Raccontiamoci una favola. Ma si,vai, raccontamela. Eccola qui, in sintesi. A cavallo della fine del millennio secondo e dell’inizio del terzo si aggirava in una piccola area dell’Europa (un territorio socialmente martoriato da una deindustrializzazione oggettiva e non preparata; un territorio con una classe dirigente mozzata alla radice dalle sue insipienze e malefatte ; un territorio con una società civile inadeguata per una progettazione sociale che non passasse dall’impoverimento culturale ed economico (almeno a breve)) un gruppetto di candidati alla nuova leadership politica. Fu cosi che si presentarono sulla scena politica (almeno perché …. degli altri non ne parliamo qui) due attori (ufficiali) : un “nano” e un “baffetto”. Un baffetto che riteneva di essere “scaltro”. Quest’ultimo pre-preparato al ruolo dalla passione politica e dalla appartenenza ad una struttura e nomenclatura che aveva retto l’opposizione storica del paese (Un paese che si presentava al giro del millennio come il territorio delle pluralità in-sintetizzabili). Il primo era – invece - una tal bel ceffo che ,per sua esplicita ammissione, passava una parte consistente del suo tempo a fronteggiare la pressione della giustizia che lo incalzava per “mille corbellerie”. Il baffetto si presentava come l’uomo del realismo e della normalità, ma fatta una eccezione su quest’ultima : non transigeva dall’evidenziare un certo acume politico da lui espresso, governato e sintetizzato. “Si dà che”.. in quel paese le cose succedessero e susseguissero in modo burrascoso e che i due si confrontassero , anche se ad armi dispari, in modo continuo (durante un paio di decenni). Fortunatamente non erano sempre loro i primi attori. Ma questa nostra considerazione storica vuole (semplificando molto) concentrarsi solo su di loro, anzi su uno solo di loro : il baffetto. Sta di fatto che il nostro – che si dichiara realista - “sfida” sul terreno istituzionale prima e sulla legalità immaginabile e augurabile poi il nostro nanetto. Anticipiamo le conclusioni, veniamo subito al risultato : tre a zero per il nanetto. Perché mai tre? Raccontiamolo. Il baffetto prova a “trattare” (“confrontarsi?”) con il nanetto sul fare e disfare una riforma istituzionale per via di una commissione (bicamerale). Il nanetto sta al gioco finché gli conviene e fa saltare il tavolo lasciando il nostro leader “massimo” un po ammaccato. Poi ci riprovano a “confrontarsi” sul tema di un certo “conflitto di interesse” e il nanetto vince ancora per un chiaro “nulla di fatto” letterale : siamo due a zero (e soprassediamo sulle motivazioni possibili e o immaginabili / inimagginabili). Ma sentite questa. Il nanetto dopo averne fatte delle “più belle” – ad un certo punto della sua storia imprenditoriale - sta per fallire. La conduzione dei sui “affari” è semplicemente vacua, perdente e in profondo rosso economico. Il core del suo impero è nientemeno che la gestione della costruzione dell’agenda sociopolitica (di quel martoriato territorio europeo) e dei contenuti culturali (insomma i media…) di una nazione. Che fare? Ecco la mano del destino che interviene : qualcuno gli manda un sorvegliante – salvagente. La si butta sull’economico ! Chi sia stato “il mandante” non è dato sapere : … sembra che fossero degli istituti di credito. Con una particolarità : tutto questo avveniva all’ombra di un “governo con baffetto”. Ora, lasciamo la storia per un appunto particolare. In tutta questa storia ci piace “raccontare” “evidenziare” la forma del confronto preferito , la forma dell’esposizione e comunicazione tipica del nostro baffetto : il sarcasmo. Si, lui usava ed usa il sarcasmo come forma espressiva, come arma dialettica,come (evidente manifestazione di) evidenza della superiorità “cognitiva” e progettuale ! Peccato che tanto sarcasmo non sia mai caduto sulla strada di damasco e anziché supportare politiche progressiste abbia “inflitto” di fatto (forse, qui la storia gli dà troppa importanza) consistenti conseguenze negative alla società che viveva in quell’angolo d’ Europa che si sdraia incerta e a volte pigra nel grande mare mediterraneo. E tutto questo con buona pace per la potenziale simpatia del nostro.
