(… forse)
- finisce l’epoca della preferenza della violenza
come metodo di risoluzione delle divergenze relazionali
- finisce l’era della manipolazione di massa con lo
spauracchio e l’agitazione delle paure
- finisce l’era delle minoranze emarginate e punto
- potrebbe finire la regolazione degli affari e degli interessi dei più “scorretti” a scapito dei più ingenui e impotenti
Grande gioia per le diverse umanità emerse in questo confronto democratico :
(evidenziando)
- la capacità di riscattarsi da opzioni “negative”
- la volontà di proiettarsi diversamente verso il futuro
- l’istituzionalizzazione della “tolleranza” verso il diverso
Oggi c’è grande gioia nell’aria :
negli States
nel mondo
e anche in me
Oggi c’è però anche una tristezza di fondo
(cultuale ma anche esistenziale ...)
che non mi abbandona :
- nel giorno che istituzionalizza il miglior potenziale risultato del “melting pot” sociale e politico si evidenziano anche le sue debolezze
- oggi non si tratta di ribadire una “generale dichiarazione di uguaglianza (risultato della fusione, risultato di un qualche “melting pot tra soggetti”, insomma di una dichiarazione generale dei diritti degli uomini…) ma piuttosto è necessario e utile passare a costruire una “strutturazione dell’universale delle differenze” (ovvero si tratta di istituzionalizzare la fine del discorso dell’identità del soggetto e dei soggetti e aprire un discorso capace di governare in modo “generale /universale” le differenze esistenti ed espresse dentro al soggetto e tra soggetti…”)
- nel giorno in cui la democrazia formale si afferma nel modo più convincente (almeno in una comunità allargata come gli States ...) si evidenziano anche i suoi limiti
- nel giorno in cui la democrazia formale si afferma nel modo più convincente (almeno in una comunità allargata come gli States ...) si evidenziano anche i suoi limiti
- questa democrazia formale non è in grado di affrontare adeguatamente le differenze strutturali e preferenziali nel loro costruirsi e nel loro divenire (qual è il parametro con cui si misurano i contributi e le remunerazioni per le diverse tipologie di comportamento , per le diverse condizioni di partenza, per le diverse scelte e le loro conseguenze .... ?) . La democrazia formale , forse, è “il metodo migliore conosciuto finora di gestire una comunità” ma è oggettivamente incapace di far fronte al vincolo odierno del pluralismo. Ed in particolare oggi la democrazia formale non è in grado di affrontare la realtà del “pluralismo delle differenze” e le conseguenze che questo porta con se. Ovvero : le diverse comunità tematiche (che in america ormai raccolgono almeno 40 milioni di persone) come si governano? E come si relazionano nella comunità globale? Si possono per caso governare con una “gestione/legislazione generale eguale per tutti” (con un “universale dell’eguaglianza”…) ? C'è qualc'uno che pensa che a partire "dalla rivendicazione di diverse identità" si possa vivere il prossimo futuro (magari... senza conflitti) ? E come opererebbe una "eguaglianza" senza parametri di giudizio (.. se non "morali") per gestire le relazioni tra "identità" diverse ? Oppure, le differenze di preferenze e di contribuzioni dei singoli si devono affrontare su due fronti : su un piano si tratta di lavorare alla istituzionalizzazione di un diritto che stabilisca l’”universale delle differenze” e successivamente si tratta di gestire – in modo differenziato- il modo di vivere specifico di queste comunità (..di queste preferenze..) nelle loro dinamiche compresa la gestione di contributi e remunerazioni specifici che le singole “preferenze” e conseguenti comportamenti (.. nel sottogruppo omogeneo.. )portano con se .. ?
- nel giorno del "cambiamnento storico" americano la crisi economica non svanisce. Allora?
- che sia una ripresa del keynesismo che ci possa portare fuori da questa crisi? Ma non scherziamo. Qui (nel mondo moderno.. e negli usa in particolare..) la spesa si è decisamente dilatata oltre alle capacità della produzione e della sua manutenzione. Il rapporto tra capcità di produrre e consumare/pagare è da tempo a favore della spesa (n.b. : carte di credito,debito pubblico...). Un pensiero innovativo sull'organizzazione della produzione e sulla "appropriazione" del prodotto si rende decisamente urgente e ovviamente è necessario.. Lavoriamoci, ma non illudiamoci !
Ciò detto, oggi è un giorno “storico”
come in tanti riconoscono
e voglio – comunque - unirmi al coro dei plaudenti,
dei soddisfatti per i risultati conseguiti
Vivendo nella democrazia formale in atto
e per chi persegue una visione del mondo “umanista”
oggi è certamente un giorno migliore di ieri
… (probabilmente)
… Anche le grosse e nuove questioni della gestione delle differenze
potranno essere affrontate in un ambiente migliore..
Ma nella “società delle decisioni” in cui viviamo
è necessario e utile
traguardare la strutturazione di nuovi diritti e doveri
basati realisticamente su preferenze e differenze
e su una strutturazione plurale delle stesse
( sul principio delle differenze..)
piuttosto che su un improbabile
“universalismo dell’eguaglianza”
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