- Coscienza e Realtà in un guscio di noce
Sebbene l'esposizione completa della Teoria della Mente Allargata richieda un certo spazio, è possibile rissumerla tutta in una serie di affermazioni concatenate. Eccole.
1. La realtà è una e la miglior conoscenza che ne possiamo avere è una teoria che tenga conto di tutti i fatti dell'esperienza facendo uso del minor numero di entità.2. I fatti dell'esperienza sono sia soggettivi che oggettivi.3. Ogni fatto dell'esperienza si manifesta attraverso la propria esistenza, ciò che rappresenta e il suo essere in relazione-con.4. Niente esiste senza rappresentare.5. Niente rappresenta senza essere in relazione-con.6. Niente è in relazione-con senza esistere.7. Niente rappresenta senza esistere.8. Niente esiste senza essere in relazione-con.9. Niente è in relazione-con senza rappresentare.10. Rappresentazione, esistenza e relazione-con sono manifestazione, categorie, ruoli di un'unica entità che è l'onfene (o relazione intenzionale).11. Essere un evento è un ruolo (non un'entità). Evento identifica quello che un entità fa, non ciò che è.12. Il ruolo dell'evento è determinare una differenza nella realtà, cioè essere qualcosa, cioè avere un contenuto, cioè essere in relazione-con qualche aspetto della realtà.13. L'onfene (o relazione intenzionale) è il candidato ontologico più economico per identificare il supporto unico identificato dai punti 4-9, l'evento è il ruolo fondamentale che muove la realtà.14. Ogni onfene svolge il ruolo dell'evento, è perciò il candidato naturale per gli eventi.15. 'Ogni evento è un'onfene' è una necessità contingente.16. 'Ogni onfene è un evento' è una necessità a priori.17. Contenuto è ciò che è, un'onfene (o relazione intenzionale) è quindi è un possibile contenuto.18. Ogni onfene è relazione-con quindi è il contenuto di un'altra onfene (o relazione intenzionale), se non lo fosse sparirebbe dalla realtà.19. Poiché ogni onfene ha un contenuto questo può essere o un contenuto semplice o un'altra relazione intenzionale.20. Un'onfene (o relazione intenzionale) che ha per contenuto un'altra relazione intenzionale è una relazione di secondo grado.21. Nello stesso modo si possono avere onfene di grado elevato a piacere.22. Un'onfene (o relazione intenzionale) di primo grado esprime un evento soggettivo.23. Un'onfene (o relazione intenzionale) di secondo grado esprime un evento oggettivo.24. Un'onfene (o relazione intenzionale) di grado superiore al secondo esprime una proposizione della logica.25. Gli eventi soggettivi (le onfene di primo grado) definiscono il dominio della soggettività (senza bisogno di soggetti in quanto principi autonomi, credenza idealista nel soggetto).26. Gli eventi oggettivi (le onfene di secondo grado) definiscono il dominio della oggettività (senza bisogno di oggetti in quanto principi autonomi, credenza materialista nelle estensioni).27. Gli eventi logici (le onfene di grado superiore al secondo) definiscono il dominio delle verità a priori (senza bisogno di un terzo regno).28. Gli eventi soggettivi rappresentano eventi semplici, gli eventi oggettivi e logici rappresentano relazioni intenzionali o significati.29. Il contenuto degli eventi semplici è il contenuto fenomenico qualitativo degli stati soggettivi (colori, sapori, piacere, dolore).30. Il contenuto degli eventi oggettivi è il contenuto intrinseco di una onfene in quanto relazione (prima-dopo, sopra-sotto, più grande-più piccolo).31. Il contenuto degli eventi logici è il contenuto intrinseco di una relazione fra eventi oggettivi (implica-che, vero, falso).32. Ogni rappresentazione, e ogni significato, comporta un evento reale, cioè esiste (Principio di conservazione della rappresentazione e del significato).33. Ogni onfene unifica una parte della realtà che ne costituisce il contenuto (Principio di unificazione della realtà).34. Ogni onfene ha, per contenuto, un evento - o una serie di eventi - che si definisce evento critico.35. L'evento critico è quell'evento - quella serie di eventi - la cui esistenza è stata essenziale per la relazione intenzionale (necessari e sufficienti).36. L'evento critico è il contenuto della propria relazione intenzionale.37. Il soggetto è un insieme di rappresentazioni.38. Il soggetto è un insieme di onfene unificate dall'essere contenuto di un'altra onfene.39. L'onfene (o relazione intenzionale) che unifica il contenuto di un soggetto è detta il principio dell'io o io.40. Il contenuto proprio dell'io in quanto onfene unificante, è il sé.41. L'io oggettivato è il sé (l'io in quanto contenuto di un'altra onfene è il sé).42. Il sé è un'unità e perciò esiste.43. La coscienza è il soggetto, cioè un insieme di rappresentazioni unificate.44. La mente è mente cosciente, cioè coscienza, cioè