venerdì 23 maggio 2008

- quando la semplificazione (delle galere) rischia di prendere il sopravvento


Una breve considerazione su questi nostri giorni in Italia dal lato delle pubbliche decisioni mi è inevitabile data l’incisività dei cambiamenti (almeno nominali) in atto. Ieri il governo si è riunito a Napoli. L’incontro si è svolto - in un luogo simbolico dopo una campagna elettorale - in parte fatta speculando anche sulla spazzatura presente nelle strade della Campania – nelle strade di Napoli. E’ (forse) anche giorno simbolico e sintetico di una politica. Le discariche e i termovalorizzatori si faranno ma a) non si dice dove (i luoghi sono stati segretati !!) e b) per difenderli (per difendere le discariche si intende…!!) si procederà con l’impiego dell’esercito e la messa in galera di chi dovesse frapporsi con proteste o altre azioni di intralcio (semplificando). Di simbolico qui emerge la ricorrenza dell’uso della “galera” come promessa o - se volete - come minaccia (.. speriamo almeno che ci evitino che le minacce si trasformino poi in pratiche). Ma il simbolismo (per ora) della galera proposto da questo governo - non si esaurisce sull’approccio al tema dei “rifiuti” ma viene proposto per una certa serie di temi (non tutti ma di quello su cui si soprassiede si potrebbe riparlarne..) : per risolvere la questione degli immigrati illegali, per gli affitti di case ad irregolari, per chi si oppone alle “soluzioni sui campi rom” … La galera è la promessa ! La galera è il sogno per la gestione della soluzione dei problemi. La rinuncia al ragionare collettivo per problemi e soluzioni responsabili sembra ormai (quasi) istituzionalizzato. Ma è credibile ed efficace questo percorso, questo sogno di semplificazione e di soluzione dei problemi via “galera” ? Non si può non notare che al doppio forno della comunicazione – progetto di comunicazione specifico rintracciabile nella campagna elettorale e in tutto il periodo in cui questa maggioranza politica nazionale fu all’opposizione nei due anni precedenti - della spensieratezza di “nani e ballerini” da una parte e della critica “all’impotenza della ragionevolezza del governo Prodi” precedente dall’altra ha lasciato il posto al tritatutto della semplificazione della riconsegna allo stato della gestione della “punizione”. Si può vivere bene in questa prospettiva? Si pensa veramente che questo percorso “galera” sia la soluzione per i problemi che le sfide della società odierna porta alla nostra comunità e ad ognuno di noi? La semplificazione (specie se per via di “galera” o violenza anche solo latente) ha sempre portato al conflitto , alla sofferenza. Certo, anche questo metodo della semplificazione è un modo di fare la storia, di vivere la vita da parte di singoli e di relazioni tra comunità. Ma , mi chiedo : se io, se altri gruppi sociali volessimo fare un altro percorso, volessimo “rischiare” di convivere diversamente, volessimo separarci dal sogno “galera” che cosa dovremmo fare ? cosa potremmo fare ? Molto probabilmente bisogna andare oltre alle attuali idee e pratiche di democrazia formali e di democrazie delle maggioranze legiferanti per tutti. Forse dovremmo imparare a vivere una strutturazione del pluralismo diverso, forse dovremmo passare da un pluralismo formale ad un pluralismo sostanziale. Comunque sia, io – da subito - mi distanzio dal "sogno" della soluzione dei temi sociali via semplificazione da “galera” !

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