- Note a margine (per curiosi o individui che faticano a credere nelle favole) senza valore di citazione storico referenziale
-16 novembre 2001 - Cari DS, manca ancora il rospo - di Paolo Sylos Labini
“…I leader dei ds hanno detto che la perdita dei consensi dipende in primo luogo dalla grave inadeguatezza dei programmi. Vero. Hanno detto anche che dipende dai litigi interni. Anche questo è vero. Manca però il rospo: il grave errore di strategia commesso quando, per avviare la Bicamerale, quei leader hanno cercato in tutti i modi un accordo con Berlusconi, che doveva essere il socio di un'impresa tanto ambiziosa quanto assurda”
- Io Berlusconi e la Bicamerale 23 Novembre 2001 di Massimo D'Alema (lettera sull'Unità in risposta ad un articolo del professor Paolo Sylos Labini apparso sullo stesso giornale il 16 novembre.)
www.massimodalema.it/interventi//documenti/dett_partito.asp?id_doc=227 - 14k
- Noi, Berlusconi, l'opposizione di Paolo Sylos Labini 24 ottobre 2001
- http://www.uonna.it/ragnatela6.htm
LA RAGNATELA: DALLE TRAME NERE AL GOVERNO BERLUSCONI.
Traccia storica e considerazioni di Renata Franceschini, Soccorso Popolare - Padova
- Sull’orlo del fallimento
Debiti per 4 mila miliardi. Così la Fininvest ha rischiato il naufragio. Poi, la quotazione in Borsa. Ovvero: come diventare ricchi con i «comunisti» al governo. di Bancomat
http://www.societacivile.it/primopiano/articoli_pp/berlusconi/debiti.html
- E Silvio blinda la cassa Fininvest 28 gennaio 2008 - MILANOFininvest inizia la sua terza vita da un salotto e una villa. Il salotto è quello buono per eccellenza, Mediobanca, dove il Biscione, - dopo anni di estenuante anticamera - si è conquistato una strategica poltrona di prima fila.
(Affari&Finanza, 28.1.08)
- Aldo Giannulli: "Lo stato parallelo - Cronologia 1942-1992"; collana I libri dell'Altritalia; supplemento al n.9 di "Avvenimenti".
- AA.VV.: "Banda armata -La sentenza del giudice Casson su 'Gladio'"; collana I libri dell'Altritalia; supplemento al n.48 di "Avvenimenti".
- Michele Gambino: "La Loggia P2 - La storia e i documenti"; collana I libri dell'Altritalia; supplemento al n.12di "Avvenimenti".
- Gianni Flamini: "Il memoriale di Gelli"; ed."L'Espresso".
- Inciucio - Come la sinistra ha salvato Berlusconi - Peter Gomez e Marco Travaglio - BUR - Biblioteca Universale Rizzoli Prefazione di Giorgio Bocca.
“.. È dall’inizio dell’èra Berlusconi che questa sinistra ipocrita fa campagna contro chiunque si opponga al suo doppio gioco. Ma che rispetto si può avere per gente che se ne infischia della libertà d’informazione e mira soltanto a stare nella stanza dei comandi e dei buoni stipendi?
Giorgio Bocca
L’“inciucio” compie dieci anni. Il primo a parlarne fu Massimo D’Alema, nel 1995. Poi, in sei anni di governo, il centrosinistra evitò di risolvere il conflitto d’interessi e di liberalizzare il mercato televisivo. Risultato: informazione taroccata modello Tg1 e niente satira politica. Dopo Regime, questo libro racconta le acrobazie parlamentari dei ne¬mici-amici del Cavaliere e le spartizioni “bipartisan” delle Authority e della Rai. Poi le nuove censure di regime contro Biagi, Santoro, Luttazzi, Freccero, Sabina e Corrado Guzzanti, Grillo, Paolo Rossi, Massimo Fini, Beha e altri militi ignoti; e gli attacchi a Report, Fo, Hendel, XII Round e così via, fino a Celentano & C. Senza dimenticare i giornali: la guerra a Furio Colombo e gli assalti estivi dei “furbetti del quartierino” al “Corriere della Sera”, con l’appoggio della finanza bianca, azzurra e rossa. Alla fine, una proposta di legge e un appello al governo che verrà: perché restituisca la televisione pubblica al suo vero padrone, il pubblico.”
