito da noi, esseri umani, sotto forma di esperienza cosciente. Ogni qualvolta guardiamo una rosa, odoriamo il profumo di un mandorlo, o gustiamo una prelibata vivanda, o pensiamo ai nostri affari, o ragioniamo di astrusi problemi matematici, facciamo una esperienza cosciente. La coscienza fenomenica, che contraddistingue il nostro stato di veglia, contraddistingue il nostro stesso esserci di persone. Anzi, potremmo persino concordare sul fatto che, senza l’esperienza cosciente, noi siamo assenti nel senso più pieno del termine. In quei casi tragici in cui la vita è preservata, ma non la coscienza (come in certe forme di coma), sentiamo che qualcosa di fondamentale è stato sottratto, che la vita da sola non è sufficiente a garantire l’integrità della persona. La coscienza è intrinsecamente soggettiva, ma la scienza studia programmaticamente gli enti oggettivi. L’oggetto naturale della scienza sembra incapace di catturare e di far suo un bersaglio evasivo come la soggettività degli stati coscienti.” Fonte : La teoria della mente allargata Riccardo Manzotti, Vincenzo Tagliasco

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