perché no?
La costruzione del tutto
è anche fuori da noi
Ma io voglio fare di tutto:
ma quanto voglio essere “invadente” ?
perché no?
La fruizione del tutto
implica azioni fuori di noi
Ma io vorrei fruire di tutto :
ma come è possibile ad una parte essere “fruitore totale” ?
perché no?
L’immaginazione del tutto
implica una visione globale “inclusiva”
Ma come potrebbe essere fattibile :
io guardo da un (solo .. anche se variabile.. e diverso) “punto di vista” !
perché no?
La voglia di tutto
è incommensurabile
Voglia di tutto :
spinge la curiosità al bordo
ma rischia di soffocare la nostra specificità,
la nostra definita forma di esistenza !
Perché no?
Rappacificarci con l’essere “parte” ?
Ma questo mi fa soffrire :
soffro di claustrofobia !
domenica 30 novembre 2008
sabato 29 novembre 2008
- la necessità di entrare in partita
Premessa : fare entrare in partita tutte le differenze
La crisi è ciclica nel mondo capitalistico : c’è chi se la ride e sdrammatizza e c’è chi la mette giù dura in vario modo. Qui vorrei fare un discorso-proposta di percorso sintetico e un po per “tutti gli interessati”. La tesi di fondo è che l’esistenza di una crisi, probabilmente molto profonda, richiede delle iniziative molto profonde. Queste iniziative oggi sono assunte e governate principalmente da personaggi “interni” al problema. E’ necessario, a mio avviso, promuovere una generale “entrata in partita” di tutti. In particolare mi auspico che entrino in partita quelli che oggi non hanno voce adeguata, che hanno opinioni diverse dal “gruppo in fuga” che ci guida ufficialmente. Ovvero, mi auguro che entrino in partita tutte le diversità.
La crisi e le opportunità odierne
La “crisi” che stiamo attraversando è specifica e non può essere assimilata ad altre crisi. Non possiamo pensare che sia assimilabile alle crisi del primo novecento a cui si è risposto con insurrezioni e “rivoluzioni”, cooperazione per mangiare e sindacati che si batterono per i diritti base. Non possiamo pensare che questa crisi sia simile a quella del 29 che si dice fu risolta dal Keynesismo anche se poi si fatica a capire se il keynesismo si debba fermare al new deal o alla seconda guerra mondiale. Non possiamo neppure assimilare questa crisi alle tante crisi sociali e economiche più o meno profonde che si svilupparono negli anni sessanta e settanta dello scorso secolo nel mondo occidentale. Le caratteristiche di questa crisi mi sembrano principalmente queste : - dimensione internazionale con focalizzazioni multipolari – crisi economica differenziata (sviluppo in alcune zone, depressione in altre ,riposizionamento in altre..) – ma la crisi più profonda è quella relativa alle decisioni strategiche di futuro. Qui ci metto dalle culture agli interessi , dalla scienza alle ideologie. Ecco il mondo che è in crisi si presenta come un mondo che necessità di un riposizionamento “delle differenze e delle preferenze” tenendo conto del contesto fisico oggi praticabile (in particolare dagli esseri / soggetti umani).