http://www.marcotravaglio.it/libri/inciucio.htm
- Note a margine (per curiosi o individui che faticano a credere nelle favole) senza valore di citazione storico referenziale
-16 novembre 2001 - Cari DS, manca ancora il rospo - di Paolo Sylos Labini
“…I leader dei ds hanno detto che la perdita dei consensi dipende in primo luogo dalla grave inadeguatezza dei programmi. Vero. Hanno detto anche che dipende dai litigi interni. Anche questo è vero. Manca però il rospo: il grave errore di strategia commesso quando, per avviare la Bicamerale, quei leader hanno cercato in tutti i modi un accordo con Berlusconi, che doveva essere il socio di un'impresa tanto ambiziosa quanto assurda”
- Io Berlusconi e la Bicamerale 23 Novembre 2001 di Massimo D'Alema (lettera sull'Unità in risposta ad un articolo del professor Paolo Sylos Labini apparso sullo stesso giornale il 16 novembre.)
www.massimodalema.it/interventi//documenti/dett_partito.asp?id_doc=227 - 14k
- Noi, Berlusconi, l'opposizione di Paolo Sylos Labini 24 ottobre 2001
- http://www.uonna.it/ragnatela6.htm
LA RAGNATELA: DALLE TRAME NERE AL GOVERNO BERLUSCONI.
Traccia storica e considerazioni di Renata Franceschini, Soccorso Popolare - Padova
- Sull’orlo del fallimento
Debiti per 4 mila miliardi. Così la Fininvest ha rischiato il naufragio. Poi, la quotazione in Borsa. Ovvero: come diventare ricchi con i «comunisti» al governo. di Bancomat
http://www.societacivile.it/primopiano/articoli_pp/berlusconi/debiti.html
- E Silvio blinda la cassa Fininvest 28 gennaio 2008 - MILANOFininvest inizia la sua terza vita da un salotto e una villa. Il salotto è quello buono per eccellenza, Mediobanca, dove il Biscione, - dopo anni di estenuante anticamera - si è conquistato una strategica poltrona di prima fila.
(Affari&Finanza, 28.1.08)
- Aldo Giannulli: "Lo stato parallelo - Cronologia 1942-1992"; collana I libri dell'Altritalia; supplemento al n.9 di "Avvenimenti".
- AA.VV.: "Banda armata -La sentenza del giudice Casson su 'Gladio'"; collana I libri dell'Altritalia; supplemento al n.48 di "Avvenimenti".
- Michele Gambino: "La Loggia P2 - La storia e i documenti"; collana I libri dell'Altritalia; supplemento al n.12di "Avvenimenti".
- Gianni Flamini: "Il memoriale di Gelli"; ed."L'Espresso".
- Inciucio - Come la sinistra ha salvato Berlusconi - Peter Gomez e Marco Travaglio - BUR - Biblioteca Universale Rizzoli Prefazione di Giorgio Bocca.
“.. È dall’inizio dell’èra Berlusconi che questa sinistra ipocrita fa campagna contro chiunque si opponga al suo doppio gioco. Ma che rispetto si può avere per gente che se ne infischia della libertà d’informazione e mira soltanto a stare nella stanza dei comandi e dei buoni stipendi?
Giorgio Bocca
L’“inciucio” compie dieci anni. Il primo a parlarne fu Massimo D’Alema, nel 1995. Poi, in sei anni di governo, il centrosinistra evitò di risolvere il conflitto d’interessi e di liberalizzare il mercato televisivo. Risultato: informazione taroccata modello Tg1 e niente satira politica. Dopo Regime, questo libro racconta le acrobazie parlamentari dei ne¬mici-amici del Cavaliere e le spartizioni “bipartisan” delle Authority e della Rai. Poi le nuove censure di regime contro Biagi, Santoro, Luttazzi, Freccero, Sabina e Corrado Guzzanti, Grillo, Paolo Rossi, Massimo Fini, Beha e altri militi ignoti; e gli attacchi a Report, Fo, Hendel, XII Round e così via, fino a Celentano & C. Senza dimenticare i giornali: la guerra a Furio Colombo e gli assalti estivi dei “furbetti del quartierino” al “Corriere della Sera”, con l’appoggio della finanza bianca, azzurra e rossa. Alla fine, una proposta di legge e un appello al governo che verrà: perché restituisca la televisione pubblica al suo vero padrone, il pubblico.”
http://www.marcotravaglio.it/libri/inciucio.htm
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