soggetto.45. L'autocoscienza si ha quando il soggetto ha, tra i propri contenuti, anche il sé.46. La mente è parte della realtà, fare esperienza vuol dire allargare la parte di realtà che fa parte di un certo soggetto.47. Ogni stato contenuto si presenta alla coscienza in quanto un'onfene (o relazione intenzionale), con quel contenuto, diventa parte del soggetto.48. L'atto attraverso cui la coscienza perviene a un nuovo contenuto è sempre lo stesso: il soggetto si allarga includendo una nuova relazione intenzionale.49. La precedente non significa che il soggetto acquista un nuovo contenuto ma che l'essere del soggetto si modifica con una nuova relazione intenzionale.50. Non esistono eventi mentali (esperienza soggettiva, percezione, esperienza, conoscenza, credenze) che non siano eventi coscienti.51. L'esperienza soggettiva fenomenica è data da onfene (o relazioni intenzionali) di primo grado.52. La conoscenza oggettiva empirica è data da onfene (o relazioni intenzionali) di secondo grado.53. La conoscenza oggettiva a priori è data da onfene (o relazioni intenzionali) di grado superiore al secondo.54. La percezione è una rappresentazione cioè ha un contenuto.55. La percezione è convenzionalmente riferita a onfene di primo e secondo grado.56. Avere una percezione vuol dire che una onfene di primo o di secondo grado entra a far parte del proprio soggetto.57. Il contenuto della percezione è l'evento critico dell'onfene inclusa.58. La sensazione è percezione.59. La memoria è percezione il cui evento critico è più o meno lontano.60. Le allucinazioni e i fosfeni sono percezioni i cui eventi critici sono più o meno lontani.61. La percezione non veridica è percezione i cui contenuti di primo grado sono di origine diversa da quelli di secondo grado.62. Ogni stato cosciente ha un contenuto.63. Ogni percezione ha un contenuto.64. Non esistono atti della mente (credere, percepire, sentire, intuire, intelligere) a parte l'entrare a far parte del soggetto, da parte di una relazione intenzionale.65. I diversi atti corrispondono a ruoli assunti dalla onfene (primo, secondo e gradi successivi).66. Un pensiero è un contenuto di grado superiore al primo.67. Pensare vuol dire percepire i propri pensieri.68. Il linguaggio è un insieme di relazioni tra contenuti.69. Un concetto è un insieme di relazioni che identificano un contenuto.70. Un concetto può corrispondere a un significato o può essere una rete senza contenuto. Nel primo caso è un concetto reale nel secondo caso è un concetto fittizio.
http://www.consciousness.it/manzotti/Books/CoscienzaRealta-2520noce.htm
Chi era
Nato a Savona il 26 febbraio 1941. Nel 1965 si laurea in Ingegneria elettronica e viene nominato assistente ordinario nel settore delle misure e del controllo automatico. Perfeziona la sua preparazione nelle aree della psicologia della percezione e del controllo motorio negli USA presso la Harvard University e il MIT. Dal 1974 insegna Principi di Bioingegneria (dal 1980 come professore ordinario) a Genova.Nel 1984 diviene il primo direttore del Dipartimento di Informatica, Sistemistica e Telematica.Negli Ottanta si interessa di strutturazione e di trasmissione del sapere attraverso vecchi e nuovi media.Dal 1986 al 1995 lavora come esperto presso il MURST, l'UE e l'OCSE sulla formulazione di scenari per il futuro.Nel 1996 è il primo Presidente del Corso di Laurea di Ingegneria Biomedica e insegna dal 1998 al 2000 presso il Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione a Torino. Lavorava al Dist (Dipartimento di Informatica, Sistemistica e Telematica) di Genova ed era famoso per gli studi su intelligenza artificiale e bioingegneria. (da media2000.it)
Vincenzo Tagliasco - docente di bioingegneria all'Università di Genova - si è suicidato con un colpo di pistola alla tempia (l'arma era regolarmente denunciata). L'allarme era stato lanciato venerdì 9 quando, recatosi al lavoro, non era più tornato a casa. Il corpo è stato trovato domenica 11 vicino a Chiavari, dove viveva.
http://www.mentelocale.it/festivaldellascienza/contenuti/index_html/id_contenuti_varint_20777
- SEI FAMILIARE CON IL CONCETTO DI “ONFENE”?
Credo che il punto di vista fondamentale della neuroscienza sia sensato. Ogni processo della mente corrisponde a un processo biochimico ed elettrico del cervello. Dobbiamo lavorare con ciò che abbiamo, con ciò che possiamo vedere. E’ un punto di vista assai meno riduzionista di quanto possa sembrare.
1) Christof Koch, che ha lavorato per anni con il Nobel recentemente scomparso Francis Crick, direbbe: chi legge queste righe è cosciente. Coscienza è attenzione selettiva agli eventi del mondo. I Qualia - gli stati di prima persona, gli eventi soggettivi- sono “reali” perchè corrispondono a processi cerebrali specifici.