Preferenze e proposte : strategia
- evitare l’esplosione di conflitti armati diffusi e socializzare la pratica di prese di posizioni limitate e controllabili riassumibili nella metodologia della presa di decisione attraverso una “valutazione di impatto decisionale controllabile dai decisori”
- promuovere la generalizzazione del concetto di “universalità delle differenze” come principio guida. Principio che riconosce le diverse preferenze nel mentre garantisce che le scelte dei singoli e dei gruppi abbiano espressioni libere (con conseguenti premi e punizioni nel loro “territorio espressivo”) e possibilità di attraversamento (possibilità da parte di un singolo soggetto di aderire anche a più gruppi di preferenze anche non coerenti tra loro)
- ricerca scientifica e sviluppo dell’informazione diffusa al centro della valutazione di impatto decisionale collettivo (per garantire sulle potenzialità e i limiti delle opzioni dentro alla pratica della valutazione di impatto decisionale controllato) , della discussione plurale per la costruzione del futuro e per supportare i nuovi piani di attività lavorativa
Preferenze e proposte : il singolo soggetto
- partire dal costruire autostima e autocritica da una riflessione pratica direttamente sviluppata sul contributo esistenziale dato (nel contesto reale) e gestire il tutto partendo dal piccolo gruppo
- puntare sull’apprendimento minimo di più modelli di decisione per arricchire la propria opzione di vita
- valutare i fenomeni sulla base dei riscontri che scaturiscono da conoscenze “reiterabili” piuttosto che da ideologie anche amabilmente “visionarie”
- garantirsi una capacità di equilibrio di valutazione tra l’efficacia dei contributi realmente socializzati e i ritorni avuti / desiderabili
Preferenze e proposte : sociale
- servono subito delle nuove “sedi di aggregazioni” In passato ci furono i moti insurrezionali, le cooperative di solidarietà, le organizzazioni sindacali… poi i bar, le discoteche, le scuole etc. Oggi servono forme aggregative aggiuntive capaci di facilitare le relazioni “nel mondo delle decisioni” plurali
- servono nuovi contenuti e nuove forme di intrattenimento
- servono nuovi contenuti e nuovi canali di comunicazione (anche per fruizione passiva)
Preferenze e proposte : politica
- affermare e gestire il principio dell’universalità delle differenze ridefinendo gli spazi dell’azione politica e istituzionale su più livelli di aggregazione di pubblico e privato
- ricondurre lo spazio pubblico generale alle basi : sopravvivenza, cultura e salute
- integrare lo spazio pubblico generale in altri spazi pubblici “differenti e differenziati” per preferenze e non (solo) per localizzazioni
- scegliere – attraverso processi decisionali – meno squilibrati i delegati e creare sempre delle motivazioni altrettanto strutturate al controllo e al cambiamento
- regolare la gestione dei cicli informativi in funzione dell’equilibrio dei processi decisionali in cui posizionare singoli soggetti o soggetti di gruppo
- ridurre l’uso dell’occupazione informativa pubblica da parte di piccoli gruppi o anche da maggioranze e minoranze democratiche e politiche restituendo il processo di informazione agli aggregati sociali e politici differenti e diffusi
Preferenze e proposte : economia
- organizzare la produzione sul principio della salvaguardia ambientale minima garantita OVUNQUE
- garantire il principio di impatto sostenibile
- organizzare le competenze per i nuovi lavori del futuro : longevità, esplorazione universale, conoscenze e intrattenimento di qualità (seppur diversificato)
- riorganizzare l’organizzazione del sapere a partire dal contributo / merito e dalle preferenze strategiche
- garantire livelli di impiego e remunerazione di massa a cui tutti “possano – debbano” accedere
Preferenze e proposte : ciclo decisionale
- il focus attorno a cui lavorare per garantirsi un riscontro delle proprie preferenze nel futuro è quello di lavorare e partecipare al ciclo decisionale
- oggi il ciclo decisionale è organizzato e fortemente influenzato da lobbies di diverso tipo. Non tutte queste lobbies sono “sane” ma neppure tutte sono ributtevoli o inaccettabili. Di fatto la situazione è variegata e difficilmente adeguata per gestire la liberazione dei soggetti e delle potenze dei modelli decisionali plurali che l’umanità ha a disposizione senza un grande sforzo di riposizionamento dei cicli decisionali. A chi non basta il compito di lavorare su elaborazione comunicazione e socializzazione in questa società delle decisioni.
L’urgenza dei tempi suggerisce un grande lavoro culturale, organizzativo e politico per promuovere il futuro. Il futuro avrà comunque l’immagine di chi avrà saputo portare nei cicli decisionali la propria voce. Quanto piacevole, plurale e vicina alle preferenze di ognuno dipenderà sia dal modello “culturale” che prevarrà che dal contributo che ognuno avrà dato in funzione delle sue aspettative e capacità nel processo decisionale. Non si può pensare di avere di più di quanto si sia in grado di contribuire a “produrre”. Il tutto è comunque sempre un lavoro sia individuale che di gruppo e di grandi raggruppamenti umani.
