lunedì 19 maggio 2008

- l'agenda politica (che mi fa soffrire) del "nostro tempo italiano"


Da circa un mese ci sono state le elezioni politiche italiane: uno spartiacque ?! Forse. Certamente una considerazione sull’agenda della discussione pubblica l’avvenimento lo propone, dire che lo impone.
Da due anni abbiamo assistito su (quasi) tutti i media ad un martellante messaggio “governo Prodi: diviso,litigioso e inconcludente!!” per la politica. Per quanto attiene l’agenda dei media per i temi del sociale si possono riassumere in quelli della campagna elettorale. Nella campagna elettorale si è proposto alla discussione – sempre sui (quasi tutti i) media - di “immigranti,di violenza, di “valori non relativi o relativi” e del bisogno di una maggioranza che sappia decidere.
Proviamo a dire solo i titoli di una diversa agenda : discutere della gestione dei processi di pluralismo nella glocalizzazione ; discutere dello sviluppo di economie e di benessere sociale intersocietario da rimodellare ; discutere su come promuovere lo sviluppo di nuove iniziative di ricerca e sviluppo (biotecnologie,nanotecnologie e scienze ambientali per fermarci qui; promuovere il confronto su arte e creatività nel mondo e nell’universo moderno; infine – ma solo esemplificativamente - come fare funzionare bene le istituzioni politiche e burocratiche pubbliche nella situazione socio economica esistente. E’ una agenda veramente folle? Elitaria? Fuori dalla portata? Che non affronta i temi del mondo italiano oggi? Improbabile ? Lasciamo pure il dubbio aperto per un attimo ma svolgiamo qualche considerazione “libera”. Quali sono i temi della produzione e dei servizi nella fase della rilocazione – delocalizzazione dell’industria tradizionale : (oltre alle ballerine e ai nani..) certamente si tratta di lavorare su biotecnologie per la gestione e lo sviluppo dell’esistente, di nanotecnologie per prodotti e servizi nuovi, di energie pulite per vivere l’ambiente e per promuovere le esplorazioni dell’universo. Fortunatamente qualcuno lavora su questo (sfortunatamente troppo pochi in Italia !) e qualche risultato c’è già. Procediamo. Quali relazioni sono preferibili tra indigeni e immigrati ? Forse c’è qualche d’uno che pensa di bloccare i processi di immigrazione con una bacchetta magica o con la repressione ? C’è poco da fare o si ripensa in modo adeguato e plurale il rapporto tra soggetti , territori e diritti o si rimane incartati nella perversa dinamica indigeno-immigrato / emigrato-indigeni ; amico-nemico. E questo con tutte le conseguenze relazionali conosciute : scontri, violenze e sofferenze come conseguenza ! Possiamo affrontare questi temi mettendo in agenda “le gambe di nani e ballerine” o si deve mobilitare il pensiero alto che è in tutti noi e che i professionisti del pensiero (lavoratori della ricerca e intellettuali nei vari saperi..) possono (artisticamente) sistematizzare e esaltare? Procediamo ancora. Possiamo ancora pensare ad una riforma del funzionamento degli apparati pubblici (poca professionalità, disorganizzazione o peggio ancora corruzione..) per via di suggestioni quali : meno tasse, burocrati al lavoro, licenziamento per i fannulloni pubblici… !? Molto difficile, improbabile !! Infine : che dire dell’agenda del “falso buonismo” emergente dove il confronto diventa “silenzioso assopimento” e dove la riproduzione di informazioni note (vedi informativa di Travaglio su Schifani etc : cosa fa scandalo?) (Per ricostruire la questione riporto direttamente le informazioni presenti su wikipedia : Critiche ed aspetti controversi. Nel 1979 Schifani è stato tra i fondatori (con una quota del 3%, pari ad un milione e mezzo di lire)[6] della società di brokeraggio assicurativo Sicula Brokers, nella quale ha anche assunto il ruolo di amministratore[7]. Tra i soci di questa società, vi erano l'ex ministro degli Affari regionali Enrico La Loggia, Benny D'Agostino, Giuseppe Lombardo e Nino Mandalà[8][9][10][11]: Benny D'Agostino - all'epoca dei fatti un imprenditore incensurato, grande amico, per sua ammissione, del boss Michele Greco[12][13][14], facente parte di una nota famiglia impegnata nella costruzione di porti e banchine in tutta la Sicilia - nel 1997 fu arrestato con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e successivamente condannato; Mandalà, che nel 1980 era incensurato e svolgeva l'attività di rivenditore di carburanti, arrestato nel 1998 e successivamente condannato a 8 anni per associazione mafiosa[6][15][16], è stato definito dai giudici il capocosca di Villabate[17]. Risulterà, molti anni dopo, il gran favoreggiatore di Bernardo Provenzano ma anche fondatore di uno dei primi club di Forza Italia a Palermo[18]. Lombardo è stato presidente e consigliere delegato della società di recupero crediti Satris[19] della quale erano soci i discussi esattori ed uomini d'onore della "famiglia" di Salemi Nino e Ignazio Salvo, arrestati da Giovanni Falcone nel 1984[20]. Nel dicembre del 1980, un anno e mezzo dopo esservi entrato, Schifani ha poi liquidato la propria quota uscendo dalla società[6].
Nel 1992 Schifani insieme all'avvocato Antonino Garofalo è stato socio fondatore di Gms (una società di recupero crediti). Garofalo è stato arrestato nel 1997 e rinviato a giudizio per usura ed estorsione[7]. Schifani tuttavia non è stato coinvolto nella vicenda.
A metà degli anni '90, Schifani fu ingaggiato come consulente per l'urbanistica e il piano regolatore del Comune di Villabate, il cui sindaco Giuseppe Navetta è un parente del boss Mandalà. Nel 1999 il Comune viene sciolto per infiltrazioni mafiose nella giunta che ha nominato consulente Schifani[21][22][23][24].
Fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Schifani ……… )
C’è necessità di (promuovere) una nuova agenda. I media conosciuti e “dominanti” hanno sin qui imposto una agenda inefficace e “deviante” (a mio avviso) rispetto alla qualità delle domande e delle possibili risposte per vivere bene nella società odierna e prossima ventura. Si tratta di costruire luoghi, mezzi e leader che la sappiano fare emergere. Lavorare per questo significa lavorare per dare risposte creative ai temi del disegno del nostro futuro prossimo.

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