L’idea sottesa è che la mente “catturi” un mondo esterno e lo soggettivizzi. E’ una visione dualistica. Dogmatica. Si ripropone il problema dell’Immagine, dello Stato di Cose e della loro relazione, problemi che Wittgenstein credette di aver risolto (*Tractatus Logico-Philosophicus*) nel segno di una sorta di “strutturalismo” o meglio “consonantismo strutturale”. L’idea di “cattura”, di contemporanea “esternità” e “internità” della mente rispetto allo stato di cose è difficile. Non “spiega” nulla. Vede una cosa (la mente) in mezzo ad altre cose (la realtà). Illustra una cosa eterogenea rispetto ad altre cose eppure capace di entrare in relazione con esse attivando un processo dinamico di introiezione-rappresentazione. Un bel casino.
2) Molto interessante la posizione di Daniel C. Dennet. Da trentacinque anni si occupa di mente in maniera tanto scientifica quanto filosofico-psicologica. Le sue tesi hanno un afflato aperto, lasciano entrare spazio nella scatola cranica che troppi vorrebbero confine e prigione dell’esperienza cosciente. Non ci sarebbe “una” coscienza fenomenica. Diverse “agenzie cognitive” opererebbero in parallelo, senza un “agente centrale”. Il senso dell’Io sarebbe un effetto complessivo di questa interazione, che darebbe luogo a coalizioni transitorie, mutevoli, cangianti. Non ci sarebbe nessun “Io” a osservare lo spettacolo del mondo. L’esperienza di prima persona e la sensazione di essere agenti autonomi, unitari nascerebbero da un’illusione supersemplificata, frutto dell’evoluzione, che permette di assumere decisioni in tempo utile per la sopravvivenza. 3) Riccardo Manzotti e Vincenzo Tagliasco, due ingegneri-filosofi che operano al dipartimento di informatica, sistemistica e telematica dell’università di Genova sono autori di una teoria cognitiva assai avanzata. La teoria è nota come Mente Allargata, e introduce un concetto semplice, economico, esteticamente pregevole, che si porrebbe alla base della realtà e dell’esperienza, intese come non-divisibili.
Il principio di Heisenberg stabilisce l’impossibilità di separare il fenomeno misurato dall’apparato sperimentale. Cade così, per estensione, la discriminazione tra Soggetto e Oggetto. Idealismo e Materialismo “solidista” crollano. Per Manzotti e Tagliasco quando sorge una rappresentazione mentale non c’è una distinzione vera tra evento e ciò che lo rappresenta. Non esiste un “dentro” e un “fuori”. La realtà è complessiva e non può essere mutilata dalla discriminazione linguistica tra Io e Altro. La realtà sussiste come Onfene (da Ontos, Phenomenon e Episteme), processo fisico singolare, molteplice, soggettivo e oggettivo insieme, complessivo, con contenuto fenomenico. Quando osserviamo un tramonto, il processo che definiamo “noi stessi” si allarga fino a comprendere nuovi eventi, senza che sia possibile discriminare tra qui e là, esterno e interno, punti di vista relativi che non indicherebbero niente di sostanziale, di originario.
http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/newsaddiction.html
La teoria della mente allargata
Riccardo Manzotti, Vincenzo Tagliasco Dipartimento di Informatica, Sistemistica e Telematica Università di Genova manzotti@dist.unige.it
Il problema della coscienza, non affrontata in modo scientifico per gran parte del XX secolo, è tornato prepotentemente alla ribalta grazie anche all’enorme sviluppo delle tecniche di indagine non invasive delle funzioni cerebrali. Sorprendentemente questi risultati non hanno portato a una maggiore comprensione della coscienza. Eppure la coscienza (fenomenica) è un fatto empirico: qualcosa che quotidianamente si presenta a ciascuno di noi. Com’è possibile che sia così elusiva e misteriosa? Per risolvere l’enigma è necessario superare la visione cartesiana secondo la quale il mondo da due domini separati: la mente e le cose. Come si legge nella via del Samurai: non è bene quando una
cosa diventa due. Per capire la coscienza è importante comprenderne la natura dell’essere in relazione con il mondo. Il cervello fa esperienza del mondo esterno. Com’è possibile? In questo articolo proponiamo una teoria basata, non su oggetti statici, ma su un processo fisico (denominato onfene) che può essere descritto sia da un punto di vista relazionale, che rappresentazionale, che oggettuale. Questo processo fisico non è confinato nei limiti fisici del cervello, ma si estende dagli oggetti di cui siamo consapevoli fino a terminare nelle attivazioni neurali. Secondo questo punto di vista la mente è pertanto “allargata” a comprendere tutto ciò di cui siamo coscienti.
http://www.consciousness.it/manzotti/publications/PDF/ManzottiTagliasco2003La%20Teoria%20della%20Mente%20Allargata.pdf