La crisi è ciclica nel mondo capitalistico : c’è chi se la ride e sdrammatizza e c’è chi la mette giù dura in vario modo. Qui vorrei fare un discorso-proposta di percorso sintetico e un po per “tutti gli interessati”. La tesi di fondo è che l’esistenza di una crisi, probabilmente molto profonda, richiede delle iniziative molto profonde. Queste iniziative oggi sono assunte e governate principalmente da personaggi “interni” al problema. E’ necessario, a mio avviso, promuovere una generale “entrata in partita” di tutti. In particolare mi auspico che entrino in partita quelli che oggi non hanno voce adeguata, che hanno opinioni diverse dal “gruppo in fuga” che ci guida ufficialmente. Ovvero, mi auguro che entrino in partita tutte le diversità.
La crisi e le opportunità odierne
La “crisi” che stiamo attraversando è specifica e non può essere assimilata ad altre crisi. Non possiamo pensare che sia assimilabile alle crisi del primo novecento a cui si è risposto con insurrezioni e “rivoluzioni”, cooperazione per mangiare e sindacati che si batterono per i diritti base. Non possiamo pensare che questa crisi sia simile a quella del 29 che si dice fu risolta dal Keynesismo anche se poi si fatica a capire se il keynesismo si debba fermare al new deal o alla seconda guerra mondiale. Non possiamo neppure assimilare questa crisi alle tante crisi sociali e economiche più o meno profonde che si svilupparono negli anni sessanta e settanta dello scorso secolo nel mondo occidentale. Le caratteristiche di questa crisi mi sembrano principalmente queste : - dimensione internazionale con focalizzazioni multipolari – crisi economica differenziata (sviluppo in alcune zone, depressione in altre ,riposizionamento in altre..) – ma la crisi più profonda è quella relativa alle decisioni strategiche di futuro. Qui ci metto dalle culture agli interessi , dalla scienza alle ideologie. Ecco il mondo che è in crisi si presenta come un mondo che necessità di un riposizionamento “delle differenze e delle preferenze” tenendo conto del contesto fisico oggi praticabile (in particolare dagli esseri / soggetti umani).
Preferenze e proposte : strategia
- evitare l’esplosione di conflitti armati diffusi e socializzare la pratica di prese di posizioni limitate e controllabili riassumibili nella metodologia della presa di decisione attraverso una “valutazione di impatto decisionale controllabile dai decisori”
- promuovere la generalizzazione del concetto di “universalità delle differenze” come principio guida. Principio che riconosce le diverse preferenze nel mentre garantisce che le scelte dei singoli e dei gruppi abbiano espressioni libere (con conseguenti premi e punizioni nel loro “territorio espressivo”) e possibilità di attraversamento (possibilità da parte di un singolo soggetto di aderire anche a più gruppi di preferenze anche non coerenti tra loro)
- ricerca scientifica e sviluppo dell’informazione diffusa al centro della valutazione di impatto decisionale collettivo (per garantire sulle potenzialità e i limiti delle opzioni dentro alla pratica della valutazione di impatto decisionale controllato) , della discussione plurale per la costruzione del futuro e per supportare i nuovi piani di attività lavorativa
Preferenze e proposte : il singolo soggetto
- partire dal costruire autostima e autocritica da una riflessione pratica direttamente sviluppata sul contributo esistenziale dato (nel contesto reale) e gestire il tutto partendo dal piccolo gruppo
- puntare sull’apprendimento minimo di più modelli di decisione per arricchire la propria opzione di vita
- valutare i fenomeni sulla base dei riscontri che scaturiscono da conoscenze “reiterabili” piuttosto che da ideologie anche amabilmente “visionarie”
- garantirsi una capacità di equilibrio di valutazione tra l’efficacia dei contributi realmente socializzati e i ritorni avuti / desiderabili
Preferenze e proposte : sociale
- servono subito delle nuove “sedi di aggregazioni” In passato ci furono i moti insurrezionali, le cooperative di solidarietà, le organizzazioni sindacali… poi i bar, le discoteche, le scuole etc. Oggi servono forme aggregative aggiuntive capaci di facilitare le relazioni “nel mondo delle decisioni” plurali
- servono nuovi contenuti e nuove forme di intrattenimento
- servono nuovi contenuti e nuovi canali di comunicazione (anche per fruizione passiva)
Preferenze e proposte : politica
- affermare e gestire il principio dell’universalità delle differenze ridefinendo gli spazi dell’azione politica e istituzionale su più livelli di aggregazione di pubblico e privato
- ricondurre lo spazio pubblico generale alle basi : sopravvivenza, cultura e salute
- integrare lo spazio pubblico generale in altri spazi pubblici “differenti e differenziati” per preferenze e non (solo) per localizzazioni
- scegliere – attraverso processi decisionali – meno squilibrati i delegati e creare sempre delle motivazioni altrettanto strutturate al controllo e al cambiamento
- regolare la gestione dei cicli informativi in funzione dell’equilibrio dei processi decisionali in cui posizionare singoli soggetti o soggetti di gruppo
- ridurre l’uso dell’occupazione informativa pubblica da parte di piccoli gruppi o anche da maggioranze e minoranze democratiche e politiche restituendo il processo di informazione agli aggregati sociali e politici differenti e diffusi
Preferenze e proposte : economia
- organizzare la produzione sul principio della salvaguardia ambientale minima garantita OVUNQUE
- garantire il principio di impatto sostenibile
- organizzare le competenze per i nuovi lavori del futuro : longevità, esplorazione universale, conoscenze e intrattenimento di qualità (seppur diversificato)
- riorganizzare l’organizzazione del sapere a partire dal contributo / merito e dalle preferenze strategiche
- garantire livelli di impiego e remunerazione di massa a cui tutti “possano – debbano” accedere
Preferenze e proposte : ciclo decisionale
- il focus attorno a cui lavorare per garantirsi un riscontro delle proprie preferenze nel futuro è quello di lavorare e partecipare al ciclo decisionale
- oggi il ciclo decisionale è organizzato e fortemente influenzato da lobbies di diverso tipo. Non tutte queste lobbies sono “sane” ma neppure tutte sono ributtevoli o inaccettabili. Di fatto la situazione è variegata e difficilmente adeguata per gestire la liberazione dei soggetti e delle potenze dei modelli decisionali plurali che l’umanità ha a disposizione senza un grande sforzo di riposizionamento dei cicli decisionali. A chi non basta il compito di lavorare su elaborazione comunicazione e socializzazione in questa società delle decisioni.
L’urgenza dei tempi suggerisce un grande lavoro culturale, organizzativo e politico per promuovere il futuro. Il futuro avrà comunque l’immagine di chi avrà saputo portare nei cicli decisionali la propria voce. Quanto piacevole, plurale e vicina alle preferenze di ognuno dipenderà sia dal modello “culturale” che prevarrà che dal contributo che ognuno avrà dato in funzione delle sue aspettative e capacità nel processo decisionale. Non si può pensare di avere di più di quanto si sia in grado di contribuire a “produrre”. Il tutto è comunque sempre un lavoro sia individuale che di gruppo e di grandi raggruppamenti umani.
lunedì 17 novembre 2008
- tra curiosità e incredulità (maldestra,purtroppo..) : i pirati nell'epoca moderna
sabato 15 novembre 2008
lunedì 10 novembre 2008
- piccole annotazioni sul post-human
- piccole annotazioni su “propulsioni e vincoli strategici ” su un tema enorme : noi un domani vicino, ovvero il Post-human
(… necessità di una boccata d’ossigeno..)
Il discorso sul soggetto umano nel futuro è spesso ri-compreso in un discorso che si “definisce e ricerca” il post-human. E’ un discorso molto impegnativo ma anche assolutamente non più rimandabile. Qui sotto qualche link per chi vuole fare un giro informativo sul tema e una frecciata di idee strategiche su elementi “propulsivi e vincoli” che il percorso presenta.
Nota : E’ solo un piccolo schizzo di un tema enorme ma ne ho bisogno di questi tempi, abitando in Italia.
- Links
http://posthuman.com/
http://www.jetpress.org/
http://www.fhi.ox.ac.uk/
http://www.nickbostrom.com/
http://www.kurzweilai.net/index.html?flash=1
http://www8.nationalacademies.org/onpinews/newsitem.aspx?RecordID=02152008
http://www.engineeringchallenges.org/
- Un rimando (sintetico)
The following compares the 20th Century Human Body with the 21st Century future physique of our conceptualized body design Primo 3M+.
(… necessità di una boccata d’ossigeno..)
Il discorso sul soggetto umano nel futuro è spesso ri-compreso in un discorso che si “definisce e ricerca” il post-human. E’ un discorso molto impegnativo ma anche assolutamente non più rimandabile. Qui sotto qualche link per chi vuole fare un giro informativo sul tema e una frecciata di idee strategiche su elementi “propulsivi e vincoli” che il percorso presenta.
Nota : E’ solo un piccolo schizzo di un tema enorme ma ne ho bisogno di questi tempi, abitando in Italia.
- Links
http://posthuman.com/
http://www.jetpress.org/
http://www.fhi.ox.ac.uk/
http://www.nickbostrom.com/
http://www.kurzweilai.net/index.html?flash=1
http://www8.nationalacademies.org/onpinews/newsitem.aspx?RecordID=02152008
http://www.engineeringchallenges.org/
- Un rimando (sintetico)
The following compares the 20th Century Human Body with the 21st Century future physique of our conceptualized body design Primo 3M+.
20th Century -- Body
a- Limited life span
b- Legacy genes
c- Wears out
d- Random mistakes
e- Sense of humanity
f- Intelligence capacity: 100 trillion synapses
g- Single track awareness
h- Gender-restricted
i- Prone to environmental damage
j- Corrosion by irritability, envy, depression
k- Elimination messy and gaseous waste
a- Limited life span
b- Legacy genes
c- Wears out
d- Random mistakes
e- Sense of humanity
f- Intelligence capacity: 100 trillion synapses
g- Single track awareness
h- Gender-restricted
i- Prone to environmental damage
j- Corrosion by irritability, envy, depression
k- Elimination messy and gaseous waste
21st Century -- Primo 3M+
a- Ageless
b- Replaceable genes
c- Upgrades
d- Error-correction device
e- Enlightened transhumanity
f- Intelligence capacity: 100 quadrillion synapses
g- Multiple viewpoints running in parallel
h- Gender changeability
i- Impervious to environmental damage
j- Turbocharged optimism
k- Recycles and purifies waste
- due note
Le propulsioni principali al “posthuman” :
w- la capacità di “riparare singole celle”
x- la capacità di sviluppare e rigenerare “tessuti umani” via staminali
y- la possibilità di “integrare” le componenti umane storico-tradizionali con componenti nuove biologiche e non
I vincoli allo sviluppo del “posthuman” :
a- esaurimento/trasformazione strategica della materia (.. in tempi non facilmente dimensionabili..)
b- disintegrazione (irrecuperabile..) dei componenti costituenti del soggetto umano
c- le difficoltà prevedibili nella costruzione delle adeguate competenze funzionali per sviluppare e manutenere
Nota – Uno tra i tanti rimandi di interesse
- Bootstrapping our way to an ageless future By Aubrey de GreyBiomedical gerontologist Aubrey de Grey expects many people alive today to live to 1000 years of age and to avoid age-related health problems even at that age. In this excerpt from his just-published, much-awaited book, Ending Aging, he explains how. (Added September 19th 2007)
http://www.kurzweilai.net/meme/frame.html?main=memelist.html?m=5%23709
- Bootstrapping our way to an ageless future By Aubrey de GreyBiomedical gerontologist Aubrey de Grey expects many people alive today to live to 1000 years of age and to avoid age-related health problems even at that age. In this excerpt from his just-published, much-awaited book, Ending Aging, he explains how. (Added September 19th 2007)
http://www.kurzweilai.net/meme/frame.html?main=memelist.html?m=5%23709
giovedì 6 novembre 2008
- l'insufficenza di fondo dello storico esito dell'elezione di Obama
Oggi è diffusa una grande gioia per la vittoria di Obama :
(… forse)
- finisce l’epoca della preferenza della violenza
come metodo di risoluzione delle divergenze relazionali
- finisce l’era della manipolazione di massa con lo
spauracchio e l’agitazione delle paure
- finisce l’era delle minoranze emarginate e punto
- potrebbe finire la regolazione degli affari e degli interessi dei più “scorretti” a scapito dei più ingenui e impotenti
Grande gioia per le diverse umanità emerse in questo confronto democratico :
(evidenziando)
- la capacità di riscattarsi da opzioni “negative”
- la volontà di proiettarsi diversamente verso il futuro
- l’istituzionalizzazione della “tolleranza” verso il diverso
Oggi c’è grande gioia nell’aria :
negli States
nel mondo
e anche in me
Oggi c’è però anche una tristezza di fondo
(cultuale ma anche esistenziale ...)
che non mi abbandona :
- nel giorno che istituzionalizza il miglior potenziale risultato del “melting pot” sociale e politico si evidenziano anche le sue debolezze
- questa democrazia formale non è in grado di affrontare adeguatamente le differenze strutturali e preferenziali nel loro costruirsi e nel loro divenire (qual è il parametro con cui si misurano i contributi e le remunerazioni per le diverse tipologie di comportamento , per le diverse condizioni di partenza, per le diverse scelte e le loro conseguenze .... ?) . La democrazia formale , forse, è “il metodo migliore conosciuto finora di gestire una comunità” ma è oggettivamente incapace di far fronte al vincolo odierno del pluralismo. Ed in particolare oggi la democrazia formale non è in grado di affrontare la realtà del “pluralismo delle differenze” e le conseguenze che questo porta con se. Ovvero : le diverse comunità tematiche (che in america ormai raccolgono almeno 40 milioni di persone) come si governano? E come si relazionano nella comunità globale? Si possono per caso governare con una “gestione/legislazione generale eguale per tutti” (con un “universale dell’eguaglianza”…) ? C'è qualc'uno che pensa che a partire "dalla rivendicazione di diverse identità" si possa vivere il prossimo futuro (magari... senza conflitti) ? E come opererebbe una "eguaglianza" senza parametri di giudizio (.. se non "morali") per gestire le relazioni tra "identità" diverse ? Oppure, le differenze di preferenze e di contribuzioni dei singoli si devono affrontare su due fronti : su un piano si tratta di lavorare alla istituzionalizzazione di un diritto che stabilisca l’”universale delle differenze” e successivamente si tratta di gestire – in modo differenziato- il modo di vivere specifico di queste comunità (..di queste preferenze..) nelle loro dinamiche compresa la gestione di contributi e remunerazioni specifici che le singole “preferenze” e conseguenti comportamenti (.. nel sottogruppo omogeneo.. )portano con se .. ?
Ciò detto, oggi è un giorno “storico”
come in tanti riconoscono
e voglio – comunque - unirmi al coro dei plaudenti,
dei soddisfatti per i risultati conseguiti
Vivendo nella democrazia formale in atto
e per chi persegue una visione del mondo “umanista”
oggi è certamente un giorno migliore di ieri
… (probabilmente)
… Anche le grosse e nuove questioni della gestione delle differenze
potranno essere affrontate in un ambiente migliore..
Ma nella “società delle decisioni” in cui viviamo
è necessario e utile
traguardare la strutturazione di nuovi diritti e doveri
basati realisticamente su preferenze e differenze
e su una strutturazione plurale delle stesse
( sul principio delle differenze..)
piuttosto che su un improbabile
“universalismo dell’eguaglianza”
(… forse)
- finisce l’epoca della preferenza della violenza
come metodo di risoluzione delle divergenze relazionali
- finisce l’era della manipolazione di massa con lo
spauracchio e l’agitazione delle paure
- finisce l’era delle minoranze emarginate e punto
- potrebbe finire la regolazione degli affari e degli interessi dei più “scorretti” a scapito dei più ingenui e impotenti
Grande gioia per le diverse umanità emerse in questo confronto democratico :
(evidenziando)
- la capacità di riscattarsi da opzioni “negative”
- la volontà di proiettarsi diversamente verso il futuro
- l’istituzionalizzazione della “tolleranza” verso il diverso
Oggi c’è grande gioia nell’aria :
negli States
nel mondo
e anche in me
Oggi c’è però anche una tristezza di fondo
(cultuale ma anche esistenziale ...)
che non mi abbandona :
- nel giorno che istituzionalizza il miglior potenziale risultato del “melting pot” sociale e politico si evidenziano anche le sue debolezze
- oggi non si tratta di ribadire una “generale dichiarazione di uguaglianza (risultato della fusione, risultato di un qualche “melting pot tra soggetti”, insomma di una dichiarazione generale dei diritti degli uomini…) ma piuttosto è necessario e utile passare a costruire una “strutturazione dell’universale delle differenze” (ovvero si tratta di istituzionalizzare la fine del discorso dell’identità del soggetto e dei soggetti e aprire un discorso capace di governare in modo “generale /universale” le differenze esistenti ed espresse dentro al soggetto e tra soggetti…”)
- nel giorno in cui la democrazia formale si afferma nel modo più convincente (almeno in una comunità allargata come gli States ...) si evidenziano anche i suoi limiti
- nel giorno in cui la democrazia formale si afferma nel modo più convincente (almeno in una comunità allargata come gli States ...) si evidenziano anche i suoi limiti
- questa democrazia formale non è in grado di affrontare adeguatamente le differenze strutturali e preferenziali nel loro costruirsi e nel loro divenire (qual è il parametro con cui si misurano i contributi e le remunerazioni per le diverse tipologie di comportamento , per le diverse condizioni di partenza, per le diverse scelte e le loro conseguenze .... ?) . La democrazia formale , forse, è “il metodo migliore conosciuto finora di gestire una comunità” ma è oggettivamente incapace di far fronte al vincolo odierno del pluralismo. Ed in particolare oggi la democrazia formale non è in grado di affrontare la realtà del “pluralismo delle differenze” e le conseguenze che questo porta con se. Ovvero : le diverse comunità tematiche (che in america ormai raccolgono almeno 40 milioni di persone) come si governano? E come si relazionano nella comunità globale? Si possono per caso governare con una “gestione/legislazione generale eguale per tutti” (con un “universale dell’eguaglianza”…) ? C'è qualc'uno che pensa che a partire "dalla rivendicazione di diverse identità" si possa vivere il prossimo futuro (magari... senza conflitti) ? E come opererebbe una "eguaglianza" senza parametri di giudizio (.. se non "morali") per gestire le relazioni tra "identità" diverse ? Oppure, le differenze di preferenze e di contribuzioni dei singoli si devono affrontare su due fronti : su un piano si tratta di lavorare alla istituzionalizzazione di un diritto che stabilisca l’”universale delle differenze” e successivamente si tratta di gestire – in modo differenziato- il modo di vivere specifico di queste comunità (..di queste preferenze..) nelle loro dinamiche compresa la gestione di contributi e remunerazioni specifici che le singole “preferenze” e conseguenti comportamenti (.. nel sottogruppo omogeneo.. )portano con se .. ?
- nel giorno del "cambiamnento storico" americano la crisi economica non svanisce. Allora?
- che sia una ripresa del keynesismo che ci possa portare fuori da questa crisi? Ma non scherziamo. Qui (nel mondo moderno.. e negli usa in particolare..) la spesa si è decisamente dilatata oltre alle capacità della produzione e della sua manutenzione. Il rapporto tra capcità di produrre e consumare/pagare è da tempo a favore della spesa (n.b. : carte di credito,debito pubblico...). Un pensiero innovativo sull'organizzazione della produzione e sulla "appropriazione" del prodotto si rende decisamente urgente e ovviamente è necessario.. Lavoriamoci, ma non illudiamoci !
Ciò detto, oggi è un giorno “storico”
come in tanti riconoscono
e voglio – comunque - unirmi al coro dei plaudenti,
dei soddisfatti per i risultati conseguiti
Vivendo nella democrazia formale in atto
e per chi persegue una visione del mondo “umanista”
oggi è certamente un giorno migliore di ieri
… (probabilmente)
… Anche le grosse e nuove questioni della gestione delle differenze
potranno essere affrontate in un ambiente migliore..
Ma nella “società delle decisioni” in cui viviamo
è necessario e utile
traguardare la strutturazione di nuovi diritti e doveri
basati realisticamente su preferenze e differenze
e su una strutturazione plurale delle stesse
( sul principio delle differenze..)
piuttosto che su un improbabile
“universalismo dell’eguaglianza”
sabato 1 novembre 2008
- una delusione smisurata (.. da una burocrazia non aggettivabile!)
Sabato di fine ottobre
4,30 di mattino : in auto verso l’aeroporto
Stanco ma con le idee chiare sui prossimi giorni :
incontri di lavoro americani di alto rilievo
abbracci e discussioni con il mio universitario
L’atterraggio a Francoforte è dolce più del solito
Avanti verso la coincidenza per Los Angeles
Pronti biglietti e passaporto
Andre passa prima perché io devo andare in bagno
Consegno anche il mio passaporto
E qui comincia l’assurdo :
un funzionario della compagnia aerea e un rappresentante degli USA
mi informano che non posso partire
perché il rinnovo del passaporto non è stato fatto
- pur con regolare procedura della questura italiana - con una foto digitale
Non voglio crederci,
l’immaginazione dei miei pensieri la lascio al lettore
… mi sento mancare le forze e lascio perdere.
Fatico pure a trovare un volo di ritorno in Italia.
Ora sono qui con tanta delusione
e quasi senza rabbia
di nuovo al mio tavolo di lavoro.
Diverse persone provenienti da diversi punti del mondo
mi aspettano per (importanti) riunioni a Los Angeles :
non ho la forza di pensare ad iniziative
e ad azioni confacenti alla situazione
Solo Andre sarà là e forse mi potrà fare da ponte.
Maxi è là che mi aspetta
E le mie braccia possono aspettare il suo abbraccio
E le sue parole le potrò sentire sono via mass media
Grant è la – dopo tanto lavoro –
A fare da palo ad una situazione difficile
Assolutamente imprevista e non preventivabile
Andre almeno è partita
Ok, ha dovuto affrontare la (comune) paura del volo
Ma fra poco abbraccia Maxi
Fra poco incontra Grant e Sheryl
Fra poco vivrà nei colori e nelle ebrezze di LA
Sono tornato ma sono stordito,
- meglio :
sono sotto l’effetto di “una delusione smisurata”
La mia passione
per il lavoro,
per gli States,
per gli orizzonti plurali e positivi
oggi ha subito una scossa profonda :
dovrò metabolizzare
per verificare e progettare se e come
“ripresentarmi alla vita sociale
e alla organizzazione burocratica di questo mondo”
4,30 di mattino : in auto verso l’aeroporto
Stanco ma con le idee chiare sui prossimi giorni :
incontri di lavoro americani di alto rilievo
abbracci e discussioni con il mio universitario
L’atterraggio a Francoforte è dolce più del solito
Avanti verso la coincidenza per Los Angeles
Pronti biglietti e passaporto
Andre passa prima perché io devo andare in bagno
Consegno anche il mio passaporto
E qui comincia l’assurdo :
un funzionario della compagnia aerea e un rappresentante degli USA
mi informano che non posso partire
perché il rinnovo del passaporto non è stato fatto
- pur con regolare procedura della questura italiana - con una foto digitale
Non voglio crederci,
l’immaginazione dei miei pensieri la lascio al lettore
… mi sento mancare le forze e lascio perdere.
Fatico pure a trovare un volo di ritorno in Italia.
Ora sono qui con tanta delusione
e quasi senza rabbia
di nuovo al mio tavolo di lavoro.
Diverse persone provenienti da diversi punti del mondo
mi aspettano per (importanti) riunioni a Los Angeles :
non ho la forza di pensare ad iniziative
e ad azioni confacenti alla situazione
Solo Andre sarà là e forse mi potrà fare da ponte.
Maxi è là che mi aspetta
E le mie braccia possono aspettare il suo abbraccio
E le sue parole le potrò sentire sono via mass media
Grant è la – dopo tanto lavoro –
A fare da palo ad una situazione difficile
Assolutamente imprevista e non preventivabile
Andre almeno è partita
Ok, ha dovuto affrontare la (comune) paura del volo
Ma fra poco abbraccia Maxi
Fra poco incontra Grant e Sheryl
Fra poco vivrà nei colori e nelle ebrezze di LA
Sono tornato ma sono stordito,
- meglio :
sono sotto l’effetto di “una delusione smisurata”
La mia passione
per il lavoro,
per gli States,
per gli orizzonti plurali e positivi
oggi ha subito una scossa profonda :
dovrò metabolizzare
per verificare e progettare se e come
“ripresentarmi alla vita sociale
e alla organizzazione burocratica di questo mondo”
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